lunedì 8 settembre 2025

la luna, alle quattro e mezza del mattino, splende nel cielo limpido come una lampadina da 100 watt (esistono ancora i watt nelle lampadine? non sono aggiornato).
il lago ha assunto un colore argento che non vedevo da secoli (nonostante ormai mi alzi spesso alle quattro e mezza del mattino, ma per vedere questa cosa probabilmente si devono allineare i pianeti (oltre che la luna, ovviamente) la luce, il meteo, e le parentesi), e tutto è immerso in un silenzio che amplifica ogni tuo movimento.
è una fresca giornata di settembre, che per alcuni è il corrispettivo del lunedì per l’anno (ma non per me, dato che la mia turnazione ferie è quantomeno incostante e rapsodica) mentre io lo vivo perlopiù come l’anticamera del gelo quadrimestrale che ti paralizza i neuroni.
a volte, il mattino, mentre ancora sto cercando di provare a svegliarmi, o perlomeno trovare una ragione per farlo, mi ritrovo ad affrontare discussioni sui massimi sistemi (con me stesso, o con il gatto) o anche sui sistemi minimi, l’importante è che siano sistemi.
perché stiamo al mondo (per essere gentili, non vedo altro scopo plausibile), cosa possiamo fare nella vita (niente di utile, a parte essere gentili, dico), cos’è l’identità (nient’altro che una narrazione di alcuni neuroni che se la raccontano), cos'è la vita (un sistema lontano dall’equilibrio basato su modelli di retroazione), come funziona l’universo nell’infinitamente grande e nell’infinitamente piccolo (non ne ho idea).
sono tutte definizioni possibili, ovviamente, ma non del tutto soddisfacenti.
nel frattempo il tempo (una struttura emergente localmente, a seconda di velocità e massa) fa quello che deve fare, come tutte le cose che accadono.
non del tutto conseguentemente, a quanto pare.
gli atomi fluttuano, lo spazio vibra, e io sono qui, in un adesso molto personale.
certo, sarebbe meglio non lavorare, ma non è che si può avere tutto.
e questo è quanto, come diceva heisenberg.