domenica 30 dicembre 2012

non so se ve ne siete accorti, ma il mondo non è finito. ne è rimasto ancora un po’ in frigo. se ve lo state chiedendo, se nessuno lo finisce va via con l’umido*.
in ufficio il router è entrato in modalità albero di natale e si riempie di lucine intermittenti, ma soprattutto fisse. io in genere non apprezzo lo spirito natalizio delle periferiche (non apprezzo lo spirito natalizio di nessuno, se devo essere sincero) ma il risultato è che internet, fax e telefono non funzionano.
il call center di fastweb da 4 giorni sostiene che entro 72 ore il problema sarà risolto, probabilmente perché hanno trovato un modo per curvare lo spazio tempo.
io provo a chiedere al gatto se riesce a risolvere il problema, ma pare che non sia granché interessato. in macchina jj johnson è sei mesi che mi suggerisce di chiamare jj5, il che aiuta, ma non migliora la situazione del router.
alla fine vado a casa, saluto piccettino e martina navratilova e mi infilo nella lavastoviglie.
la sera guardo la coppa spengler, la nfl oppure leggo.
ad esempio, peer jaan aavingsberg, ricercatore presso il dipartimento di geografia dell’università di lovanio, ha analizzato in dettaglio lo sviluppo della cartografia occidentale.
secondo il suo libro “la mappa non è il territorio sennò si chiamerebbero uguale” (ed. jaka book) i cartografi occidentali avrebbero trovato particolari difficoltà nella mappatura dell’indostan, e in generale la regione ad est dell’indo, forse anche per la difficoltà che rappresentava attraversare la catena dell’hymalaia; tanto è vero che in alcune mappe del 1500 si trova erroneamente indicato come indokazzostan.
a breve sono previste le nuove uscite dei libri di aavinbeerg “la mappa non è un ornitorinco” sulla storia della geografia dell’oceania e “la mappa non è un acceleratore nucleare” sulla ricerca del bosone di higgs (immagino saprete che l’hanno trovato: era in fondo a un cassetto).

* noi qui si fa la raccolta differenziata della frazione umida**. è facile perché piove spesso
** mi rendo conto che “frazione umida” fa un po’ staffetta di atletica, ma vi giuro che si dice così

martedì 11 dicembre 2012

è un tranquillo sabato di dicembre, il lago brilla sotto i raggi del sole, le montagne innevate svettano indomite nel cielo limpido del pomeriggio e il termometro della farmacia segna 19 gradi.
peccato che il termometro della farmacia sia rotto.
io ho addosso così tanti strati di piumino da avere il profilo dell’omino michelin dopo che ha mangiato pesante e non saprò mai quanti gradi ci sono realmente perché nessuno dei pinguini qui intorno sa aiutarmi.
torno a casa e mi metto in ascolto di comunicazioni da parte degli ufi.
dopo che mi hanno devastato un comignolo parcheggiando l’astronave, ho convinto gli ufi a comunicare con dei colpi sulle falde del tetto (è uno dei vantaggi di abitare in un sottotetto. ce ne sono anche altri, ma ora non mi vengono in mente).
abbiamo stabilito un codice:
  • 1 colpo sulla falda sinistra e 3 sulla falda destra sta per: invasione immediata;
  • 4 colpi a sinistra e 4 a destra sta per: stamattina effettuiamo ricognizioni sotto copertura travestiti da postini;
  • 7 colpi a sinistra e 1 a destra sta per: atterriamo per le 22 gmt, a murmansk. ma solo se non fa troppo freddo;
  • 3 colpi a sinistra e 1 a destra sta per: sabato riunione operativa al bar, che c’è la birra di natale della theresianer con le alette di pollo piccanti;
  • 24 colpi a sinistra e 37 a destra sta per: abbiamo perso il conto e non sappiamo più cosa volevamo dire;
  • 126 colpi a sinistra e 82 a destra sta per: c’è un maledetto ghiro sul tetto che disturba le comunicazioni.
  • io e martina navratilova ci mettiamo in ascolto ma tutto quello che sentiamo sono i tarli nella cesta della legna, così alla fine ci tocca accendere il camino per evitare che i tarli ci invadano.
    la sera gestisco con fermezza un tentativo di sovversione interna da parte del comitato per la liberazione delle alette di pollo piccanti, poi cambio le pile del radiofaro e mi infilo nella lavastoviglie.
    se ricevete comunicazioni per me da parte degli ufi, mandatemi una mail

    martedì 27 novembre 2012

    mi sveglio mentre un coro di nani da giardino installato sul davanzale e diretto da hugh troy junior canta fever all through the night, everybody's got the fever, that is something you all know battendo ritmicamente la testa contro la finestra.
    in mancanza di una sezione ritmica, battere la testa contro la finestra aiuta più che schioccare le dita. almeno stando al mio maestro di armonizzazione interiore. e comunque è piuttosto difficile insegnare a un nano da giardino a schioccare le dita.
    pur avendo qualche lieve difficoltà articolare e motoria, analizzando brevemente le differenze fra indie pop e indie per cui mi alzo.*
    piove, fa quasi freddo, e il mio tentativo di ricreare un microclima simile a quello delle trobriand è miseramente fallito (peccato perché avevo già preso in considerazione di travestire piccettino** da malinowski).
    avendo consapevolezza che la prossima bella giornata sarà fra circa sette mesi, il numero di bestemmie per minuto tende decisamente al limite di bremermann.
    ad ogni modo sono felice di alzarmi perché in agenda ho un paio di problemi scientifici molto stimolanti che ho approcciato con il metodo filosofico.
    so che molti scienziati sono convinti che non esista un modello filosofico; invece il modello filosofico esiste, è scientificamente applicabile e suona più o meno come: "da qualsiasi parte la guardi, non otterrai mai lo stesso risultato". da lì si iniziano ad applicare modelli stocastici, la meccanica quantistica, poi di solito si lascia perdere e ci si beve una birra (la filosofia non risolve i problemi, li abita. ma non ci paga l'imu, sennò non avrebbe i soldi per la birra).

    * questa frase è pericolosamente instabile, ma un team di esperti ha stabilito che non può esplodere.
    ** andré agassi si chiama così in omaggio a leo ortolani, quello che disegna rat-man. per chi non lo sapesse, leo ortolani, con un tempismo invidiabile (appena una decina di anni di ritardo), ora ha un blog: questo. poi non ditemi che non vi avevo avvertito.

    lunedì 12 novembre 2012

    stavo cercando di suicidarmi con freecell (un team di esperti ha stabilito che è possibile, anche se c’è il fondato rischio di non morire ma di diventare epilettici a vita) quando un emissario di andreetta e pesciallo* mi fa sapere che martina navratilova, franco davin e suo fratello bicer mi aspettano per disquisire sulle possibilità di del potro di arrivare in finale al master.
    di norma leggerei il futuro nei fondi di gattinara, ma è un passatempo decisamente costoso, così decido di aspettare domenica.
    nel frattempo mi inserisco in contese verbali con la delicatezza che contraddistingue un board check di petteri nummelin e continuo ad interrogarmi sul principio di realtà (secondo un’interpretazione filosofica eterodossa che attualmente mi sento di condividere, la realtà non è altro che ciò che continua ad esistere anche quando smetti di crederci. è un modo come un altro per dire che il nostro universo è piuttosto testardo).
    quando ho un po’ di tempo mi sdraio sul divano e studio le affinità e le divergenze fra il brandy vecchia romagna e il brandy questa mano zingara.

