mercoledì 17 giugno 2020

stavo guidando su un fiume dietro a un autobus della posta (è complicato da capire se non abitate alle latitudini giuste), quando un tergicristallo decide di migrare verso climi più secchi (qui l’unico modo di parlare di climi secchi è quando la pioggia cade a secchi. praticamente quello che succede da tre settimane).
per lo meno sono sicuro che si sia mosso (in effetti, che altro dovrebbe fare un tergicristallo?).
da qualche tempo, mentre sono tranquillo a casa, vedo muoversi delle cose ai margini del mio campo visivo, come se passassero dei volatili o se la materia alla periferia dei miei occhi vibrasse all’improvviso. poi mi giro, fisso lo sguardo, ed è tutto fermo.
devo capire se sono gli ufi o se è la solita perturbazione quantistica degli atomi.
nel frattempo di cerco di fare meno cose possibili, secondo gli insegnamenti del wu wei e di suo fratello orzo wei.
è una delle cose che mi riescono benissimo, anche se attualmente non ricordo le altre.
secondo il mio maestro di meditazione (un airone cenerino con cui mi trovo due volte a settimana), per occupare correttamente lo spazio devo percepire il mio corpo esterno molto grande, mentre il corpo interno scivola e si scioglie.
mi sa che devo mettere in nota di prendere un corpo di riserva, perché attualmente ne ho solo uno.
poi cerco di visualizzare il grande disegno.
avete presente quella sensazione per cui dopo un po’ di incertezza e indeterminazione tutti i pezzi della vostra vita si incastrano perfettamente?
quando finalmente trovi un senso a tutto quello che hai fatto prima e finalmente vedi un percorso razionale che ti ha portato fin dove sei arrivato e che ti guiderà verso una meta?
quando tutto finalmente si sistema e ogni cosa va al posto giusto?
perché io no, eh.

1 commento:

fracatz ha detto...

stai attento a quegli uccelli che vedi ballare ai margini dei campi visivi
nun te fida', nun je da' confidenza