mercoledì 26 novembre 2008

sto litigando con alcune divinità locali addette alla gestione del call center clima cercando di comprare dieci gradi di latitudine sud e farmeli mettere in una comoda sportina da passeggio quando un inuit mi ferma per chiedermi alcune indicazioni stradali. io mi limito ad indicargli genericamente il nord ovest, poi mi infilo in un’unità di misura della pressione in cerca di ufi.

non capisco perché non possa migrare verso paesi caldi, oppure restare in letargo fino ad inizio aprile. io sono per la teoria che un individuo libero dovrebbe poter scegliere la specie di appartenenza.

nei weekend guardo l’italia giocare contro i pacifici highlander del clan mcloud, la neve sulle montagne e bevo cioccolata calda in riva al lago.

ci deve essere una morale in tutto questo, ma non riesco a ricordare quale.


sms

io: birretta stasera?

xx: ok. 21.30 solito posto. hasta luego

io: no, hasta sera

xx: sei un cretino

mercoledì 19 novembre 2008

mentre i posti qui intorno stanno cercando strenuamente di conquistare il titolo di zona più umida dell’universo, io e il gatto disquisiamo sulla riformulazione dei problemi di hilbert, che consiste a tutti gli effetti nel consigliare ad hilbert un buon analista.

nel frattempo il lago ha assunto una tonalità così grigia che le divinità del grigio sono rimaste in contemplazione e si fanno portare dei cocktail al rum da semidei con contratto a progetto, e gli ufi crudeli hanno deciso che per oggi lasciano perdere i tentativi di invasione, che tanto il pianeta se la cava già male da solo, quindi io sono tendenzialmente libero di occuparmi di cose interessanti, tipo giocare compulsivamente a hearts oppure parlare con la fauna ittica del luogo.

le divinità del grigio, comunque, non impediscono il calare di orde di lanzichenecchi in libera uscita che scendono festanti dai pullman urlando in switzerdütch e menando fendenti di ombrelli tenuti come fossero claymore, o viceversa.

io arrivo a casa, mi infilo il mio costume da monciccì idrorepellente poi esco sul balcone a verificare il coefficiente di scioglimento della plastica.


martedì 11 novembre 2008

dopo una notte passata a disinfestare un appartamento dal fantasma di un pirata cubano e una conseguente brillante prestazione nel campionato di pallastrada (secondo una ricerca effettuata da alcuni studiosi di parapsicologia dell’università occulta di caracas, l’unico modo di costringere il fantasma di un pirata cubano è bersi tutte le bottiglie di rum e tequila disponibili nell’appartamento), mi sveglio e mi ritrovo alla riunione straordinaria del comitato per la salvaguardia della polenta laziale.

al secondo piatto di polenta e salsiccia entro in una dimensione parallela (che gli esperti definiscono anche rosso conero) in cui discuto amabilmente del traffico aereo con alcuni nani da giardino impegnati in un sit in di protesta.

il mattino dopo arrivo in ufficio e l’unica cosa che passa per il mio cervello nelle quattro ore seguenti è il jingle dell’almanacco del giorno dopo.