    * se non sapete chi sono andreetta e pesciallo vuol dire che non avete mai visto la tsi (che adesso si chiama rsi perché la creatività degli svizzeri è illimitata). d’altra parte, google sta lì apposta, devo dirvelo io? ma se solo aveste un briciolo di fiducia in me (lo so che non l’avete, dico per dire) potete tranquillamente andare avanti a non saperlo e vivere bene uguale.

    ultim’ora
    in uno studio sulla cultura arcaica pubblicato sulla rivista “nature” l’etnologo marc zetterberg è giunto alla conclusione che alcune frasi della saggezza popolare mediterranea andrebbero riviste sulla base di pregiudizi radicati nelle comunità di quelle aree geografiche. i risultati dello studio saranno pubblicato in un libro edito dal saggiatore dal titolo timeo danaos et dona bionda

    mercoledì 31 ottobre 2012

    non è che sono sparito (cioè, ci ho provato, ma il corso di smaterializzazione ha subito un lieve ritardo perché non riusciamo più a trovare il maestro) è solo che mi si sono congelati i neuroni.
    ieri io ed alcuni pinguini stavamo scrostando il ghiaccio dal parabrezza dalle nostre auto (alcuni i pinguini hanno la patente, sì. è una scelta razionale, quando si rendono conto di quanta fatica fanno a muoversi sulla terraferma) con grande scorno di alcuni gabbiani di passaggio che stavano provando alcune accelerazioni nella speranza di trovare un ingaggio nell’ambrì piotta.
    ho ancora il cervello tarato sulla funzione paraflu quando all’improvviso un pakistano con lo zaino di poochie mi chiede se può lasciare dei dépliant nella cassetta della posta o, in alternativa, vendermi un’edizione del de trinitate di sant’agostino rilegato in brossura.
    opto per i dépliant, poi metto il riscaldamento dell’auto sull’opzione harmattan e aspetto che vada in temperatura e in ufficio. invece niente, devo guidare io.
    questo mi ricorda che invece alcune astronavi madri* delle flotte ufi hanno la rotta impostata in automatico (mentre gli ufi più evoluti usano il teletrasporto**) e la maggior parte delle rotte prevede di evitare la terra, per lo meno finché la specie homo sapiens è in giro per il pianeta (la specie homo sapiens non è abituata a pensare in termini di tempo su scala planetaria. noi ci immaginiamo che il pianeta sia a nostra disposizione e che lo occupiamo da sempre. in realtà, in termini generali, se paragoniamo l’età del pianeta ad una giornata di 24 ore, noi siamo qui da circa un trenta secondi. quindi una specie aliena che ha avuto tutto il tempo di visitare la terra e quando arriva la trova occupata da homo sapiens riassumerebbe la questione con un’unica parola: sfiga. tra l’altro ora c’è anche molto meno posto per parcheggiare l’astronave).
    in serata, io, martina navratilova e andré agassi (che però vuole restare in incognito, e d’ora in poi lo troverete indicato come “piccettino”) proviamo a testare delle procedure per spostare dei bias cognitivi, peraltro con esisti nulli. il risultato è che nella notte vengo svegliato, a fasi alterne, da piccettino e dal fantasma di bluma zeigarnik.

    * l’astronave madre è quella che ti ricorda di metterti la maglia di lana
    ** il senso del teletrasporto è stato per molto tempo frainteso. la maggior parte della gente qui intende il teletrasporto come uno strumento che ti porta nel posto in cui vuoi andare. inteso correttamente, il teletrasporto è esattamente l’opposto: porta da te il posto dove volevi andare.

    domenica 14 ottobre 2012

    da grande vorrei fare lo psicologo delle divinità. credo sia un lavoro in cui ci siano buoni margini di manovra, ma ho alcuni dubbi sullo stipendio.
    in ogni caso, a sentire gli appartenenti alla specie homo sapiens (lo so che faccio parte pure io della specie homo sapiens, ma trovo ingiusto che uno non possa scegliere la propria specie di appartenenza) le divinità tendono ad essere particolarmente insicure.
    voglio dire, hanno sempre bisogno che uno si ricordi di loro, si offendono se non le ringrazi per ogni cosa, se uno dubita della loro esistenza ci rimangono malissimo e inviano sventure e carestie, se le insulti la prendono subito sul personale, e come se non bastasse quasi tutti pretendono di essere unici oppure litigano fra di loro per stabilire chi è il migliore. come la chiamereste voi se non insicurezza cronica?
    io non so se esiste un dio del torcicollo, ma se esiste mi odia.
    nel tardo pomeriggio sono su un treno fermo nella campagna di abbiate guazzone (un nome, un imperativo).
    sono abbandonato su un sedile ma rigorosamente in posizione ascetica e, come tutti i mistici, emano un lieve aroma di mentolo, limone, bergamotto, lavanda e rosmarino, che un primo esame olfattivo potrebbe identificare come perskindol (lindert den schmerz und fördert die heilung bei) quando si materializza di fianco a me david gnomo (che, inspiegabilmente, invece del cappello a punta indossa un sombrero).
    parliamo del più e del meno e di altre operazioni elementari fino a quando non scompare perché disturbato dall'alta tensione della linea aerea che torna in funzione.
    io continuo il viaggio con la spiacevole sensazione che avrei dovuto chiedergli qualcosa a proposito di quella questione del sombrero.
    poi niente, arrivo a milano e in ordine sparso, vedo gente, cerco di trasformare il bistrot letterario in un appartamento, cammino, mangio kebab, e sono felice.

    mercoledì 3 ottobre 2012

    stavo facendo rafting a bordo della peugeot 206 per andare in ufficio*, quando all’improvviso mi appare il capitano achab travestito da postino per informarmi che si sono perse un po’ di raccomandate (la raccomandazione è un problema tutto italiano, in effetti) e ci vorrà ancora un po’ di tempo per la questione della balena.
    provo a dirgli che sarebbe molto più saggio da parte sua lasciar perdere i cetacei (mica sempre i cetacei possono vincere) ma è già salito a bordo della sua mini-pequod motorizzata con un’espressione che interpreto come “devo finire di montare l’armadio ikea” o anche “sono inseguito da orde di cavedani che vogliono vendermi delle giacche di pelle beige” (ma potrei anche sbagliare, ho dei problemi enormi con il sottotesto. quindi se dovete dirmi qualcosa siate chiari, cortesemente. e non sperate che io intuisca qualcosa che si legge tra le righe, che io tra le righe ho sempre visto dello spazio bianco, e non mi aiuta granché. sono serio, davvero. posso essere anche altri fiumi a caso se servisse a convincervi).
    nel frattempo il mio cervello è in bilico sul baratro, un po’ come philippe petit al world trade center, ma senza bilanciere. il che è abbastanza normale, credo. o almeno così mi hanno assicurato le voci che sento uscire dal tostapane.
    per passare il tempo, invece di usare il classico minipimer, io e martina navratilova la sera lottiamo contro una scarpa. non è il caso di sottovalutare una scarpa, tanto più che questa ha un aspetto decisamente sinistro. infatti alla fine la scarpa vince, e noi ci ritiriamo in buon ordine.
    nel tempo libero guardo rai5, metto robe inutili fra parentesi e cerco di addormentarmi e svegliarmi un numero di volte esattamente pari (secondo la qabbalah, è il segreto per una vita longeva. ora che ve l'ho detto, tenetene conto).

