al ventesimo giorno di antibiotico (tre diversi, non uno solo che sarebbe monotono) il mio cervello realizza che forse abbiamo un problema.
forse dovremmo smettere di affidarci a un medico di base, e cercare invece un medico di altezza.
se facessi le analisi del sangue in questo momento, mi troverebbero sicuramente più medicinali che alcolici e questo è il sintomo dell'avvenuta catastrofe.
non è questione di età, (il dente del giudizio che sta uscendo ed è virtualmente intoglibile se non da un ospedale sta lì a ricordarmi che sono giovane) è semplicemente il mio fisico che si sta sgretolando, pezzo dopo pezzo, e questo può diventare un problema perché già il cervello non era un granché.
ad ogni modo, sono fermamente contrario a questa dicotomia fra fisico e cervello (è tutto fisico, honey, non darti tutta questa importanza), è solo per capirci.
diciamo che c'è un processo irreversibile (che noi chiamiamo vita) che sta facendo il suo corso, ed è straordinario già così.
incidentalmente, un grumo di neuroni e recettori vari si è aggregato dando l'illusione di essere una coscienza.
un'illusione forte, indomita, permanente che serve a renderci funzionali.
in effetti funziona.
anche se non sono sicuro sia stata una buona idea
mercoledì 13 novembre 2024
mercoledì 16 ottobre 2024
mi hanno diagnosticato un disturbo dello spettro autistico.
gli spettri autsistici sono dei fantasmi che ti svegliano tutte le notti allo stesso orario (sono abitudinari e affezionati a comportamenti ripetitivi) ma non riescono a comunicare, conversare e riconoscere le loro emozioni; una volta che ti hanno svegliato ti evitano e non cercano di stabilire un contatto.
i disturbi da spettro autistico sono molto complessi da risolvere, perché non si riesce a stabilire una relazione con lo spettro, e difficilmente smetterà di svegliarti.
nel frattempo, piove.
piove da tempo immemore, piove da secoli, piove da eoni, piove come se tutte le acque dei bacini lacuali (quelle piccole effusioni che ci si scambia in riva al lago) dovessero conquistare il mondo, lentamente ma inesorabilmente, più del denaro, più delle merci, più degli avverbi.
le rare volte che smette di piovere, parlo con i caprioli.
li osservo dalla finestra, l’altro inverno erano due, ora sono in tre, sbucano all’improvviso, la mattina, al limitare del prato, quando sanno che non ci sono cani in giro, e io li saluto sempre, e a volte gli sussurro cose.
non che i caprioli rispondano, in genere sono molto riservati, ma occhei.
essere riservati è una qualità che mi disturba solo per i tavoli dei ristoranti.
gli spettri autsistici sono dei fantasmi che ti svegliano tutte le notti allo stesso orario (sono abitudinari e affezionati a comportamenti ripetitivi) ma non riescono a comunicare, conversare e riconoscere le loro emozioni; una volta che ti hanno svegliato ti evitano e non cercano di stabilire un contatto.
i disturbi da spettro autistico sono molto complessi da risolvere, perché non si riesce a stabilire una relazione con lo spettro, e difficilmente smetterà di svegliarti.
nel frattempo, piove.
piove da tempo immemore, piove da secoli, piove da eoni, piove come se tutte le acque dei bacini lacuali (quelle piccole effusioni che ci si scambia in riva al lago) dovessero conquistare il mondo, lentamente ma inesorabilmente, più del denaro, più delle merci, più degli avverbi.
le rare volte che smette di piovere, parlo con i caprioli.
li osservo dalla finestra, l’altro inverno erano due, ora sono in tre, sbucano all’improvviso, la mattina, al limitare del prato, quando sanno che non ci sono cani in giro, e io li saluto sempre, e a volte gli sussurro cose.
non che i caprioli rispondano, in genere sono molto riservati, ma occhei.
essere riservati è una qualità che mi disturba solo per i tavoli dei ristoranti.
mercoledì 15 maggio 2024
mercoledì 7 febbraio 2024
io e il mostro stavamo cercando di aggiustare una connessione di rete fino a quando il mostro non ha fatto cadere la tastiera del pc rompendo il tasto spazio.
io ero molto contrariato perché, al limite, avrei rotto il tasto tempo. ma alla fine non è che possa sempre star lì a lamentarmi.
per rilassarmi ho provato a praticare le figure più importanti del tai chi antico: la ragazza che striglia il giaguaro, il bue muschiato che mette la pentola sul fuoco, l'elettricista che spinge il sondino.
da un po' di tempo il mio cervello riceve solo informazioni frammentate, come se fossero lampi di pochi secondi, e tutto il resto fosse un lungo e irreversibile coma vigile urbano.
quindi tutto quello che posso fare è cercare di focalizzare le mie sensazioni corporee, che quelle almeno sembrano funzionare bene. il cervello è molto sopravvalutato.
cioè, non ho niente contro il cervello, ha degli innegabili vantaggi, ma fa sempre un sacco di grandi casini.
