è tornato il freddo. forse non se n’era mai andato.
resto in piedi ritto sulla tolda, aggrappato al timone, mentre il vento ghiacciato si impegna ad alesarmi le orecchie. c’è sempre da sedare qualche rivolta interna, di questi tempi. l’ufficiale di rotta mi fa notare che esistono modi migliori per ammalarsi. lo stordisco con una flèche di sciabola.
breve lezione interlocutoria, giusto per rinfrescare la memoria.
spesso per vedere le cose, è necessario allontanarsi. la sindrome del pittore: questioni di prospettiva.
il fatto è che l’uomo non è solo software, è giocoforza fisicamente orientato. ha gambe e braccia, un alto e un basso, gli occhi lo sguardo sono orientati in una direzione, in un senso che è dato dallo sguardo.
non è un caso se il dio cristiano è definito “colui che sta in ogni luogo”. la prospettiva totale per definizione è negata all’uomo.
ciò che chiamiamo reale, non ha nulla di oggettivo. è il risultato di una mediazione imperfetta di prospettive coordinate in convenzioni.
compito a casa:
dividetevi a coppie. prendete carta e penna e una moneta da un euro. sedetevi uno di fronte all’altro e mettete la moneta sul tavolo. ognuno descriva la moneta. poi confrontate le descrizioni.
avete davvero visto la stessa moneta? (se non è così, adesso probabilmente avete due euri invece che uno. è un metodo fantastico per chi ha pochi soldi)