    * non è una cosa che faccio volentieri, eh. ma se la smettesse di diluviare potrebbe essere di aiuto

    mercoledì 19 settembre 2012

    stavo disquisendo con un cigno di esperimenti mentali e alterazione dell’universo (i cigni sono molto permalosi e si credono i padroni del lago, ma a volte danno dei consigli intelligenti) quando martina navratilova mi manda dei segnali acustici da dentro il box doccia.
    nel mio box doccia vige una legislazione spazio-temporale indipendente: entro in doccia ed è il 2006.
    non che questo sia di grande aiuto, anche perché appena esco torna ad essere il 2012.
    a rigor di logica potrei provare ad uscire di casa stando dentro il box doccia, giusto per vedere cosa succede, ma temo possa risultare problematico.
    nel frattempo antennisti e muratori stanno lavorando alacremente sul tetto. si sono scusati per non aver fatto in tempo a ripristinare comignolo e antenna entro la finale degli us open sulla tsi2 (in fondo era solo dieci giorni fa), ma hanno assicurato che finiranno entro domani, giusto in tempo per vedere twente vs hannover 96 su kabel 1, che secondo loro riveste più o meno la stessa importanza storica.
    fra le altre cose credo mi abbiano smontato il radiofaro per ufi, perché non mi chiama più nessuno.
    io mi consolo con fideua e barbaresco traversa, poi mi infilo nella lavastoviglie. se trovate qualcuno cosparso di brillantante, fate ciao con la manina

    giovedì 6 settembre 2012

    io e il mio maestro di rilassamento emotivo (un cavedano che si monoalimenta a pizza e crede che l’universo sia un grosso equivoco) ci stiamo raccontando storie turche (le storie turche sono tipo: la bella addormentata nel bosforo e il signore dei dardanelli) quando all’improvviso finisce l’estate (vi ricordo che da queste parti l’estate dura circa due settimane, per problemi di diritti siae).
    in condizioni normali sarebbe sufficiente per esprimere giudizi negativi su divinità a caso o questionare sulla moralità di una nota cantante pop statunitense, ma c’è anche da dire che l’estate di quest’anno è stata particolarmente impegnativa.
    questo perché è iniziata con una donazione a windjet di 114 euri, donazione forse un tantino eccessiva e che però mi ha fortunatamente garantito l’acquisto di un biglietto per la medesima tratta con alitalia al prezzo scontatissimo e convenientissimo di 150 euri.
    poi niente, sono arrivati gli ufi ma hanno sbagliato una manovra di parcheggio e mi hanno divelto un comignolo che ospitava la canna fumaria della caldaia e la parabola per la ricezione satellitare, oltre che una parte della copertura in coppi (pare che quando hanno costruito la casa la copertura in bartali non era disponibile).
    ho dato la colpa a una tromba d’aria perché la mia assicurazione copre danni causati da eventi atmosferici (è quello che in gergo si definisce ecoterrorismo) ma non danni causati da imperizia di ufi (vi ricordo che da queste parti le trombe d'aria sono tipicamente estive. ma poi in genere fanno quello che gli pare perché sono intraprendenti, quindi capita che arrivino tutti i mesi. se volete fare un salto da queste parti, beh, non fatelo).
    in ogni caso dall’assicurazione mi hanno spiegato che non pagheranno perché l’evento si è verificato in una notte di congiunzione astrale, e perché il perito, lo dice la parola, è morto prima di arrivare da loro (del resto si chiama “assicurazione” perché se ti succede qualcosa ti assicurano che non pagano).
    io mi consolo con una surfinia highlander, un poster gigante di stefka kostadinova e l'uso compulsivo di parentesi

    giovedì 23 agosto 2012

    in corsica tutti parlano francese ma i nomi delle località sono in genovese, sono vicini alla sardegna, cucinano italiano, e alla fine tutto quello che si può dire è che gli autoctoni sono corsi ma non si capisce bene dove.
    la corsica oltre ad avere mari splendidi e un entroterra affascinante, ha anche dato i natali a uomini illustri come napoleone (chiamato amichevolmente dai locali napo corso capo), mario corso e vittorio emanuele corso.
    alla fine la corsica è davvero splendida, peccato solo sia piena di francesi.
    ad ogni modo, ecco un test che vi fornirà il vostro grado di adattabilità all’isola, o, in alternativa, un buono sconto da tre centesimi per una pietra.

    il nome calvi individua:
    a) un comune sulla punta nord occidentale della corsica
    b) un banchiere
    c) un comune dove possono risiedere solo uomini affetti da alopecia

    la pietra è:
    a) una birra ambrata con farina di castagna
    b) il terreno che costituisce le spiagge della corsica
    c) un buonissimo dolce di mandorle impossibile da masticare

    sulla bandiera della corsica è raffigurata una testa di moro che rappresenta:
    a) il vessillo adottato da pascal paoli nel 1755
    b) il colore marrone
    c) uno statista fautore di una politica di compromesso con la francia

    il fiadone è:
    a) un dolce tipico
    b) la tipica bottiglia allungata dei corsi, molto simile a una grossa fiala
    c) il tipo di respiro che ti viene dopo essere andato a piedi dal porto di bonifacio alla città fortificata

    con l’espressione cap corse si intende:
    a) un liquore tipico usato per l’aperitivo che prende il nome dalla regione in cui viene prodotto
    b) l’appellativo ufficiale con cui si designa il presidente del consiglio esecutivo della corsica
    c) l’elenco dei codici di aviazione postale della corsica

    il nome viale salvatore sta per:
    a) uno scrittore e poeta nato nel 1787
    b) un terzino dello sporting club de bastia
    c) il viale principale di porto vecchio, intitolato al cristo salvatore

    sisco è:
    a) un comune dell’alta corsica
    b) benjamin lafayette, un comandante di deep space nine
    c) un intercalare corso, abbreviazione del detto: siscopro che sì forestu t’ammazzu

    le isole sanguinarie sono:
    a) un arcipelago composto da 4 isole ad ovest della corsica
    b) un racconto di emilio salgari ambientato in corsica
    c) delle isole abitate tuttora da pirati in cui si può sbarcare solo armati

    ajaccio è:
    a) la capitale della corsica
    b) la capitale della francia
    c) una tariffa di campeggio agevolata che ti permette di dormire ma senza montare la tenda, da cui l’espressione dormire all’ajaccio

    il brocciu è:
    a) un formaggio
    b) l’equivalente corso di “biroccio”, un carretto a due ruote usato per il trasporto merci
    c) l’espressione corrucciata tipica dei corsi, da cui il modo di dire “mettere il brocciu”

    risposte:
    - maggioranza di risposte c: abbiamo delle cose in comune (io ho lasciato uno zaino all’anagrafe, ad esempio)
    - maggioranza di risposte b: ah, se solo vi applicaste di più (sareste probabilmente un adesivo)
    - maggioranza di risposte a: siete un discendente di napoleone bonaparte

