venerdì 16 settembre 2016

c’è chi vede i fantasmi, c’è che sente le voci, io ultimamente sento dei fischi.
non del tipo che hai rapito l’arbitro e l’hai chiuso in bagno, più una cosa tipo hai lasciato il caricabatteria attaccato alla presa di corrente senza un dispositivo in carica e lui l’ha presa male.
poi occhei, anche le voci, ma quelle le ignoro (tranne quella che mi recita il salterio di egberto, quella è carina).
nel frattempo, come da tradizione, diluvia.
qualche tempo fa mi sentivo forte a tressette e avevo giocato con alcune divinità del clima. se avessi vinto, potevo avere un settembre caldo e soleggiato; in realtà ho vinto, ma sapete come sono le divinità del clima, no?
comunque esistono metodi per gestire la sconfitta, tipo il paradosso di parrondo (parrondosso) oppure basta vedere i lati positivi (io sono bravo a vedere i lati positivi, in una scala da 1 a 10 sono a livello pollyanna), ad esempio mica fa freddo, è solo che diluvia.
io mi infilo il mio costume da capitan harlock ed esco sulla tolda a lanciare segnali luminosi alle astronavi di passaggio

sabato 3 settembre 2016


lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
ma quello che non ho capito
è perché dovrei voler morire in fretta

(inserite un autore a caso, tanto per l'internet è uguale)


esco di casa e sulle scale vengo avvolto in una ragnatela di due metri quadri, e all’improvviso mi chiedo se tolkien abbia mai abitato a casa mia quando ha iniziato a scrivere di shelob.
qualche minuto dopo sono di nuovo in ufficio con la classica espressione contrita di un protozoo flagellato.
per simulare un elettroshock in grado di riportarmi al mondo reale infilo due dita nella presa (detta anche presa di coscienza) ottenendo però scarsi risultati.
con tutta probabilità mi sto lamentando, ma il mio cervello (come suo solito) non sta registrando l’operazione.
avere un cervello che lavora in autonomia, senza apparentemente informare il resto del corpo, è un vantaggio per alcune discipline sportive (quelle in cui il gesto atletico deve venire automatico).
molte di queste permettono di accedere ad eventi sportivi internazionali, in ordine di prestigio: universiadi, olimpiadi, geremiadi.
uno dei grandi risultati di questa estate (a voler essere precisi, l’unico grande risultato) è stato poter ripetere un numero di volte molto vicino ad infinito il mantra “solo puffin ti darà forza e grinta a volontà”, il che è quanto di più potessi chiedere dall’universo in questo momento.