lunedì 30 maggio 2005

settimana scorsa mi sono iscritto a un corso per aspiranti paranoici, mi piaceva il titolo della prima lezione: “loro vi guardano. fate ciao con la manina”.

lo tiene un ex dirigente dei servizi segreti, si occupava dell’approvvigionamento della carta igienica nei bagni del sismi (nei quali veniva monitorata l’attività gastrica degli italiani tramite sismografi) nascosti sotto la fermata di palestro della metropolitana di milano (nome in codice: la sottile linea rossa).

sono il primo del corso, anche perchè mobilito le mie eminenze grigie (dei cardinali brizzolati) per i compiti a casa sull’esoterismo. fnord.

nonostante questo, tutte le sere, quando esco dall’ufficio, vengo assalito da un manipolo di questuanti.

il più insistente è il presidente dell’associazione partita a skopye, fronte no frost per la liberazione della macedonia dalla schiavitù delle coppette a fiori. riesce solo a dire l’occidente ci sfrutta prima che lo termini trafiggendolo con una sarissa.

quando arrivo a casa metto sullo stereo pratt & whitney, concerto F 14 per ottoni I e III, archi acuti e turboreattore.

venerdì 27 maggio 2005

apologia della pianificazione: un paradosso.


coltivo un irreprensibile disordine mentale.

ad ogni modo, puoi organizzare qualsiasi cosa, ma l’universo difficilmente ne terrà conto.

mercoledì 25 maggio 2005

lettere dal confine


il sole si spalma sulle montagne e scivola piano verso il lago, il panorama abbandona la scala di grigi per passare rapidamente ad un colore intenso ma non acceso. qui i colori non si accendono mai, come i fuochi nei boschi.

dal freddo umido di una primavera ancora troppo timida, attirati dall’insolita giornata di sole, escono dalle tane i primi animali estivi che popolano la valle: lucertole (nelle versioni muraiola e degli arbusti), insetti (nelle versioni pittoresco e fastidioso), e tedeschi (nelle versioni autentico e switzerdütch).

per la giornata di oggi il meteo prevede sensazioni sparse, accompagnate da sonnolenza nel primo mattino con leggero attenuamento nel pomeriggio.

la sera, a volte, cammino per le provinciali contemplando il cielo stellato sopra di me e la birra scura dentro di me (non che viva a könisberg, semplicemente mi avvalgo di una deliziosa penuria di lampioni sulle strade).

sopravvivo. è un vantaggio, se hai delle cose da fare.

poi non so, aspetto un evento risolutore, tipo un’ecpirosi, o qualcosa di simile. anche una donazione di beni immobili, che so, il castello di sutri andrebbe bene, per dire.

insomma, tutto qui (il nuovo mensile dedicato al nipote di paperino).

lunedì 23 maggio 2005

alcune cose che dovreste sapere nell’attesa che io trovi il tempo di far funzionare nuovamente quello stupido ammasso di ferraglia inutile che sta di fianco alla mia scrivania (e che io, incidentalmente, chiamo computer) prima che l’universo collassi su se stesso.


piove di nuovo, una pioggia battente bandiera autunnale che inchioda il cervello in modalità sonno profondo.

esasperate dall’estenuante lotta contro un’esistenza in scala di grigio, due lampadine di casa si sono suicidate; abbiamo avviato le procedure di debriefing, ma iniziamo a temere per il boiler.

il mio maestro di auto smaterializzazione mi riceve tutti i martedì sera per la mia lezione settimanale, solo che ultimamente sta progredendo rapidamente sulla via della sapienza e mi è un po’ difficile trovarlo.

il fatto che l’altro allievo che seguiva con me le sue lezioni stia cominciando a credere che il maestro non sia mai esistito non mi trova del tutto d’accordo. e comunque, molte riflessioni sulla prova ontologica ci insegnano che non è il caso di considerare l’esistenza una perfezione.

il germano reale, credo ispirato da paul revere, mi ha lasciato un biglietto in un calzino. nel biglietto c’è il nome e l’indirizzo di una persona di milano, e un messaggio che dice “grazie per il grissino”.

giovedì 19 maggio 2005

provo a connettermi a internet, ma esce sullo schermo un messaggio di errore.

chiedo la verifica del notaio. mi spiegano che il notaio vuole almeno 200 euri e lascio comprensibilmente perdere.

scopro che il mio pc mi ha dichiarato guerra. sostiene che il task manager sia uno strumento imperialista per il controllo della sua privacy e non mi ci fa accedere. come primo atto di ribellione ha convinto il mediaplayer a passare dalla sua parte, poi ha rapito l’icona della adsl e si rifiuta di liberarla. system32 è stata colonizzata e adesso ci vivono delle comuni anarchiche che resistono con la forza allo sgombero, praticano la comunione dei beni e hanno sviluppato la dottrina della tecnologia della liberazione.