    mercoledì 1 agosto 2012

    il primo agosto è la festa nazionale svizzera.
    solo che invece di andare in processione al prato del grütli di seelisberg sono venuti tutti sotto il mio ufficio a mangiare pizza e comprare abbigliamento di importazione cinese (sia chiaro, io non ho niente contro la globalizzazione, ma se poteste globalizzarvi da un’altra parte, e soprattutto lasciare liberi dei parcheggi, io ne sarei felice).
    il primo agosto teoricamente si festeggia il bundesbrief, in pratica a tutti viene in mente guglielmo tell, solo che non è ben chiaro se sia esistito realmente quindi alla fine si festeggia la svizzeritudine (un po’ come il natale, a pensarci bene).
    immagino sappiate la storia (no, vabbè, era una affermazione retorica, lo so che non la sapete): guglielmo e i suoi compaesani sono costretti dagli oppressori a riverire un cappello piantato su un palo (la storia non spiega perché. cioè, perché non un calzino su un’altalena, un maglione su una ruota? e poi, che tipo di oppressione sarebbe? a me tocca lavorare otto ore al giorno per mille euro al mese, secondo me sto messo peggio io. ma insomma).
    il prode guglielmo non si inchina, e quando gli oppressori gliene chiedono conto spiega che con una balestra è in grado di colpire una mela appoggiata sulla testa di suo figlio (se anche voi non vedete un legame logico fra le due cose, avete ancora qualche speranza. un po’ come quando ti dicono che sei impegnato in attività illegali e tu ti giustifichi spiegando che c’è un sacco di gente che ti vota).
    ad ogni modo, nonostante il prevedibile parere contrario del figlio, organizzano una dimostrazione pratica.
    la prova riesce al primo tentativo (mele ce n’erano in abbondanza, ma non so quanti figli avesse a disposizione), tutti si congratulano, qualcuno chiede il bis (il figlio a quel punto ha già un biglietto aereo per le bahamas) e il messaggio che arriva agli oppressori è che se un valligiano qualsiasi è così stupido da prendere a balestrate suo figlio, forse non è il caso di insistere con la civilizzazione ed è meglio tornare fra la gente normale.
    boh, forse non era proprio così, ma comunque.
    io indosso il mio costume da margravio, mi sdraio sulla scrivania e metto la segreteria telefonica al cervello.

    mercoledì 25 luglio 2012

    in tarda mattinata l'agenzia di rating moody's ha declassato il mio gatto da A+ a rompicoglioni.
    nel frattempo il lago ha assunto una tonalità verde smeraldo (ma è un contratto a tempo, e non le paga i contributi), i cavedani ballano le coreografie di karma chameleon (ma vestiti più sobriamente) e io sto parlando telepaticamente con una surfinia higlander che a quanto pare ha dei parenti nell’appenzello interno (parlare con le piante è semplice: basta interrarsi, mettersi vicino a un vaso e poi viene tutto facile per via della nota teoria dei vasi comunicanti).
    prima di cena, io e martina navratilova lottiamo contro una scarpa. non è il caso di sottovalutare una scarpa, tanto più che questa ha un aspetto decisamente sinistro.
    infatti alla fine la scarpa vince, e noi ci rifugiamo sul divano a captare messaggi degli ufi: ieri pensavamo ci avessero mandato una mappa dell’universo oltre la nube di oort e invece era un poster gigante di stefka kostadinova

    lunedì 9 luglio 2012

    venerdì ha grandinato per 35 minuti di fila. chiunque decida il tempo da queste parti, è una brutta persona.
    in compenso in giardino sono spuntate diverse specie di funghi, insieme a un coro di nani che intonano auferstanden aus ruinen ogni volta che torna il sole, il che accade più o meno ogni venti minuti (und die sonne schön wie nie über garten scheint).
    io passo 20 minuti della mia vita a questionare con il mio stilista di riferimento (un cavedano che si fa chiamare gennaro van gennep che vive in una pozza poco distante dal mio ufficio e si monoalimenta a pizza) sui possibili vestiti da indossare a un matrimonio: gli sposi insistono per giacca e cravatta, noi restiamo fermi su pantaloncini di jeans e maglietta (il matrimonio, come qualsiasi cerimonia, è in realtà un rito di passaggio, tipo l’autostop), poi mi avvio verso l’aeroporto (è una terapia consigliata. vedere il pianeta da 8 km di altezza è una cosa che ti rimette nella giusta prospettiva).
    torno giusto in tempo per vedere gli highlights della finale di wimbledon sulla svizzera francese. l’unico problema di vederla in francese era che rogér federér giocava contro un certo ondì maré, che francamente misconoscevo.
    poi niente, sono svenuto sul divano. quando mi sveglio, avverto.

    mercoledì 20 giugno 2012

    il 14 giugno il portogallo si presenta in campo sponsorizzato dalla farmacia di turno (re dei rutuli).
    forse per riguardo ai clienti lungodegenti dello sponsor, cristiano ronaldo gioca per il premio di giocatore più sopravvalutato della storia e riesce a vincere facile (no, vabbè, forse fa a gara con stig tøfting aka il boiler di centrocampo).
    oggi invece si festeggia il sacro giorno del dio KAM, una festività annuale che va santificata con la pulizia delle scale di kolmogorov.
    nell’iconografia tradizionale il dio KAM è un allevatore* che non aveva tori per ingravidare le sue mucche e deve girare tutto l’universo prima di trovarne un paio che però costano troppo. questo episodio è noto anche come “la rottura dei tori di KAM”.
    verso le 18.30, esattamente nel momento in cui esco dall’ufficio, si scatena il temporale delle 18 (è in ritardo perché fa parte dell’asse delle forze del male e ha un contratto con trenitalia) e io non ho l’ombrello (in realtà l’ombrello non servirebbe a niente perché piove orizzontale e la pioggia mi entra nelle orecchie: come si dice, la doccia che fa traboccare il naso), quindi mi infilo in un portone e rimango lì, ancorato come un’attinia, ma con un’espressione meno intelligente.
    quando arrivo a casa io e martina navratilova lanciamo un paio di messaggi agli ufi con il radiofaro, mi segno sull’agenda che il prossimo telegiornale che dice “caldo record e sole in tutta italia” piombo in redazione con un ak47 (è un periodo di nervositudine, va bene?), poi mi infilo nella lavastoviglie.

    * per quanto possa sembrare strano, secondo la dottrina teologica ortodossa il dio KAM è formato da tre ipostasi che dopo alcune stratificazioni nel corso dei secoli un apposito concilio ha cristallizzato in questa immagine

    giovedì 7 giugno 2012

    io e il mio maestro di riposizionamento strategico (un lemming che vive su un davanzale di fianco al mio ufficio) stavamo disquisendo sull’annosa degli universali e in particolare sugli universali economici (in realtà originariamente stavamo organizzando una partita di calcetto: 4 contro 4 e portiere volante, ma non riuscivamo a staccarlo dall’auto) quando all’improvviso l’universo scompare per riapparire due giorni dopo.
    se vi sembra un’incongruenza, non avete mai riflettuto sul concetto di tempo.
    secondo alcuni scienziati, il tempo non esiste (so che è un’ipotesi discutibile: in genere chi sostiene questa ipotesi è il tipo di scienziato che non è mai dovuto arrivare in orario al lavoro).
    secondo altre scuole di pensiero invece il tempo è circolare (in genere sono le stesse persone che credono che l’assegno sia circolare, e invece è rettangolare, ho controllato. c’è poco rigore scientifico, a mio parere).
    la soluzione più accreditata attualmente (in particolar modo da me e da un rivenditore di merendine di riazzino che per contratto indossa un costume di lavoro tipo quello di ralph supermaxieroe, ma azzurro) è che il tempo non sia altro che la misura del cambiamento.
    in pratica, se tutto rimanesse sempre immobile e uguale a se stesso, non avremmo il tempo. insomma, il tempo serve a ricordarci che viviamo in un universo incoerente.
    però non è del tutto incoerente, infatti piove.
    io indosso il mio costume da achab e installo un’antenna sul balcone per la ricezione dei messaggi degli ufi (il mio balcone è uno dei punti del pianeta ove scorrono linee vitali, porte dimensionali e canali di comunicazione con altri mondi unendo tutti questi punti su un planisfero si ottiene uno schema della costellazione di orione, o, a scelta, una moka bialetti) e mi metto lì seduto, a bagnarmi e ad aspettare. nel caso si facciano vivi, avverto.

