lunedì 20 febbraio 2006

del perchè eddie adora viaggiare, nonsotante una lieve idiosincrasia al marchio trenitalia: breve storia edificante sullo stato delle ferrovie in una deliziosa cittadina del nord italia.


il programma è piuttosto semplice.

treno da milano alle 21.15, cambio in trista cittadina di provincia G., attesa di circa un’ora per la coincidenza e treno alle 22.56 per paese di confine L. (casa eddie). arrivo previsto ore 23.44.

per la cronaca, trista cittadina di provincia G. – paese di confine L. distano circa 60 km.

ma a causa dell’insondabilità del destino umano, che permette di avere nella stessa giornata 21 gradi a roma, e decisamente meno ad altre latidudini (cazzo), da casa eddie avvertono che sta nevicando, e sulle strade è caduta l’incredibile cifra di quasi 10 cm di neve, che è la soglia per la mobilitazione totale della protezione civile per calamità naturale, suppongo.

mi immagino le scene apocalittiche e lo sgomento dei miei concittadini, nonchè un passo avanti deciso dell’economia a causa delle ordinazioni di motoslitte.

sono previdente, e chiedo lumi all’assistenza clienti di trenitalia a milano: il treno dalla trista cittadina di provincia G. a casa eddie è garantito.

parto fiducioso e arrivo a trista cittadina di provincia G. alle 21.50, pronto per aspettare un’ora in stazione.

sfortunatamente nella simpatica stazione di trista cittadina di provincia G. non esiste sala d’aspetto. cioè, ne esisteva una, ma adesso che la stazione è in ristrutturazione ne è stata approntata un’altra, che però chiude alle 21, e sembra che le uniche chiavi a disposizione siano custodite in un caveau di zurigo per precauzione.

alle 22.30 viene comunicato che “per le avverse condizioni meteo i treni da e per casa eddie (l’uso del plurale è sospetto, visto che di treni per casa eddie ce n’è uno solo, quello delle 22.56) viaggiano con circa 50 minuti di ritardo”.

insieme ad un manipolo di sventurati chiedo lumi ai dirigenti movimento di trista cittadina di provincia G.: il treno è partito da casa eddie, ma arriverà tardi. forse. (il “forse” è lasciato cadere così, con nonchalance).

nel frattempo ferrovie dello stato informano la gentile clientela che sono liete di farci gelare all’aperto.

chiedo: non è meglio chiamare un autobus? risposta: boh, aspettiamo di sapere che ci dicono da milano.

in effetti, chi ha fretta? qui in stazione si sta così bene e la temperatura è deliziosa. pensavamo di organizzare un pigiama party, nel frattempo.

alle 23.30 viene comunicato che il ritardo è salito a 70 minuti.

a costo di apparire indiscreto, me ne rendo conto, chiedo nuovamente informazioni.

il treno è fermo da qualche parte, e forse non arriva. adesso vedono di capire se devono chiamare un autobus sostitutivo. il motivo dell’incertezza credo sia perchè stanno comunicando con i segnali di fumo che sono disturbati dalla neve. l’uso di telefoni cellulari è proibito da un’enciclica papale contro il modernismo in trenitalia.

alle 24.00 si apprende che il treno arriverà, fra un po’, ma non ripartirà (sempre per motivi religiosi, credo).

da milano fanno sapere che chiameranno un autobus sostitutivo. un’intuizione geniale, effettivamente.

quattro rumeni che devono andare poco lontano, decidono di pagare un taxi a loro spese. rimaniamo in sei, fra cui un simpatico bambino che dopo qualche minuto si permette di osservare che sì, ha un po’ freddo, e magari un po’ anche sonno. i bambini oggi giorno sono sempre più viziati.

nell’ora seguente si apprende che:

-non trovano l’autobus perchè la ditta che ha in appalto il servizio dalle ferrovie non ne ha a disposizione: sono tutti a torino a vedere le olimpiadi.

-c’è un autobus da qualche parte e forse sta arrivando.

