sabato 13 novembre 2021

sono in un baretto a trangugiare in cinque minuti un ottimo panino con la porchetta (io amo mangiare lentamente, quindi dover mangiare un panino in cinque minuti, oltretutto senza l’ausilio dell’alcol, è una specie di suicidio indotto, o anche un’ode alla gastrite incipiente) quando nel mio cervello parte l’inno dei bersaglieri.
ora, il mio cervello è piuttosto aduso a partorire dal nulla pensieri fuori luogo o temi musicali completamente a cazzo, ma fra tutte le cose che può riprodurre (la maggior parte completamente inutili, tra l’altro), la fanfara dei bersaglieri è quanto di più sorprendente e inaspettato potessi supporre, quindi resto interdetto per qualche secondo.
poi capisco che è la suoneria del cellulare di un altro avventore, e mi tranquillizzo.
non che abbia niente contro la fanfara dei bersaglieri, tipo l'altro giorno il mio cervello è partito con “se bastasse una canzone” di eros ramazzotti, e posso assicurare i miei biografi che non ho mai ascoltato eros ramazzotti (scusa eros, non te la prendere), quindi non so bene cosa sia successo, ma l’ho considerato una cosa quasi normale, al pari della sigla dei looney tunes o di altre cose meno marziali*.
nel frattempo, ho cambiato le mie priorità esistenziali ed ora sono più orientato a qualcosa di più raggiungibile nell’immediato. invece di cercare di salvare l’universo, mi sono messo a cercare di capire scientificamente come mettere insieme un brodo (facile dire “tutto fa brodo” se non avete mai provato a bollire un regolabarba) e ripreso una vecchia passione: i libri di viaggio.
visto che sono almeno diciotto mesi che non mi muovo (se non fluttuando in dimensioni alternative piuttosto inconsistenti sul piano materiale) da questo posto, così lontano da dio e così vicino alla confederazione elvetica, durante i periodi di malattia, invece di comunicare con gli ufi, mi metto sul divano a leggere.
adoro i libri di viaggio, specie se contemporanei, o perlomeno di questo secolo. è il mio piccolo guilty pleasure, insieme agli alcolici e all’internazionalismo.
per questo cerco di avere più malattie possibili, è nell’interesse della scienza.

* ciao l., tvb