    mercoledì 23 maggio 2012

    oggi l’universo mi ignora e nessuno risponde alle mie mail. devo ancora capire se è una punizione o un premio.
    nel frattempo diluvia, il che, tutto sommato, era prevedibile.
    la scienza ha dimostrato che il clima è governato dal caos, che si esprime attraverso equazioni non lineari fortemente dipendenti dalle condizioni iniziali: un battito d’ali di una farfalla in brasile può provocare un tornado in texas. ecco perché alcuni scienziati di houston stanno studiando alcune soluzioni possibili per limitare gli effetti indesiderati del clima e attualmente la più plausibile sembra essere “sterminare tutte quelle maledette farfalle”.
    io ho un’idea diversa.
    verso le 14.00 ero in una taverna di asgaard per il sacro rito del k-phee (è un rito di origini aliene che sul pianeta terra si festeggia 365 giorni l’anno a partire dal 29 aprile, giorno noto anche come ricorrenza di poincaré).
    nella taverna erano riuniti alcuni semidei per un aperitivo, in attesa che spiovesse. solo che l’aperitivo era iniziato alle 10.00 e ho il forte sospetto che stessero barando.
    nel frattempo ho installato un radiofaro e una stazione ricevente per comunicare con gli ufi di passaggio, ma il più delle volte capto il segnale del radiofaro che ha fatto il giro dell’universo e innesco un meccanismo di retroazione positiva (tipo il salvataggio in calcio d’angolo) che fa esplodere la lavastoviglie oppure fa apparire il ritratto di edward norton lorenz sulla porta d’ingresso (forse non tutti sanno che l’universo è a forma di pretzel. non ho idea se la forma dell’universo abbia a che fare con le mie mail, ma credo sia possibile).

    venerdì 11 maggio 2012

    piove e fa freddo. il tipo di freddo che può fare a maggio, evidentemente. per esempio in antartide.
    la pioggia (che un team di esperti autoctoni ormai considera una costante cosmologica) sta distruggendo le mie connessioni neuronali e la florida economia del commercio delle tende da sole (ma anche delle tende in compagnia).
    in compenso in ufficio hanno portato un nuovo condizionatore, non ho capito se per lungimiranza a causa del riscaldamento globale sul lungo periodo, diciamo nei prossimi 200 anni, oppure se è solo masochismo.
    comunque sappiate che un nuovo condizionatore va testato. diciamo per 2 ore (manco fosse un motore bmw sul banco prova) tarato su una temperatura più bassa di quella esterna, quindi a pochi gradi dallo zero assoluto.
    io esco dall’ufficio e mi rifugio in un freezer.
    in questi giorni sto lavorando per il raggiungimento di una consapevolezza esistenziale (si tratta dello stesso tipo di consapevolezza che potevano avere penzias e wilson sulla radiazione cosmica nei laboratori bell) utilizzando vari strumenti di meditazione (per ora i più apprezzati sono hearts, il gioco del loto e l’irish mist) e sto facendo uno studio approfondito sulla psicologia dei gruppi.
    quello che ho capito finora è che normalmente uno che vuole sembrare un maschio alfa in realtà è un maschio fiat.

    giovedì 3 maggio 2012

    Mail from “xxxxx”
    To eddie
    Date 25/04/2012 18.47
    Subject lavoriamo insieme

    Salve,
    vorrei cogliere questa occasione per presentarmi.
    Il mio nome è Sandra e sono la responsabile di xxx
    Lavoro al fianco di numerosi siti internet. Gestisco il loro SEO in base alle particolarità dei maggiori motori di ricerca on line, tra cui Google, Bing e Yahoo.
    Lavorando al sito web di uno dei miei partner lavorativi, ho incrociato controkarma.blogspot.com
    Sono convinta di poter esserle utile per incrementare il traffico, la visibilità e il Page Rank del suo sito.
    Se interessato, sarei più che felice di elaborare meglio i dettagli della mia proposta di assistenza.
    Le auguro una buona giornata

    Mail from eddie
    To “xxxxx”
    Date 26/04/2012 10.17
    Subject Re:lavoriamo insieme

    salve,
    vorrei cogliere questa occasione per presentarmi.
    il mio nome è eddie e sono il responsabile di quasi nulla, praticamente neanche di me stesso.
    lavoro al fianco di numerosi gatti. gestisco il loro nutrimento in base alle particolarità delle maggiori tipologie di ricerca di cibo on line, tra cui google, bing e yahoo.
    lavorando al sito web di uno dei miei partner lavorativi, ho incrociato la sua mail.
    sono convinto di poter esserle utile per incrementare la sua sanità mentale, l'invio di mail intelligenti, la sua conoscenza dei giorni festivi, un uso più consapevole di internet e il targeting delle sue mail.
    se interessata, sarei più che felice di elaborare meglio i dettagli della mia proposta di assistenza.
    le auguro una buona giornata

    martedì 24 aprile 2012

    diluvia (ma forse va bene così: cento metri più in alto nevica), ci sono 3 gradi centigradi ed è una fantastica giornata di fine novembre, nonostante il calendario si ostini a dire 24 aprile.
    questo perché l’universo attualmente è governato da frostofjyord una divinità nordica che si manifesta agli umani sotto le sembianze di un orso polare o di una stampante multifunzione ricoh apparentemente fuori uso (cosa che lo rende piuttosto riconoscibile nelle distese artiche) che ha vinto un torneo di tressette fra gli dei del clima e adesso ha il potere di decidere il tempo atmosferico del pianeta, ma soprattutto il mio.
    apro il frigorifero per infilarmici, ma dentro trovo il deserto delle salse tartare e decido che mi sentirei troppo solo; quindi vado in ufficio, ma rimango in coda dietro una mercedes targata lindau guidata da dennis hopper a cui per ripicca alcuni terroristi hanno applicato un dispositivo che la fa esplodere se supera i 40 km/h. oppure ha solo paura di accelerare sul permafrost, non mi è chiaro.
    il primo che mi ospita in un paese caldo per i prossimi trent’anni vince una penna bic con impressa la scritta santi traslochi e una figurina di bruno pezzey e herbert prohaska con la maglia dell’austria.