-l’autobus dovrebbe arrivare, ma il conducente sta dormendo e va svegliato.

-l’autobus sta partendo ma non si sa da dove. potrebbe essere partito da milano, ma anche da caltanissetta, a ben vedere.

-l’autobus non esiste.

-l’autobus si è perso.

-il conducente dell’autobus ha delle serie crisi esistenziali: i dirigenti movimento di trista cittadina di provincia G. saprebbero come aiutarlo, ma purtroppo non hanno il suo numero di cellulare.

verso l’una la situazione appare più chiara.

è partito un autobus da malpensa, 15 km di distanza da trista cittadina di provincia G.. è quasi arrivato a casa eddie (senza di noi, mi pare ovvio. ma questa lieve incongruenza pare sfuggire agli intrepidi dirigenti movimento di trenitalia. il problema è che decidono da milano, fanno sapere. noi ci immaginiamo dei cervelli tenuti in vita artificialmente in soluzioni acide che prendono decisioni a cazzo).

comunque l’autobus, da casa eddie tornerà a prenderci, e poi ci porterà a casa eddie. la genialità elevata a stile di vita.

all’una e venti, dopo 3 ore e mezza di gelo, un passeggero in ipotermia chiede asilo politico ad un albergo poco distante dalla stazione: un simpatico vecchietto ci mette a gentilmente a disposizione un paio di divani nella hall e un calorifero. il bambino, inspiegabilmente si addormenta appena toccato il divano. non fanno più i bambini di una volta.

io avverto il capotreno che nonostante il conforto di trenitalia, abbiamo trovato qualcuno che ci ospita al caldo. il capotreno prende atto, con la frase: “figura di merda fino in fondo”.

il capotreno diventa il mio idolo.

comunque se vi trovaste a passare per l’albergo “la rotaia” di trista cittadina di provincia G., lasciate una lauta mancia al portiere di notte, grazie.

alle 2.10 arriva l’autobus.

essendo tutti diretti al capolinea, con il capotreno (capo autobus?) si discute l’eventualità di fare tutte le fermate perdendoci in strade provinciali e raddoppiando il tempo di percorrenza.

eventualità che il capotreno riassume con la frase “fanculo tutti, andiamo a casa”.

alle 3.20, l’autobus entra trionfalmente in stazione di paese di confine L..

esclamazioni di giubilo di passaggeri e personale viaggiante, non riportabili in questa cronaca per motivi di decenza.

tempo di percorrenza per 60 km, 4 ore e 25 minuti, per una media sul percorso di circa 13 km/h. vi siete fatti un’idea del concetto che in ferrovia hanno di alta velocità.

trenitalia fa anche sapere che, a causa di avverse condizioni meteo, ai loro dirigenti risulta che non esistano ferrovie in finlandia.

ore 3.35 apro la porta di casa, ringraziando la rete ferroviaria italiana.

ore 8.30 arrivo in ufficio e, inspiegabilmente, ho sonno e mal di gola.


note:


-putroppo è tutto vero. anche le ipotesi fornite sul mancato arrivo dell’autobus da mezzanotte all’una.

-per la toponomastica si ringrazia bpz. lo trovate nei link.




19 commenti:

estate-indiana ha detto...

viaggio fantastico davvero, neanche nei giorni migliori delle nord mi ricordo una cosa simile, ti invidio un po'.

RUNNINGSTILL ha detto...

Paese di confine L. è ai confini della realtà?freddo tremitalia.

manuelcalavera ha detto...

spero che in autobus tu non abbia vandalizzato la veduta del lago di bolsena, 1973 sullo schienale del sedile davanti al tuo.

anonimo ha detto...

vi consiglio anche la linea Roma-Cassino: nemmeno gli autobus abbiamo....