un pc così lo definirei mente catto-comunista.

scateno gli antivirus in una lotta iconoclasta, ma mi rispondono tutti che si rifiutano di intervenire contro un proprio simile. mi mancavano giusto gli obiettori di coscienza.

faccio la conta dei danni. riesco ancora a usare word e altri programmi satellite come photoshop e dremweaver, che sono politicamente neutri (peccato che non abbia installato nero), poi mi risolvo a fare l’unica cosa sensata: levo la corrente.

mi lascio andare contro lo schienale della sedia e mi appare un alert box nel cervello: “stai sprecando il tuo tempo”.

praticamente è la storia della mia vita.

martedì 17 maggio 2005

mi ha contattato la congrega dei viaggiatori dell’iperspazio, una religione che afferma che la via per la salvezza passa attraverso il raggiungimento di record nel pinball di windows.

il pinball di windows assurge a metafora per il cammino della vita, secondo i loro calcoli io potrei saltare il grado di alfiere ed entrare nella congrega direttamente con il grado di tenente.

ho fatto presente che vista la mia attuale situazione economica preferirei essere inquadrato come nullatenente.

nel frattempo il fax del mio ufficio ha deciso di adobbarsi come un albero di natale e adesso curiose lucine intermittenti mi guardano da sopra la scrivania. lo psicologo che lo segue non ha parlato di depressione, anche se dai test effettuati si evince che il soggetto sia in stato di stress ed è per quello che si sente leggermente sotto toner. il problema è che finchè il fax non si convince che vuole essere aiutato non c’è nulla da fare.


sport news, aggiornamento

tecnologia batte eddie 2 a 0.

venerdì 13 maggio 2005

il signore fa piovere sui buoni pasto e sui cattivi pensieri.

il signore, evidentemente, non sta troppo lì a sottilizzare, basta che piova. e in effetti, piove.

vorrei fargli notare che le mie aspettative sul clima non sono esattamente quelle di un popolo nomade nel deserto mediorientale, ma tant’è.

fra le altre cose, avevo un paio di domande da rivolgere al gatto, ma stamattina non gli andava di parlare.

era troppo impegnato ad imitare carla fracci, camminando in punta di zampa (un’imitazione pessima, comunque. gliel’ho fatto notare e lui si è un po’ risentito. ha continuato a zampettare qua e là per qualche minuto prima di andarsene sdegnato).

di solito in pausa pranzo mi diletto nella composizione di haiku nippo-ticinesi prima di immergermi nella meditazione (pratico una nuova tecnica zazen della scuola di soto, consiste nel meditare sdraiati soto una coperta, detta anche posizione del dormiente. pare fosse in voga fra agenti segreti della stasi nello scorso decennio), invece oggi ho impiegato buona parte della pausa pranzo per cercare di aprire la porta di casa, prima di capire che stavo usando la chiave sbagliata. l’altra parte della pausa pranzo invece, l’ho sfruttata al meglio accorgendomi di essere al piano sbagliato.

torno al lavoro travestito da operaio della compagnia del telefono e litigo per un paio d’ore con un fax convertito al nominalismo dalla lettura di roscellino. poi, visto che non si convince con la dialettica, opto per una formattazione a basso livello colpendolo ripetutamente con il manuale del restauro architettonico di luca zevi.

gioisco saltellando vittorioso ad esclusivo beneficio del pubblico, anche se in ufficio non c’è nessuno: pare siano tutti ad una rappresentazione del lago dei cigni con il gatto nella parte di protagonista.

la sera, prima di uscire dall’ufficio, chiamo il mio pusher preferito e ordino cinque tonnellate di lino a spese della ditta.

post cena (pasqualis)
è risotto, come aveva detto, alleluja

mercoledì 11 maggio 2005

stavo cercando di organizzare la prima olimpiade per corse di sedie da ufficio, anche se avevo qualche problema con dei dettagli tecnici. non riuscivo a trovare delle piste di atletica piastrellate.

a volte, quando ho bisogno di pensare, mi metto nella vasca da bagno. a volte la riempio anche di acqua, possibilmente calda. se decido di fermarmi lì per un po’, mi tolgo anche i vestiti.

invece ho deciso di mettere sullo stereo un vecchio cd di ben “fatto” harper e continuare con l’ikebana applicato alla ghiandola pineale, poi mi sono messo a preparare una minestra di cereali secondo l’assunto di magritte “ceci n’est pas lenticchie”.


sms fra il sottoscritto e un malato di mente possessore di un blog straordinariamente giallo

- benedetto benedice benestanti benefattori beneventani con il beneplacito benestare di benemeriti benedettini