    mercoledì 18 aprile 2012

    lunedì mattina verso le otto e venti c’era un vento gelido che si insinuava nelle valli e nelle giacche a vento, ma almeno la giornata era così limpida che il lago si vedeva in hd.
    dopo cinque minuti una divinità ctonia che mi odia da quando l’ho battuta a ping pong dichiarava ufficialmente aperta la stagione delle piogge e ora la fine del maltempo è prevista grossomodo per metà giugno.
    quindi va in onda la replica del diluvio universale, io ho una mobilità articolare che ricorda da vicino quella di un paracarro e sto valutando un approccio olistico al problema tramite sedute di massoterapia, ossia una terapia medica basata sulla lapidazione.
    accendo la tv e decido di rimanere sul divano per lo meno fino alla morte termica dell’universo.
    yupp heynckes schiera schweinsteiger non in buone condizioni al posto di müller, una mossa a sorpresa che secondo i commentatori ha lo scopo di guadagnare potenza, ma ha il difetto di perdere campobasso.
    robben si esprime sui suoi soliti livelli (dribbling, dribbling, palla persa) gomez sbaglia ottocento palle gol ma poi segna di ginocchio sinistro dopo aver mancato la palla con il piede destro, mentre l’allenatore del real madrid scuote la testa e fa un’espressione così intelligente da sembrare il ritratto di un coregone smarrito.
    nel frattempo alla bern arena, al cinquantanovesimo minuto e 57 secondi, il senatore mccarthy si ritrova il disco dell’anno e fa esplodere zurigo.
    io avverto un tremito nella forza (che si manifesta con un’epifania dopo l’inquadratura di un tifoso con un taglio di capelli vokuhila) e inizio a captare una trasmissione proveniente da una galassia lontana che spiegherebbe l’origine dell’universo (le domanda base in senso strettamente filosofico sarebbero: perché c’è qualcosa, invece del nulla? perché si dà l’essere, invece del non essere? perché ho messo le scarpe da tennis, invece degli anfibi?) e invece alla fine si rivela un algoritmo per il montaggio di una cassettiera hemnes in ugrofinnico.

    martedì 10 aprile 2012

    è risotto come aveva detto, alleluja

    stavo studiando le funzioni magiche del dolmen nella cultura proto celtica (secondo il professor kleinberg, della libera facoltà di lorient, l’introduzione del dolmen è posteriore a quella del menhir, e preannuncia un periodo di riflessioni mistiche che segnano l’apertura dell’esoterismo druidico all’uso della tecnologia. provate voi a decidere se è gol quando non c’è una traversa) quando una voce dall’alto mi avverte che una colonia di formiche sta dando l’assalto alla cucina.
    secondo alcune sette millenariste l’invasione delle formiche in cucina è uno dei segni dell’imminente apocalisse. gli altri sono la compilazione del 730 online, la foto di mariuccia medici che piange sinalco® e l’epifania televisiva del figlio del gemonio.
    mi chiudo in frigorifero per un breve consulto (per una corretta interpretazione delle dottrine esoteriche è necessario essere iniziati, e il posto migliore per trovare molti iniziati tutti insieme ovviamente è il frigorifero) poi decido di rimanere lì per un po’, visto che la temperatura esterna è decisamente inferiore.
    il sunto della riunione è che il mondo sta per finire ma è anche possibile che qualcuno ne abbia comprato uno di scorta, e allora quello nuovo potrebbe durare ancora per alcuni eoni (per chi se lo stesse chiedendo, l’eone non è un animale e non va confuso con il beone che invece è un animale, ma contento*).
    io esco dal frigorifero giusto in tempo per accorgermi di leon festinger che mi spia dall’oblò della lavatrice. io mi limito a chiudere l’anta dell’armadio (sì, ho la lavatrice dentro un armadio e no, non chiedetemi perché).
    poi mi cospargo di baygon e svengo sul tappeto.

    * non quello che gioca nel bayer monaco

    martedì 27 marzo 2012

    foto di gruppo con frullatore

    io e martina navratilova siamo sdraiati sul divano a guardare cosa trasmette il soffitto quando l’universo decide di improvvisare l’overtüre del lohengrin suonato con delle bobine di tesla. non capita spesso, ma quando succede è piuttosto seccante.
    non potendo cambiare universo (dopo 7 giorni perdi il diritto di recesso) decido di uscire e andare a un convegno sulle attività ondulatorie e sussultorie connesse con il tennis tavolo organizzato in una taverna di aasgard, dove mangio della pasta insieme a un manipolo di semidei stonati ma decisamente attenti alla qualità del vino.
    verso mezzanotte, sulla strada del ritorno, incrocio un daino che mi guarda con riprovazione (credo per motivi di lebensraum) e poi si infila nel bosco. ci rimango un po’ male, perché in altre occasioni saremmo potuti diventare amici per la pelle.
    il giorno dopo ho la febbre.
    vado in ufficio (so già cosa state per chiedere: “ma vai in ufficio con la febbre?” la risposta è ovviamente no. vado in ufficio con la macchina) ripetendo mantra di guarigione come ohm mani padme ohm (il mantra della resistenza elettrica) o per le saracche delle molucche (non state troppo a sottilizzare: l’unico altro mantra disponibile era “è memole il nome mio, folletto sono io” e uno nella vita deve fare delle scelte).
    quando inizio a considerare un’esplosione termonucleare come valida alternativa al paracetamolo è tempo di tornare a casa a collezionare borse di juta da supermercato che, insieme ad uno sguardo attento al cosmo, sono le basi della felicità (non lo dico io, ma la saggezza popolare. cuor contento: il ciel, la juta).
    metto sullo stereo la sinfonia ak47 nella partitura per viola, rosso conero e standipanni elettrico e mi infilo sotto coperta cercando di entrare in letargo, ma con scarsi risultati.
    non appena finisco di respirare come darth vader ricomincio a monitorare le attività degli ufi.
    voi, in caso di invasione improvvisa, seguite la procedura che avete sul manuale.

    martedì 13 marzo 2012

    nel frattempo sono cominciati gli allenamenti per i campionati mondiali di umidità, che da queste parti culminano con la festa dell’umidità che si tiene a luglio, sotto tendoni (solitamente lasciati a mollo negli acquitrini vicino al lago) dentro cui fioriscono muschi, licheni, salamelle, birre in bicchieri di plastica e, per i nostalgici, una bandiera rossa dietro il bancone del bar.
    io ho una mobilità articolare pari a quella di un attaccapanni in ferro battuto (o, in alternativa, rita levi montalcini quando ha mal di schiena) e devo noleggiare un ghiro pratico di stretching (ti zampetta addosso finché non ti ha sistemato, ma solo se non è in letargo) che ovviamente è in contatto con gli spiriti (perché il medium è il massaggio), ma soprattutto quelli che contemplano alcol etilico (un’esemplificazione di quello che si intende con la frase “prendere due piccioni con una fata”)*.
    io vado verso l’ufficio cercando di ignorare:
    - il fatto che ci sono 4 gradi e si prevede un’escursione termica tipo quella del kalahari
    - un inuit che stava cercando parcheggio e che si è perso seguendo una subaru targata appenzello interno
    - un ambulante gambiano che si fa chiamare jonathan livingstone e non vuole lasciarmi passare finché non mi ha venduto la naturalis historia di plinio il vecchio (ora per motivi di political correctness si chiama plinio l’anziano) in comodi fascicoli settimanali contornata da un mazzo di mimosa e un braccialetto luminescente.
    lo affronto con un jo (il jo è un’arma tipica dell’aikido e consiste nel citare all’avversario un monologo da “piccole donne” finché l’avversario crolla a terra stordito, cosa che di solito accade dopo pochi secondi) e lo metto in fuga.
    in ufficio mi limito a contare le telefonate intelligenti (cioè, finora nessuna, ma resto in attesa) e verificare che un coro di nani da giardino non irrompa cantando highway to hell nella versione degli hayseed dixie (non avete idea di quello che può succedere in un ufficio, se ha delle porte su altre dimensioni).
    quando esco dall’ufficio mi cimento in attività decisamente più utili, tipo andare in riva al lago a cronometrare le apnee degli svassi.


