il simposio sul dio enki si tiene in una taverna appena oltre confine, alla presenza di numerosi insigni luminari e scarse insegne luminose, come si conviene ad un convegno di tal fatta.
il risultato è che già trovare il posto è un successo esistenziale, e dentro il locale non si vede granchè.
ad ogni modo quelli come me sono lì essenzialmente per il buffet gratis. mica siamo gente sociale, è solo un modo intelligente per risparmiare due lire sulla cena (questo è uno dei due modi di dire che etimologicamente derivano dai menestrelli del medioevo; l’altro è “si lavora e si fatica per il pane, et cetra, et cetra”)*.
il fatto che siamo costretti a ricorrere ad intelligenti strategie orientate al risparmio causa inesistenti risorse economiche (nonchè a complesse strutture linguistiche per dire che non abbiamo soldi) non ci squalifica come filosofi: non per forza per essere filosofi si deve essere ricchi, o cretini. anche se mi rendo conto che in effetti aiuterebbe assai.
dopo un po’, com’è logico, si finisce a mangiare pesce d’acqua dolce e parlare di epistemologia (non essendo ancora abbastanza ubriachi, però, si evita la fisica quantistica).
le varie posizioni più o meno seguono tre scuole di pensiero:
- scuola sincretica di neoplatonismo e taoismo, per un approccio olistico alla teoria scientifica, che riattualizza il tentativo di teoria unificata di einstein e il concetto di ologramma (“tutto è uno”, spega michael peugeott, il che indubitabilmente semplifica i calcoli matematici)
- scuola pragmatica sulla scia tecnicista di enki, per cui il concetto di verità va mutuato con quello di coerenza e risoluzione dei problemi sul modello di perelman e laudan (riassunti nell’affermazione di dieter angst “popper è un epistemologo, non una droga sintetica”)
- scuola scettica (a cui sento intimamente di appartenere e che si esplicita nella frase “si può avere ancora della pizza?”)
segue dibattito sulla matematica
- gödel dimostra che, a dispetto di tutti gli sforzi possibili, qualsiasi sistema formale può produrre teoremi indecidibili (ovvero né veri, né falsi). l’uomo non è quindi in grado di produrre sistemi di rappresentazione, o modelli, “perfetti”.
- significa che la scienza non sarà mai in grado di comprendere e descrivere con certezza assoluta i fenomeni?
- la scienza in generale non ha certezze che non siano derivate da postulati tecnicamente indimostrabili, questo era già chiaro a tutti gli scienziati; la novità è che il teorema certifica definitivamente che qualsiasi sistema formale non è mai completamente dimostrabile dal suo interno.
- quindi indubitabilmente la matematica è un’opinione
- esattamente. un enorme, logico, coerente, sistema di opinioni. di cui è ovviamente lecito discutere, cambiare regole, idee e prospettive.
- però sono i calcoli matematici che fanno sì che un ponte non crolli.
- ecco, questo è il punto. sono le opinioni che non fanno crollare i ponti
*(pochi sanno che anche buffet deriva etimologicamente dalla saggezza popolare. ecco il percorso psicologico che ha portato alla nascita del lemma: “nero di sera prepara bufera. no, forse non bufera così. e allora come bufè? vabbè, intanto mangio due stuzzichini che è quasi ora di cena.”)
14 commenti:
Oplà!
Non te l'aspettavi, eh? ;-)
Bacio, Eddie.
ahhh! da coma etilico vedere quel giallo!!! adesso me lo bevo tutto...
ti bacio prima che poi magari rutto
Concordo sui due assunti fondamentali: 1)la matematica è un'opinione; 2)le opinioni (prese con le dovute cautele quanti-qualitative)non fanno crollare i ponti. In caso contrario producono disastri, gran mal di testa e crolli nervosi.
Io avevo 3 in matematica, ma ho sempre avuto parecchie opinioni (e l'emicrania cronica conseguente)
quando dissi che capivo democrito con la mescalina, lei mi consigliò di leggere popper col popper. Non capii, ma gridai fortissimissimo
"Nietzche che dice, bho?
nice che dice, bhoobo!!!"
comunque.....detto fra noi,
Eddie,...........
tutto è uno (1+1+1=3),
o al più (o meno, dipende
dai punti di vista: alto/basso)
mezzo (1/2)......
e......
in ultima analisi, lo stesso
numero è un'opinione
(non facciamoci sentire dagli
arabi), è la forma/nome
che discrimina all'interno
del continuum
Aloha
Pensiero Debole
Sinceramente credevo che: "Tutto è uno" lo avesse detto Michael Fiat e non Michael Peugeott.....
no, adesso il Fiat,
sostiene che "tutto è
un grande punto".
interrogativo? hahaha
:-)
P.D.
"buffet" credo derivi dal provenzale s'abbuffer, e deve esserne rimasta memoria nella coscienza linguistica dei francesi, almeno di quelli a cui servo le colazioni in albergo. c'è poi "controbuffet", termine con cui si additano gli inappetenti. e c'è poi "baci", termine con cui termino
quindi se tutto è uno, e la matematica è un'opinione, ne consegue che chi ha scritto che quel tale con la barba bianca è uno e trino ha delle opinioni sbagliate.
lo sapevo
"... no, voglio dire, perchè scrivono le istruzioni sullo shampoo quando è chiaro che non le legge mai nessuno?"
Ti sbagli.
è quasi ora di cena? eviva!
cris: non me l’aspettavo, no. un bacio a te
elena: basta che i tuoi datori di lavoro non mi facciano causa (sì, però, questa cosa dei baci, dovreste farlo anche di persona)
mitilene: ecco, vuol dire che tu e il professore di matematica avevate opinioni differenti.
sarmir: democrito e la mescalina? no, dai, democrito si capisce con i lego.
p.d.: sei insolitamente fuzzy
ubik: ecco, adesso non ci crederai, ma “tutto è uno” è davvero il titolo di un libro. l’autore è michel talbot
astrok: vabbè, dipende da che vocabolario etimologico utilizzi. i baci però sono universali
junior: chi ha scritto che enki è uno e trino? lui mica dice niente di ‘sta cosa
chinaski: cazzo. le mie prospettive lavorative diminuiscono ulteriormente
pista: è sempre ora di cena
eddie
OT: rompo le scatole, ma per una buona causa. Andate a vedere "Viva Zapatero!" della Guzzanti, appena potete. Scusate.
Ah ah ah! Direi che Dio ci ha punito ;-)
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