lunedì 29 aprile 2019

è arrivata la primavera.
infatti diluvia, ci sono otto gradi e sembra di vivere in una galleria del vento, solo particolarmente umida.
nel frattempo un team di biologi sta cercando di portare a termine un esperimento nel mio giardino.
l’idea è di lasciare una confezione di erdbeerschnitten da sei franchi e 80 aperta ed esposta agli agenti atmosferici per qualche settimana, e cercare di capire se è possibile generare una nuova specie vivente che domini l’universo.
andrebbe benissimo anche un batterio sterminatore al gusto fragola.
solo che, per un problema legato a delle oscillazioni quantistiche, in giardino attualmente appaiono random dei nani da giardino e degli gnomi che recitano il salterio, e questo potrebbe perturbare l’esperimento, almeno in linea teorica.
per il resto, prosegue tutto tranquillamente.
a parte il fatto che a volte ho delle difficoltà a capire il comportamento delle persone.
voglio dire, provo molta empatia se una persona è triste, o delusa, o arrabbiata. ma molto spesso non capisco i comportamenti che hanno causato queste reazioni.
tipo quelle che parcheggiano in divieto di sosta, e il giorno dopo si arrabbiano perché qualcuno ha parcheggiato in divieto di sosta dandogli fastidio. o quelle che acquistano un biglietto con un bagaglio a mano, e al gate insistono per portare a bordo tre bagagli a mano, un computer portatile e un frigorifero combinato di medie dimensioni (entrambi i tipi si potrebbero inserire in una macro categoria di persone che pensano che le regole debbano assolutamente valere per tutti, ma per loro no perché, dai, si può sempre trovare una giustificazione plausibile per fare un’eccezione per se stessi).
oppure quelle tristi perché vogliono delle cose che non hanno ma che poi, però, le farebbero sentire tristi.
o quelle che non ti dicono le cose che vorrebbero e poi sono arrabbiate perché tu non sai cosa vorrebbero (solo che io al corso di lettura nel pensiero ero sempre distratto, e non ho mai saputo cos’ho preso all’esame perché ovviamente nessuno me l’ha detto).
o, a volte, semplicemente, quelle diverse da me.
quindi ho installato un potenziatore ermeneutico (non so se ne abbiano ancora disponibili su amazon), un dispositivo dotato di microfono che comunica wi-fi direttamente con la vostra area di wernicke.
l’idea sarebbe fantastica se solo non ci fossero le interferenze, e a volte succede che nel bel mezzo di una conversazione il mio cervello trasmette la terza stagione di law and order.

lunedì 1 aprile 2019

stabilità emotiva level: tanica di montenegro

tutti dovrebbero avere un supereroe che veglia su di loro.
io ho supertoporagno, ma viene solo quando ha sete.
ci sono dei giorni in cui tutto quello che ti serve è trovare rifugio sicuro.
dentro i tombini non ti trovano mai, ma meglio evitare nei giorni di pioggia. sotto il tappeto può andare bene, ma puoi essere abbastanza visibile (o invisibile ma calpestabile, e allora non va benissimo). altri rifugi utili possono essere: dentro le scatole ikea molto grandi, sotto le scrivanie capienti, le soffitte (se non siete allergici agli acari), sotto il letto (ma lo sconsiglio perché capita spesso di sbattere la testa), dentro le crepe dei muri, le cabine delle astronavi degli ufi, se sono così gentili da darvi un passaggio (ma occhio che poi se vi lasciano dalle parti di betelgeuse, è un casino trovare un autobus per tornare indietro), gli armadi invece lasciate perdere perché vi trovano subito.
non dimenticate di restare immobili e mimetizzarvi con qualcosa, tipo delle coperte, una decina di camaleonti che vi camminano addosso, un biglietto appeso in fronte con scritto ‘io non sono il droide che state cercando’ (specie se il biglietto è molto grosso, se lo fate due metri per due, andate sul sicuro).
quello che dovreste fare, una volta che siete in un rifugio sicuro è pensare a qualcosa di altrettanto sicuro.
vanno bene anche cose un po’ random, tipo, non so, che il miglior marcatore in una fase finale dei mondiali è just fontaine, con 13 reti, o che la capitale dell’honduras è tegucigalpa.
il mio cervello è un contenitore di informazioni precise, ma completamente inutili, tipo le capitali, le formazioni di squadre, i nomi di persona ordinati per lettera, i numeri in lingue straniere trascurabili, i risultati dei mondiali di calcio fino al 1990, o cose del genere.
un’idea intelligente potrebbe essere costruire un database di cose inutili da rendere disponibile al pubblico, ma immagino sia una cosa personale, e non tutti i cervelli funzionano alla stessa maniera.
quello che non dovreste fare è cercare risposte che non sono contenute nel database, tipo: è mai successo che un amministratore di condominio abbia fatto dei calcoli corretti al primo colpo? le compagnie telefoniche smetteranno mai di stalkerarmi? cosa mi succederà domani? avrò ancora un rifugio sicuro o finirò in mezzo a una strada (a proposito, i tombini vanno bene, ma evitate quelli in mezzo alla strada)? perché non ho il diritto di deludere le persone? quando la finirà l’universo di espandersi? ma soprattutto, se non c’è niente fuori dall’universo, esattamente, *dove* si sta espandendo?
se proprio non potete evitarlo, datevi una botta in testa.