- ben detto!

lunedì 9 maggio 2005

trovarsi su due piani astrali differenti non inibisce la comunicazione.

consci di questo assunto fondamentale due muratori sono impegnati nella briscola del lunedì mattina, mentre si trovano rispettivamente al primo e al quarto piano del palazzo di fronte al mio ufficio.

pochi metri più sotto, in osservanza alle più strette discipline orientali, un martello pneumatico si inserisce su un tappeto sonoro di compressore ad intervalli regolari di 12,7 secondi, provocando un movimento ondulatorio ritmico che dà origine ad una vibrazione in grado di indurre lo stato alterato di coscienza consigliato dalla scuola mahayana (quella del grande veicolo, attualmente sponsorizzata dall’iveco) per l’acquisizione della consapevolezza sul non-essere, così come descritta nella stesura delle modifiche del vi sec. al canone pali di ponteggio*.

il raggiungimento del nirvana è festeggiato da una serie di danze caratteristiche accompagnate da una suite di musica bitonale tibetana eseguita da un quartetto di pistoni di motocarro (i quattro musicanti di bremach).

io ripeto in continuazione ‘formaggio tigre contro formaggio tigre’ come mantra di purificazione


* è un periodo complesso, mi rendo conto. d’altra parte la situazione storica è quella che è (apparente tautologia introdotta per ovviare ad una conversazione che sarebbe quantomeno impensabile sostenere fra le 8.00 e le 9.37 di lunedì mattina)

mercoledì 4 maggio 2005

non è che avessi voglia di camminare, ma un’anomalia spazio temporale fagocita tutti i parcheggi nei mercoledì di maggio, quindi eccomi immerso fra la folla di turisti festanti (ne approfitto per chiarire una volta per tutte: la mia macchina non è sporca. con un equipe di psicologi abbiamo creato il primo test di rorschach in movimento della storia)

essendo uno dei pochi deambulanti di lingua italiana, vengo avvicinato da alcuni attivisti del movimento penne tricolori: lottano per un italia al pomodoro, basilico e mozzarella e sono molto preoccupati per alcune voci che li mettono in relazione con una multinazionale dei surgelati.

mi rifilano alcuni opuscoli (fra cui “scioglietevi” con in copertina una mozzarella filante e “torte di guardia” per una alimentazione sana e mediterranea) prima che mi defili con scaltrezza infilandomi in una unità di misura della pressione.

ordino scientemente un panino immangiabile, e quando arriva intrattenengo gli astanti cimentandomi in una rievocazione storica della defenestrazione del prosciutto di praga mentre intono il tipico canto da pub di montagna, dio del cielo, signore delle chimey (tappo blu), per la gioia di una giovane coppia di hannover che cercava diversivi per rinsaldare la propria intesa sessuale.

poi, finalmente, decido di smaterializzarmi per rimaterializzarmi in un giorno diverso.

a essere molto fortunato, anche su un pianeta diverso.


update di scioglilingua

(declino ogni responsabilità*, è colpa di kaplan)

1. se l’arcivescovo di istanbul si disarcivescovistambulizzasse, vi disarcivescovistambulizzereste voi?

2. se l’arcivescovo di roma si disarcivescovisratzingasse, vi disarcivescovisratzingereste voi?


* io responsabilitai, tu responsabilitasti, egli responsabilitò, noi responsabilitammo, voi responsabilitaste, essi responsabilitarono

lunedì 2 maggio 2005

mi hanno spiegato che rimanere ore a fissare un pavimento è considerato normale solo se sei un piastrellista. non capsco perchè mi si debba discriminare così.

il mio cervello trasmette una televendita di reperti del mesozoico. il conduttore è un filo di tungsteno che offre prezzi vantaggiosi e alcuni pezzi della sua collezione di vasi canopi in omaggio.

nascosto fra il pubblico un osservatore attento vedrebbe gerberto d’aurillac travestito da esecutore immobiliare esperto in estrazioni del lotto, se solo l’onu non avesse già certificato che gli osservatori attenti non esistono.

io cerco distrattamente di rimuovere la segreteria telefonica connessa direttamente alla ghiandola pineale; ho qualche difficoltà a sostituire il messaggio preregistrato “questo cervello è momentaneamente assente, lasciate un messaggio e sarete richiamati entro il 2017”


le cinque domande da non fare quando si chiede un mutuo ad una società di leasing

1 a queste condizioni io il mutuo lo accenderei pure, ma almeno il fiammifero ce lo mette lei?

2 come sarebbe a dire che il mio gatto non va bene come garanzia?

3 cioè, voi mi date dei soldi e io devo ridarvene di più?

4 una busta paga è un involucro soddisfatto?

5 non capisco perchè non posso avere lettura e sport come interessi