torno dall’ufficio per la penultima volta.
arrivo sulla tolda che sto ancora dormendo, ma il mondo sembra non accorgersene.
quando mi sveglio il mio subconscio sta tentando di operare una manovra di heimlich al cervello.
lo ignoro e resto sdraiato sul letto a sentire tupelo honey nella versione di cassandra wilson.
quando sembra che tutto sia tranquillo, lo sento arrivare da lontano: ormai lo riconosco per via dei piedi palmati. si piazza sul davanzale e mette il becco di traverso, come per riprendere un pensiero interrotto.
fuori sta per piovere.
-e adesso cosa pensi di fare?
-ferie
-e dopo?
-un germano reale dovrebbe limitarsi a starnazzare, invece di parlare e fare domande idiote
-…
mi viene fuori un'espressione da orsetto del ciocorì e, mio malgrado, sorrido.
poi lo caccio, minacciando arrosti e brasati.
mi chiudo in camera a spulciare la programmazione della tsi, sfogliando distrattamente tv sorrisi e cantoni, il settimanale svizzero dello spettacolo.
fuori piove, anche se non sembra.