sabato 12 marzo 2022

cinque cose da fare in caso di guerra termonucleare, apocalisse zombie, eschaton, terza guerra mondiale, catastrofi naturali planetarie

visto che, a sentire i media, i segni dell’apocalisse si stanno moltiplicando (per chi non se lo ricordasse, i quattro cavalieri dell’apocalisse sono: morte, guerra, pestilenza, giornalismo), ecco una breve guida delle cose da fare in caso di, beh, quello che dice il titolo.
lasciate perdere il survivalismo, quello dovevate pensarci dieci anni fa, adesso sareste in un bunker dieci metri sotto terra, probabilmente dissanguati dopo esservi recisi per sbaglio un’arteria con un taglierino, dopo aver speso l’equivalente di una villa di lusso per prepararvi una bara faraonica sufficientemente ampia da contenere prodotti da supermercato tipo settemilatrecento spazzolini, e solo perché alla unes c’era il tremila per duemila, un affarone.
i faraoni perlomeno avevano la decenza di farsi inumare quando erano già morti.
date retta, avete cose migliori da fare.

1. prima di tutto, la cosa più importante: essere gentili con chi vi sta intorno.
avete presente la parte spaventosa del film “the day after”? non era la guerra nucleare, quella vabbè, ci sta, la specie homo sapiens non brilla per intelligenza. la parte spaventosa era che, appena finito con le bombe nucleari, la gente ricominciava a uccidersi con mezzi meno sofisticati.
quindi, siate sempre gentili con chi vi sta intorno, anche con gli zombie.
dovreste farlo sempre, in realtà, ma a maggior ragione in queste situazioni. se proprio dovete morire, fatelo con dignità.

2. non essere infelici.
essere infelici è davvero una seccatura. gli animali in genere non sono mai infelici (a meno che non debbano interagire con degli esseri umani, dico). al massimo sono infuriati, affamati, pacifici, ma l’infelicità è una cosa che homo sapiens si è inventata per conto suo. secondo me non era il caso.
tipo io non ho intenzione di essere infelice solo perché la realtà ha deciso di essere orrenda.
se è orrenda è un problema suo, e in ogni caso non mi sento di darle questa soddisfazione.
tra l’altro non credo che da morti avrete tempo di essere infelici, quindi alla fine è un obiettivo pienamente raggiungibile.

3. mettere su delle buona musica.
non fatemi fare l’esempio del titanic che vabbè, è scontato.
se c’è una cosa buona che ha fatto homo sapiens, è la buona musica. scegliete voi quale, ma andiamocene facendo la cosa che ci è venuta meglio in tutta la nostra carriera.

4. guardare un’ultima volta il vostro pianeta
lo so, non l’avete mai guardato. cioè, può darsi che gli abbiate dato un’occhiata veloce, giusto per capire da che parte girare per arrivare a casa. ma io dico guardarlo per davvero, accorgervi di ogni particolare, colore, sfumatura (basta anche una piccola parte del pianeta, non serve che lo guardiate davvero tutto, ma tipo se siete sulla iss e ce l’avete tutto di fronte siete davvero fortunati), e per una volta, l’ultima, imprimervi nella mente un’immagine del posto in cui abitate.
converrete che è proprio un bel pianeta (se invece poi non vi piace, pazienza, tanto ve ne andate via subito. ma io dico che è proprio un posto interessante).

5. scrivere il vostro necrologio.
poi tanto non lo leggerà nessuno ma chissenefrega, magari qualcuno poi sopravvive, e comunque ognuno dovrebbe avere il diritto di scriverselo.
il mio l’ho già scritto, e dovrebbe essere così:

non è mancato, non si è spento (anche perché nessuno gli aveva dato fuoco*), non ci ha lasciato, è proprio che è morto
eddie
ne dà l’annuncio questo cartello, in caso non ve ne foste accorti.
i funerali non si svolgeranno perché, nel caso non fosse ancora del tutto chiaro, il diretto interessato è morto e non può partecipare.
trovatevi voi, una sera, da qualche parte. portate da bere.

* questa la leviamo se muoio carbonizzato

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