MrOrange

anonimo ha detto...

non era una nevicata, ma lo sfregare delle scopette della semifinale di ufo-curling (svizzera vs oberon).

anonimo ha detto...

bravo!

hai mostrato un ammirevole sangue freddo.


cosima

framilla ha detto...

anche io ieri sera ho rivalutato le nord: ho aspettato 2 ore in centrale la coincidenza per tornare a casa perchè il treno corrispondente era in ritardo causa neve...ma vedo che è niente in confronto alla tua tragica esperienza!

p.s. noi mancini siamo belli e intelligenti!!

dosontrip ha detto...

era meglio a piedi

gudbaj

nino44 ha detto...

ammiro la pacatezza del racconto e il generale self control

Mitilene ha detto...

Tutta colpa del freddo e del gelo; si sa che cimici e scorpioni hanno una certa difficoltà a viaggiare sotto zero, e senza la loro presenza trenitalia non sarebbe la stessa cosa...

Ubikindred ha detto...

E' colpa vostra che vi ostinate a vivere in codeste lande lacustri, nonostante uccelli migratori affetti da aviaria e dirigenti Trenitalia affetti da stronzaggine! ;-)

anonimo ha detto...

è per caso più chiaro, ora, perché io abbia deciso di lasciare simpatica cittadina di confine per disordinata e caotica metropoli di centro? almeno fa caldo, cazzo.


s*

rip ha detto...

So da fonti certe che la selezione naturale delle specie avviene tramite il sistema ferroviario italiano.

Ciò vuol dire che, essendo sopravvissuto, puoi star certo di essere scampato all'estinzione.

Noeyalin ha detto...

Ne ho sentite e vissute parecchio con la cara trenitalia ma ogni volta è un racconto avvincente quanto frustrante :-)

anonimo ha detto...

Buonasera. Siamo gli Ufi crudeli.

La presente per comunicare che non intendiamo più rapirLa.

I nostri esperimenti in confronto a quelli di questa temibile Trenitalia sono nulla. Battuti, ci ritiriamo, certi che le torture inflitte siano decisamente peggiori delle nostre.

ConoscerLa, tuttavia, è stato un piaciere.

anonimo ha detto...

Certo, tu ti ostini a praticare il melting pot! Se fossi rimasto in simpatica cittadina di confine, senza pretendere di andare a Milano, per mischiarti con perversi mostri cittadini, tutto questo non sarebbe successo. Poi dice che i movimenti localistici sono cattivi. vedi che succede?

Cc

eddiemac ha detto...

e-i: guarda, la tua invidia dovrà crescere a dismisura, perchè non è la prima volta che succede

runningstill: paese di confine L. è assai sfigato. infatti ci vivo io.

manuel: no, ho ripassato in giallo in sole che si era scolorito.

mrorange: gli autobus non sono della ferrovia. gli autobus li chiamano quando i treni non vanno. secondo me li chiamano da cassino

minimalblog: oddio, fra gli ufi e gli svizzeri adesso non so chi tifare (com'è finita? e la finale?)

cosima: con quel gelo, avere il sangue caldo è un'impresa

milla: eravamo in centrale insieme. magari ci siamo anche visti. (uhm. due ore? vuoi dire che dovevi prendere il treno per colico che hanno soppresso? o il 19.25 per domodossola?)

doson: era meglio con la slitta, secondo me

nino: non è che se ti incazzi poi le ferrovie funzionano meglio, purtroppo.

mitilene: tre l'altro le pulci sono le uniche che viaggiano gratis

ubik: che ci vuoi fare, siamo fatti così (nel senso che ci droghiamo, credo)

sarah: 21 gradi. vergogna

rip: sono scampato all'estinzione solo perchè il treno non è andato a fuoco

noeyalin: esiste una letteratura dedicata a trenitalia? ci si può fare dei soldi?

ufi crudeli: no, dai. venite a prendermi

cc: giusto. hai ragione. adesso buco le gomme a tutti i perversi mostri cittadini che passano di qui nel weekend

anonimo ha detto...

Ti avrei salutato prima ma ho campeggiato a Malpensa chè venerdi nemmeno gli aerei. Ho aspettato oreeoreeore per poi sperdermi a Oleggio, nella nebbia, quasi nel Ticino. Grandi imprese

wabbit

anonimo ha detto...

che sfiga. sil