Clamorosamente off topic
25/07/2002
stavo guardando la TSI, uno di questi documentari in lingua originale sottotitolati in italiano che ogni tanto fanno alla tv svizzera, tipo documento-verità o qualcosa del genere. non chiedetemi perchè li diano, non saprei.
beh, insomma, questo trattava di un paesello sperduto in australia, credo, dove il villaggio più vicino era tipo a 300 km e la gente non sapeva mai cosa fare o dove andare la sera. e nessuno aveva mai visto una città. mi ricordava casa.
l'intervistatore ha chiesto a uno qualsiasi di lì (età stimata 45 anni, senza denti e con un accento incomprensibile. chissenefrega, c'erano i sottotitoli) qual'è stato il più bel giorno della sua vita, e il tizio prima ha tergiversato, poi ha detto che beh, non ce n'era uno in particolare, erano tutti più o meno belli, o brutti, insomma, tutti uguali.
molto triste a pensarci. ma in effetti io non so se su due piedi avrei saputo dare una risposta migliore. ma poi ho deciso che era comunque troppo triste e mi sono messo a pensare a quale poteva essere il più bel giorno della mia vita. me n'è venuto in mente uno.
potevo avere quattro o cinque anni, e andavo di tanto in tanto con mio padre alla stazione a veder partire i treni. una stazione enorme per un bambino di provincia, retaggio dei fasti di quando era passaggio obbligato per le merci dirette in svizzera.
mi piaceva da impazzire guardare i treni e anche viaggiarci sopra (anche adesso, per la verità ) ma più di tutto mi piaceva vedere il capostazione con il berretto rosso uscire dal suo ufficio con la sua palettina verde in mano (è una stazione che fa da capolinea).
vederlo alzare al cielo la paletta, vedere il semaforo che si tramutava in verde (c'era un segnale laser? telepatia? magia? un bottoncino sulla paletta?) e vedere la paletta muoversi a volte da destra a sinistra in un ultimo saluto al locomotore. insomma, quel giorno il capostazione mi chiese se volevo provare.
chiaramente ho risposto di no. ero un bambino timido (lo sono ancora, a volte) e vedevo quel gesto come qualcosa di sacro, non lo poteva fare chiunque, poteva solo il capostazione. un po' come se il prete mi avesse fatto celebrare messa.
però lui ha insistito, mio padre anche, e così alla fine ho alzato la paletta con un senso misto di timore, orgoglio e inadeguatezza. come se non avesse veramente avuto valore, non so se mi spiego.
ma è stata una grande giornata.
naturalmente, è anche possibile che queste cose me le sia inventate, io vivo in un mondo tutto mio, mi racconto storie, le vivo un sacco di volte, modifico quelle che mi sono accadute e le cambio a poco a poco finchè non trovo la sceneggiatura giusta, e poi dopo anni non so più cosa ho vissuto e cosa no.
l'altro giorno credo di avere indicato la strada, dalla stazione al campeggio, a dei francesi che neanche esistevano. per essere sicuro che capissero gliel'ho spiegato in francese e in inglese. d'altra parte, ero in camera mia.
però alla stazione con mio padre ci andavo, me lo ricordo…
tutto sto casino per dire che ho letto un post (che non ha i permalink, e quindi non riesco a linkarlo, anyway, l'autrice è D&C) che parlava di queste cose, e che sapere qual'è stato il più bel giorno della vostra vita, non è una domanda così stupida come sembra.