ad esempio, continua a sostenere cose contro ogni evidenza. tipo il fatto che noi siamo molto diversi dagli animali, il fatto che esista un io fisso e immutabile, il fatto che lui non sia corporeo (ehi, honey, se non sei corporeo, spiegami il mal di testa).
ma insomma, alla fine è una scelta evolutiva opinabile, ma con cui bisogna fare i conti. compagni che sbagliano.
fuori fa molto freddo ma, come tutte le cose, non durerà.
a volte è una fortuna.
io ero molto contrariato perché, al limite, avrei rotto il tasto tempo. ma alla fine non è che possa sempre star lì a lamentarmi.
per rilassarmi ho provato a praticare le figure più importanti del tai chi antico: la ragazza che striglia il giaguaro, il bue muschiato che mette la pentola sul fuoco, l'elettricista che spinge il sondino.
da un po' di tempo il mio cervello riceve solo informazioni frammentate, come se fossero lampi di pochi secondi, e tutto il resto fosse un lungo e irreversibile coma vigile urbano.
quindi tutto quello che posso fare è cercare di focalizzare le mie sensazioni corporee, che quelle almeno sembrano funzionare bene. il cervello è molto sopravvalutato.
cioè, non ho niente contro il cervello, ha degli innegabili vantaggi, ma fa sempre un sacco di grandi casini.
ad esempio, continua a sostenere cose contro ogni evidenza. tipo il fatto che noi siamo molto diversi dagli animali, il fatto che esista un io fisso e immutabile, il fatto che lui non sia corporeo (ehi, honey, se non sei corporeo, spiegami il mal di testa).
ma insomma, alla fine è una scelta evolutiva opinabile, ma con cui bisogna fare i conti. compagni che sbagliano.
fuori fa molto freddo ma, come tutte le cose, non durerà.
a volte è una fortuna.
lunedì 17 luglio 2023
di ciò di cui non si può dire, è meglio fare, baciare, lettera e testamento
(manifesto, punto 7)
in mezzo alla canicola si percepisce appena un miagolare pallido e assorto.
il che è contro intuitivo, perché per coerenza si dovrebbe percepire abbaiare, ma non facciamoci domande.
io sono sulla tolda con una krombacher da 66, degli ufi di passaggio hanno sullo stereo la sonata 43 di kaspersky (detta la global security), piccettino e il mostro sono sdraiati di fianco a me e scrutano l’orizzonte con un certo fastidio esistenziale.
mentre rifletto sull’ontologia dell’insalata di riso (e del perché esistono i piselli medi ma non piselli persiani), il mio cervello parte con la sigla dell’eurovisione e mi smaterializzo in una nuvola di fumo.
la sigla dell’eurovisione è, infatti, una delle sette tecniche segrete di smaterializzazione che mi hanno insegnato da piccolo, e a volte mi succede ancora di farlo senza accorgermene.
noi (intendo noi come homo sapiens, ma è un po’ una generalizzazione) in genere pensiamo che gli inizi siano sempre più belli delle fini.
non vale necessariamente per i romanzi, ma in generale è sempre vero.
questo perché culturalmente siamo portati a concepire gli inizi come portatori di novità ed entusiasmo, aspettative e rinascite, e invece non concepiamo gli inizi nell’unica maniera intelligente, ossia come cose che hanno già incorporata la fine.
ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi.
nel frattempo ha ripreso a piovere.
nel senso che gli dei del clima devono aver ricevuto le mie invocazioni tutte insieme e per due anni non ha praticamente mai piovuto. a parte qualche tempesta estemporanea che le divinità mandano per punire i miscredenti e i selezionatori del personale*, e se nel frattempo devono radere al suolo interi paesi abitati da brave persone, chissenefrega.
ora però ogni tanto si ripresenta la pioggia normale, quella che dici “ah, occhei piove” e non quella che dici “moriremo tutti. vabbè, ma anche chissenefrega”.
quando non piove, vado da solo nel bosco.
mi piace molto andare da solo nel bosco perché posso parlare con i miei amici immaginari e fargli un sacco di domande retoriche, a cui loro non rispondono, perché sono ottimi amici.
ogni tanto invece vado al lago, perché tanto, anche se piove, ti bagni lo stesso.
* le divinità del clima odiano i selezionatori del personale. nessuno ha mai capito perché, anche se io un paio di idee ce le avrei
** lo so che in questo post non si trovano da nessuna parte i due asterischi, ma volevo salutare alice e il suo gruppo di ascolto di cecina (li), e allora approfitto degli asterischi. ciao alice, ciao tutti.