    * mi sa che sto esagerando con le parentesi. nel caso stiate leggendo ad alta voce ed avvertiate senso di vertigine, dispnea, capogiri e perdita dell’equilibrio contattate un logopedista autorizzato; se continuate a leggere, sappiate che peggiorerà e io non sono responsabile di svenimenti o qualsiasi altro danno alla vostra salute mentale (che poi, se state leggendo qui non avete una salute mentale, fatevene una ragione). se invece siete già svenuti, contattate il mio avvocato. conto sul fatto che se siete svenuti non avete letto questa cosa dell’avvocato, ovviamente.

    lunedì 5 marzo 2012

    sabato mattina, verso le nove e trenta, un’inconfondibile vibrazione mi avverte che il vicino ha acceso il martello perforatore multifunzione pbh bosch, confidenzialmente chiamato hieronymus nel sottobosco esoterico (due funghi e alcune foglie di betulla), con grande disappunto degli gnomi e delle fate del bosco (esiste un sottogruppo di fate del bosco che è molto contrariata all’idea che qualcuno usi il trapano la mattina presto; in genere questo gruppo viene indicato dagli studiosi come le fate silenzio).
    contestualmente due testimoni di genova (non mi spiego cosa ci facessero a 231 km di distanza dal capoluogo ligure), dotati di una sensibilità profonda almeno quanto quella del generale bava beccaris, suonano il citofono e vengono accolti da quello che a prima vista sembrerebbe un accostamento improprio fra il concetto di divinità monoteista e un mammifero dell'ordine artiodattili suiformi e invece è una chiara invocazione panteista.
    mi guardano come se fossi matto (sono i vantaggi di un videocitofono. mi ero sempre chiesto quali fossero, adesso l’ho capito).
    ora, io non voglio in alcun modo contestare le credenze di nessuno (infatti entro in tutte le cucine), e rispetto chi crede in qualsiasi religione, dall’animismo allo zoroastrismo, però parliamone.
    tu credi che un essere invisibile stia con te ovunque tu vada e controlli tutto quello che fai in ogni momento della tua vita; credi che quest’essere invisibile abbia dettato dei libri a della gente a caso (invece di scriverseli lui, per dire: onnipotente* ma pigro); credi che devi sempre comportarti seguendo questi libri che vanno presi alla lettera, nonostante siano stati scritti migliaia di anni fa e tradotti in molte lingue prima che uno statunitense di dubbia fama le interpretasse di nuovo; credi che sia imminente la fine del mondo e però questa persona invisibile salverà 144mila persone (e visto che tu sei il fedele numero 144mila + n, dove n sta per un numero intero molto maggiore di zero, mi sa che c’è qualcosa che non quadra); credi che esista un altro tizio invisibile che è nemico di quello di prima (e vorrei tanto sapere da cosa li distingui, se sono invisibili) e invece di litigare fra di loro mettono in mezzo te; ma soprattutto credi che se non mi conosci ma suoni il mio citofono al sabato mattina io non possa esserne irritato.
    insomma, va tutto benissimo eh, può essere che sia un mio limite, però non ho capito perché quello matto sono io.

    * alcuni studiosi sostengono che l’onnipotenza non possa esistere logicamente, come dimostra il seguente esempio: può un essere onnipotente creare un masso così pesante che neanche lui riesce a spostare? il concetto di onnipotenza genera quindi un paradosso (i paradossi sono quelle cose che si mettono sulle strade per evitare che le macchine ci lascino la coppa dell'olio)

    mercoledì 15 febbraio 2012

    secondo alcune teorie scientifiche, l’uomo è composto di atomi.
    esistono altre teorie, tipo quella secondo cui l’uomo è composto da mente e corpo, quella secondo cui l’uomo è composto dall’anima, quella secondo cui l’uomo è composto da bomboloni alla crema (vabbè, è una teoria come un’altra) e quella per cui l’uomo non è mai composto perché si siede sempre a cazzo, ma non sono esattamente teorie scientifiche.
    quello che distingue le teorie scientifiche dalle altre teorie è che le teorie scientifiche si possono usare per prevedere come si comporterà l’universo, per fabbricare cose che funzionano, e si possono cambiare in caso non funzionino più tanto bene. tipo si può prevedere cosa farà un sasso lanciato in aria (se non è lanciato abbastanza forte, ricade a terra) mentre prevedere cosa farà un sasso usando l’anima è più complicato. a meno di non convincere il sasso, intendo.
    peraltro, prevedere cosa farà un sasso non è molto utile se uno non è in traiettoria, ma esistono anche applicazioni più intelligenti.
    nel caso non lo sapeste, secondo le più accreditate teorie scientifiche, gli atomi (e le parti che li compongono) hanno l’abitudine di muoversi molto velocemente, scontrarsi, perdere pezzi e riacquistarli, ed eccitarsi molto facilmente.
    quindi se vi sembra che io non stia facendo niente, vi sbagliate di grosso.
    una delle proprietà degli atomi è quella di essere fatti per gran parte di vuoto (il che significa che adesso siete seduti nel vuoto, sebbene il vostro corpo non ne sia affatto convinto; questo per dire che il vostro corpo ha opinioni assai personali sull’universo*), e questo comporta che in particolari condizioni, una particolare configurazione atomica potrebbe permettervi di passare attraverso la materia.
    quindi c’è un motivo se a volte sbatto ritmicamente la testa contro un muro, sto solo cercando di verificare una teoria scientifica (lo so, la probabilità che accada è assai remota, ma homo sapiens non è tanto portato per la statistica, sennò nessuno giocherebbe al superenalotto).
    io avrei anche altro da fare, se solo non avessi una tosse che non mi passa neanche con le bombe a mano e non fossi impegnato a cercare di cacciare un drago dal mio garage.


