martedì 12 gennaio 2021

esserci o non esserci. questo è il problema.
se sia più nobile per la mente scegliersi un’identità individuale e una sostanza univoca oppure perdersi nella trama di relazioni e processi in perenne cambiamento.
il mio maestro di consapevolezza (un labrador che abbaia violentemente, ma solo alle tre del mattino) sostiene che sta tutto nel fare come nelle arti marziali: devi essere lì, ma non essere lì (cioè, per dire: invece di brus lì, sei antonello* lì).
uno dei modi più semplici di ottenere questo risultato è smaterializzarsi.
recentemente ho frequentato un corso di smaterializzazione che si basa sul convincere i legami atomici che impegnarsi in un lungo rapporto è sempre una perdita di tempo, e che potrebbero vedersi solo quando gli va realmente.
il problema sta tutto nel fatto che gli atomi non sempre rispettano il piano originario, quindi le cose tendono a complicarsi.
in sintesi: la smaterializzazione offre molteplici vantaggi sul piano esistenziale e in termini di consapevolezza, però la rimaterializzazione può essere problematica e a volte può essere necessaria una terapia di gruppo. 
ma concentriamoci su un problema alla volta: non è detto che rimanere smaterializzati non possa essere una buona soluzione. the e zucchero, ad esempio, è una buona soluzione, e nessuno si lamenta perché lo zucchero si è smaterializzato.
se non siete convinti, un’alternativa può essere la meditazione.
uno degli effetti più diffusi della meditazione è la dilatazione del tempo: tu sei sul divano a guardare csi in tedesco (non si capisce niente, ma tanto la gente muore uguale; è un’utile tecnica meditativa) e all’improvviso sono le tre di notte e i cleveland browns stanno asfaltando i pittsburgh steelers 21-0 nel primo quarto. è la dilatazione del tempo, tipica di noi menti illuminate.
scrivo questo non per vantarmi, ovviamente, ma perché ho capito che potrei essere un faro per la cultura in questo paese, quindi ieri mi sono messo in testa una luce di posizione, un anabbagliante e un abbagliante, per avere il giusto physique du rôle. 
ma poi non posso uscire, quindi forse mi installo sul balcone per guidare gli alianti di passaggio. però magari quando fa meno freddo.

* è un nome di fantasia. a meno che non vi chiamiate davvero antonello, allora è il vostro nome. 

3 commenti:

fracatz ha detto...

mettetece pure un abbajante n'testa, così dar barcone fai ncazzà li cani, se passano

WinstonWolf ha detto...

ho conosciuto un antonello, non mi sembra fosse fantastico. peraltro qui sotto nel box dei commenti mi viene chiesto di "scegliere un'identità", per cui potrei antonellarmi per un po', va bene per voi? oppure, mi materializzerei in un parchimetro del captcha - ma è difficile...

eddiemac ha detto...


fracatz: non so, sto già incasinato con i fili per il faro.

winstonwolf: per me occheione (sia antonellarsi, sia materializzarsi in un parchimetro del captcha, dico. ma visto che sono pigro, consiglierei la uno. tra l'altro una volta ho conosciuto un antonello che cantava "sei forte antonello, forse tu non lo sai, ci piace ogni cosa che fai").
ne approfitto per dirti che a me blogger chiede sempre di dimostrare di non essere un robot, e a me mi sembra che se clicco, forse dimostro il contrario, quindi sono sempre abbastanza insicuro.