mercoledì 26 gennaio 2022

mi sveglio e l’universo è un’unica lastra di ghiaccio.
io e gli dei del clima siamo a un punto morto.
li ho convinti a non far piovere (non so esattamente come, ma in effetti non piove più da anni) però devo ancora capire come convincerli per farli smettere con il freddo.
perlomeno è a questo che penso, mentre sto lavorando, in piedi, fermo, all’aperto, mentre la temperatura si aggira intorno ai meno quattro gradi, bevendo del paraflu direttamente dalla lattina.
poco dopo, io e ernest shackleton disquisiamo amabilmente di finiture per cani da slitta e qualità di pemmican, poi cerco di accendere un fuoco di segnalazione con un acciarino e un bidone dell’immondizia.
a volte torno anche a casa, ma tutto quello che riesco a fare è accendere il camino, imitare i roditori in letargo e, molto più raramente, sedermi per qualche minuto davanti al pc.
attualmente il mio pc ha un led con una luce rossa che a volte si accende, e a quel punto si ferma tutto per un tempo imprecisato. in questo periodo la mia vita è settata su frozen.
quando succede io so che mi devo alzare, mettermi il cuore in pace, e tornare dopo un po’.
succede tipo ogni cinque minuti, e quando torno non mi ha nemmeno preparato un the.
succede perché i cricetini che fanno andare il pc sono stanchi, hanno poco spazio, e si fermano per bere il the con i biscotti, fare i riposini e annusare l’aria invernale che arriva dalla ventola.
non che io debba fare granché al computer, in genere sbrigo dei compiti burocratici, oppure programmo viaggi (sono molto famoso per fare le cose nel momento sbagliato).
abbandonata l’idea del kirghizistan (tutto quello che desideravo era passare una settimana in una yurta in mezzo al nulla con vista sul tien shan, ma pare che in questo momento non mi vogliano) e di spostarmi a sud dell’equatore per motivi di timing (vorrei evitare di ritrovare l’inverno), stavo considerando l’idea di un itinerario in georgia, dal caucaso al mar nero, e poi da lì navigare verso il bosforo, in tempo per celebrare la fine dell’impero romano d’oriente.
non so come siamo messi con le frontiere, ma potrei farmi passare per il nipote di shevardnadze.