(manifesto, punto 7)
in mezzo alla canicola si percepisce appena un miagolare pallido e assorto.
il che è contro intuitivo, perché per coerenza si dovrebbe percepire abbaiare, ma non facciamoci domande.
io sono sulla tolda con una krombacher da 66, degli ufi di passaggio hanno sullo stereo la sonata 43 di kaspersky (detta la global security), piccettino e il mostro sono sdraiati di fianco a me e scrutano l’orizzonte con un certo fastidio esistenziale.
mentre rifletto sull’ontologia dell’insalata di riso (e del perché esistono i piselli medi ma non piselli persiani), il mio cervello parte con la sigla dell’eurovisione e mi smaterializzo in una nuvola di fumo.
la sigla dell’eurovisione è, infatti, una delle sette tecniche segrete di smaterializzazione che mi hanno insegnato da piccolo, e a volte mi succede ancora di farlo senza accorgermene.
noi (intendo noi come homo sapiens, ma è un po’ una generalizzazione) in genere pensiamo che gli inizi siano sempre più belli delle fini.
non vale necessariamente per i romanzi, ma in generale è sempre vero.
questo perché culturalmente siamo portati a concepire gli inizi come portatori di novità ed entusiasmo, aspettative e rinascite, e invece non concepiamo gli inizi nell’unica maniera intelligente, ossia come cose che hanno già incorporata la fine.
ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi.
nel frattempo ha ripreso a piovere.
nel senso che gli dei del clima devono aver ricevuto le mie invocazioni tutte insieme e per due anni non ha praticamente mai piovuto. a parte qualche tempesta estemporanea che le divinità mandano per punire i miscredenti e i selezionatori del personale*, e se nel frattempo devono radere al suolo interi paesi abitati da brave persone, chissenefrega.
ora però ogni tanto si ripresenta la pioggia normale, quella che dici “ah, occhei piove” e non quella che dici “moriremo tutti. vabbè, ma anche chissenefrega”.
quando non piove, vado da solo nel bosco.
mi piace molto andare da solo nel bosco perché posso parlare con i miei amici immaginari e fargli un sacco di domande retoriche, a cui loro non rispondono, perché sono ottimi amici.
ogni tanto invece vado al lago, perché tanto, anche se piove, ti bagni lo stesso.
* le divinità del clima odiano i selezionatori del personale. nessuno ha mai capito perché, anche se io un paio di idee ce le avrei
** lo so che in questo post non si trovano da nessuna parte i due asterischi, ma volevo salutare alice e il suo gruppo di ascolto di cecina (li), e allora approfitto degli asterischi. ciao alice, ciao tutti.
domenica 11 dicembre 2022
- come va il lavoro?
- adesso molto bene. peggiora moltissimo solo quando ci vado
inaspettatamente, sono ancora vivo.
ma è una cosa temporanea.
forse dovrei dire: gli impulsi elettrici generati all’interno del cervello, interagendo con le differenti parti del corpo e con l’esterno, che creano la sensazione di avere una unità qui e ora (e quindi organizzata nello spazio e nel tempo, un modo più o meno funzionale in cui questi impulsi hanno deciso di organizzarsi assecondando la spinta evolutiva) così apparentemente vivida da chiamare autocoscienza, sono momentaneamente ancora attivi.
non so se sia un bene o un male.
giovedì 14 aprile 2022
ogni volta che vedo un casolare diroccato nel cuore della pianura padana, circondato da campi e cascine, penso che lì io potrei abitarci (al netto che io di mio non saprei sistemare neanche un muretto, dico).
sarà il fascino della pianura, mi dico, che puoi vedere tutto come se fosse vicino, però realmente vicino a te non ci sta nessuno, e poi i campi a perdita d’occhio, e le fattorie, e qua e là, un incrocio con una chiesa.
però anche quando vedo un casolare diroccato nei boschi, circondato da alberi e verde penso che sarebbe bello sistemarlo e abitarci, solo io e gli scoiattoli, e, in fondo al sentiero, il promontorio da dove si vede il lago.
poi però quando vedo un casolare abbandonato sul ciglio di una montagna, con tutta quella vista e le rocce intorno, e la vegetazione bassa e quel profumo di malga penso che, insomma, avete capito.
quindi non capisco se mi piace la pianura, il bosco, la montagna, oppure mi piacciono solo i casolari abbandonati in mezzo al nulla.
probabilmente il fatto è che il casolare abbandonato è l’unica maniera in cui, in qualche modo, riesco a percepire le potenzialità del futuro.
nel frattempo, visto che il clima collabora e le giornate tendono ad essere meno fredde, ho ricominciato a fare qualche passo intorno a casa.
ho scelto un sentiero breve ma ripido (un’ora a salire e 500 metri di dislivello), e questo forse è stato un errore.
nonostante la spirometria di gennaio asserisse che la mia capacità polmonare sia in un'opera di bellini (nella norma) mi sono ritrovato a boccheggiare come se avessi un debito di ossigeno pari al debito pubblico lordo nazionale.
dopo pochi minuti ho cominciato con le visioni mariane.
la madonna della giazera con in mano un rosario e lo sguardo verso l'alto come per dire "me stessa, come ti sei ridotto".
poi è arrivato san michele per tenermi in equilibrio squillandomi delle trombe da stadio nelle orecchie, alternando destra e sinistra, a seconda del lato dove stavo per cadere.
ma sapevo che su mi aspettava qualcuno con una bottiglia di barbera e della polenta, quindi è stato per una buona causa.
animali visti: tre scoiattoli, svariate specie aviarie, due svizzeri tedeschi.
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