    * ciò non toglie che queste opinioni personali, in condizioni normali, funzionino perfettamente. autoreferenzialità e schizofrenia, ecco i principi sufficienti per una buona comprensione dell’universo

    martedì 7 febbraio 2012

    meno dodici.
    non è un conto alla rovescia, è una temperatura, alle 8 del mattino.
    visto che le temperature esterne sono scese verso lo zero assoluto, per mantenere l’equilibrio cosmico e salvare l’universo dalla glaciazione sicura, ho dovuto alzare la mia temperatura corporea di tre o quattro gradi.
    non so se vi siete accorti ma l’universo, in effetti, non si è ghiacciato.
    avrei voluto pubblicizzare in maniera più capillare questa mia impresa ma ero troppo occupato a respirare come darth vader, consumare le riserve nazionali di sciroppo butamirato* e contemporaneamente cercare di evitare di sputare pezzi di polmone con scarsissimi risultati.
    ora, io sono contrario al riscaldamento globale indiscriminato. ma se si potesse avere un riscaldamento autonomo molto localizzato ve ne sarei molto grato.
    nel frattempo io arrivo in ufficio, evito un inuit che vuole vendermi il de interpretatione di boezio rilegato in brossura, e insieme al fantasma del gatto mi metto a cercare dei fermagli zincati del 4.
    secondo la nostra teoria i fermagli zincati del 4 sono praticamente introvabili perché amano nascondersi nelle pieghe spazio temporali dell’universo, che quelle l’unico modo di sistemarle è un ferro da stiro astrale e un nebulizzatore cosmico (e noi adesso dove lo troviamo un supermercato interstellare aperto, con questo freddo?).
    secondo il mio maestro di rilassamento emotivo, tutto quello che serve per avere dei risultati nell’esistenza è: tempo e pazienza. ma anche svernare ai caraibi non guasterebbe.
    un’altra buona politica sarebbe non farsi mai domande che non contemplino una risposta rassicurante.

    * io vorrei sapere a quale chimico sia venuto in mente di produrre questa cosa visto che a) fa schifo, b) non dà dipendenza e c) sulla tosse ha lo stesso effetto terapeutico del thé aromatizzato al bergamotto

    giovedì 26 gennaio 2012

    invece di cercare la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, guarda in ripostiglio

    alla fine gli ufi non hanno invaso il pianeta. quanto meno per ora.
    cioè, c’era una pattuglia di ufi che voleva atterrare a murmansk, ma poi sono stati richiamati dall’astronave madre perché faceva freddo ed era ora di cena. le astronavi madri sono sempre così apprensive.
    probabilmente ritenteranno quando sul pianeta ci saranno specie più intelligenti di homo sapiens con cui dialogare.
    a dire la verità, sul pianeta ci sono già molte specie più intelligenti di homo sapiens (praticamente quasi tutte) ma attualmente nessuna è interessata a dialogare con gli ufi (c’è un motivo se sono più intelligenti di homo sapiens, no?).
    nel frattempo, il comitato di liberazione dei miei bronchi (per ora siamo: io, un germano reale e un inglese immaginario) mi ha iscritto a un corso di smaterializzazione del catarro che si basa sul convincere i legami molecolari che impegnarsi in un lungo rapporto è sempre una perdita di tempo. dal punto di vista pratico è una cosa che ha che fare con l’acetilcisteina, la meccanica quantistica e il latte e cognac.
    io arrivo a casa, metto sullo stereo la sinfonia me262 di fritz wendel nella partitura per archi, fionde e stendipanni elettrico, rispondo evasivamente a un question time sulla mia sanità mentale e provo a cercare qualcuno che sappia prepararmi un buon rösti (con risultati piuttosto scarsi, devo dire).

    mercoledì 18 gennaio 2012

    il mio vicino di casa, alle otto della domenica mattina, cerca di aprirsi un varco dimensionale usando ininterrottamente per 4 ore e 21 minuti un trapano bosch con punta per calcestruzzo e muratura.
    di norma è un buon metodo, utilizzato con discreto successo, ma quello che probabilmente nessuno gli ha spiegato è che domenica i varchi dimensionali sono chiusi per il turno di riposo settimanale, quindi è costretto a rimanere in questo universo, ed è un peccato per entrambi (e per il muro esterno della sua casa, ma per quello me ne farò una ragione).
    non è l’unica stranezza, se si segue il modello a molteplici universi: secondo un corollario della teoria di everett, è teoricamente possibile osservare se stessi in altro universo mentre si osserva se stessi in un altro universo mentre si osserva se stessi in un altro universo (ripetere ad libitum finché non si sviene sul tappeto) in quello che gli scienziati* chiamano effetto droste dell’universo.
    io e martina navratilova stiamo riflettendo sulla possibilità di salvare il pianeta terra dall’imminente invasione degli ufi**, (escludendo il vicino di casa e soprattutto il suo trapano) anche se ancora non ci è ancora chiarissimo se a) sia una mossa intelligente salvare il pianeta terra e b) sia possibile salvare l’universo stando chiusi in un armadio.
    d’altra parte i segnali dell’imminente invasione si stanno moltiplicando: ieri c’erano dei pinguini che disquisivano di filosofia teoretica sul mio balcone, io non trovo nessuno che mi aiuti a brevettare il grappa e vinci (funziona così: chi finisce la bottiglia ha diritto a una grappa gratis; chi finisce la scorta del barista ha diritto a una bottiglia gratis; chi finisce la scorta del fornitore ha diritto a un vitalizio mensile di 6 bottiglie. non fate quella faccia, ci sono molte più probabilità nel grappa e vinci che negli altri giochi d’azzardo, e male che ti vada ti sei bevuto una grappa) e stamattina ho trovato una papera che faceva ski jumping usando il parabrezza della mia auto come trampolino.
    ad ogni modo, per sicurezza, per ora rimaniamo chiusi nell’armadio. nel caso aveste delle comunicazioni urgenti, siete pregati di bussare.

    * so quello che state pensando. ma la definizione di “scienziato” non è così univoca come immaginate quando si tratta di gedankenexperiment
    ** poi non dite che non ve l’avevo detto

    lunedì 9 gennaio 2012

    il 31 dicembre, insieme al comitato nazionale per la difesa del pianeta siamo usciti a festeggiare il giorno della sacra tartaruga.
    pochi sanno infatti che nonostante le successive modificazioni apocrife, originariamente la festa del 31 dicembre è il giorno della tartaruga di sirio* che va in sposa al rinoceronte e gli tocca cambiare stile di vita.
    questa credenza, che si tramanda oralmente da millenni**, risale a popolazioni nomadi che vivono a sud est del mali*** sulle rive del fiume niger e adoravano una divinità trinitaria (la forma trinitaria è tipica delle religioni ad uno stadio progredito****: ne ricordiamo alcune tipo brahmā, viṣṇu e śiva, o, in tempi più recenti caricola, favero e marangon) formata da tartaruga, rinoceronte e secret squirrel*****.
    per la festa del 31 dicembre erano soliti intrecciare una piccola cesta di giunchi in cui mettevano un tessuto di lana e che costituiva la dote della tartaruga: questo importante rito di passaggio simboleggiava la nascita di una nuova vita che, a tutti gli effetti, era decisamente peggiore della precedente.
    la formula rituale “buone ceste e felice panno nuovo” era considerata di malaugurio e di norma si usava rispondere con degli insulti e un fitto lancio di sassi (sostituiti dagli esplosivi, quando divennero disponibili).
    questa usanza si ritrova anche in altre culture minori in epoca successiva, anche se a volte viene parzialmente modificata.

    * la stella, non il telefono. sirio fa parte della costellazione del cane maggiore anche se una petizione di astronomi dilettanti ha chiesto di promuoverla a costellazione del cane tenente colonnello
    ** per saperne di più potete consultare il manuale “credenze, mobili in legno e altre religioni minori” di alvin fenderson
    *** da cui il detto: non tutti i mali vengono per nuocere
    **** alcuni teologi progressisti della baviera hanno proposto di chiamare questo stadio “allianz arena”
    ***** secondo alcuni antropologi secret squirrel sarebbe in realtà il risultato di stratificazioni successive, paragonabili al fenomeno dei culti del cargo