martedì 23 febbraio 2016

allora, io avevo una vecchia postepei, occhei? occhei.
ora si dà il caso che debba usarla per una spesa minima (tipo 10 euri), da fare online su un sito in cui non si può usare la carta di credito, ma postepei sì (perché questa cosa accada nell’internet del 2016, è un mistero. un po’ tipo “come ha fatto la grecia a vincere un europeo?” o “perché la gente crede ai fantasmi?” oppure “perché duecento persone vanno in palestra la sera a fare attività fisica ma parcheggiano tutte in settima fila a meno di dieci metri dall’ingresso pur di non fare attività fisica?”. non c’è una ragione logica, è così e basta).
dunque, purtroppamente la carta è scaduta.
allora devi telefonare a un numero verde e provi a prendere la linea finché alla fine parli con un call center in cui specifichi che tu sei tu (per specificarlo ti chiedono il numero della carta, il codice fiscale, che lavoro fai, dove abiti, che scuole hai fatto) e alla fine ti mandano una carta nuova. occhei? occhei.
dopo un paio di settimane ti arriva la carta.
dopodiché puoi usarla? ma neanche per sogno.
devi telefonare (è già andata bene, potevano chiedere di mandare un telex) per attivarla (era in letargo? ha un chip a tempo? c’è un unico grosso pulsantone giallo da qualche parte sul pianeta che attiva le postepei? non si capisce bene).
quindi fai nuovamente il numero verde e provi nuovamente a prendere la linea, finché alla fine parli con un call center in cui specifichi nuovamente che tu sei tu (per specificarlo ti chiedono il numero della carta nuova, il codice fiscale, che lavoro fai, dove abiti, che scuole hai fatto, che fai nel weekend. no, dico davvero, mi hanno chiesto cosa facevo nel weekend. caro marco, se sei ancora interessato, alla fine sono andato a camminare nel bosco).
e, come per magia, la tua carta è attivata.
dopodiché puoi usarla? ma neanche per sogno.
deve arrivarti il pin.
anche il pin te lo mandano via posta, ovviamente, quindi potrebbe arrivare dopo due giorni come dopo due ere glaciali (un gruppo di esperti di posteitaliane aveva valutato il piccione viaggiatore, ma la proposta è stata respinta).
ma insomma, prima o poi il pin arriva.
occhei, aspettiamo il pin. (inserire qui il rumore degli eoni passati ad aspettare).
ma ecco che magicamente il pin si materializza nella cassetta della posta, e quindi tu sei il felice possessore di una postepei attiva con tanto di pin.
dopodiché puoi usarla? ma neanche per sogno.
devi abbinare un numero di telefono a quella carta (perché gli esperti di posteitaliane devono poter telefonare alla carta, per sapere se tutto va bene, e se ha indossato la maglia di lana).
occhei, quindi come si fa per abbinare un numero di telefono a una postepei?
DEVI ANDARE FISICAMENTE IN UNA DANNATA POSTA
allora, se volevate competere con trenitalia nella classifica del mio odio, ditemelo subito.
io mi iscrivo ai terroristi e poi mi faccio saltare in aria in un ufficio postale dentro una stazione.
(cara polizia postale, non dicevo sul serio. anche se ammetto che molte volte ho avuto il desiderio)

giovedì 4 febbraio 2016

sono in ufficio, impegnato nello studio di un modello di respirazione olotropica, quando all’improvviso squilla il telefono.
il metodo consiste nell’appoggiare la tempia destra sulla scrivania, avendo cura di interporre le braccia incrociate fra la testa e il ripiano della scrivania, poi chiudere gli occhi e armonizzare il respiro con il clock del computer per il resto del pomeriggio (non avrei dovuto spiegarvelo: poiché la pratica non è ancora stata adeguatamente sperimentata e inserita nelle discipline essoteriche, abbiate cura di eseguirla quando non c’è nessuno con voi in ufficio).
questi esercizi fanno parte di un training aziendale per diventare maestro di fotocopia e cintura nera di scansione, e io cerco di impegnarmi al massimo per ambire ad avanzamenti di carriera, o guidare in prima persona dei seminari di aggiornamento in un prossimo futuro.
ovviamente se il telefono squilla nel mezzo della pratica è oltremodo fastidioso, perché accelera pericolosamente il passaggio degli stati di coscienza.
è molto pericoloso perché, secondo gli accordi internazionali vigenti, per accedere ai diversi stati di coscienza occorre mostrare il passaporto di coscienza, e nella fretta capita che uno si dimentichi e si ritrovi una denuncia per immigrazione clandestina in stati di coscienza sovrani.
ad ogni modo chiamavano per una raccolta fondi promossa da un avvocato di lucerna, a capo dell’associazione internazionale delle vittime di candy crush, a cui ho risposto fingendo di essere una nutria.
diciamo che non è strano che squilli il telefono, mi chiamano quasi quotidianamente i call center di:

- un produttore di olio per una vendita all’ingrosso di olio toscano derivato dall’olio motore esausto;
- un’associazione che raccoglie fondi per gli operai del settore agroalimentare di un pianeta orbitante intorno a sirio;
- operatori telefonici che garantiscono 3 giga di traffico con una connessione telepatica per una somma a partire da 2 euro (per un massimo di 872 euro mensili, in caso di attivazione di alcuni servizi base, tipo usare internet);
- un allevamento di conigli rosa interessato a una sponsorizzazione annuale;
- un editore finanziato dalla polizia di stato che vende una versione del codice civile illustrato da gustav dorè;
- il comitato per lo sviluppo della coltivazione di oloturie che ha incaricati in zona pronti per ricevere una donazione.

finito la pratica esco dall’ufficio mentre il vento mi alesa le orecchie e cerco di arrivare a casa senza dare troppo nell’occhio.
la sera studio fenomeni di aderenza di molecole organiche al tessuto del divano, inserisco l’encefalo nello shaker neuronale, poi mi infilo a letto e scrivo mail, che però rimangono solo nella mia testa e non arrivano mai a destinazione.
essenzialmente perché il mio letto non ha un sistema di videoscrittura e non è connesso a internet (quindi forse ne approfitto qui: ciao manolo, ciao miru, ciao alf).