venerdì 31 ottobre 2003

ti svegli in versione guru, lumando con sguardo lubrico la tunica celeste in un ripostiglio della tua mente.


apri gli occhi e la mente al nuovo giorno che incombe. apri gli occhi e lamenti un dolore al collo che ti fa dubitare dell’ordine del cosmo e di quello dei trappisti. poi pensi alla birra, e allo svelto al limone, unica igiene del lavandino.


mormori un mantra karmico, mani padme ohm, come disse l’illuminato dopo la seconda guerra di resistenza delle lampadine.


acquisisci punti salvezza, tuo malgrado, sorvoli sulla leggera pressione che opprime la tua arcata dentaria, prima di alzare le coperte con gesto elastico e piombare nel freddo conservativo dell’autunno inoltrato.


gestisci la confusione mentale senza imbarazzo, aumenti la soglia di consapevolezza fino all’inverosimile, poi ti spaventi e fai marcia indietro, investendo un tasso di interesse quantomeno ecologico.


rifletti sui tuoi punti vita e sulle proprietà taumaturgiche delle gocciole al cioccolato, prima di sfidare indomito le intemperie.


esci senza ombrello.


è solo pioggia e l’acqua al plutonio è un ottimo carburante per il tuo cervello

giovedì 30 ottobre 2003

aprite la vostra mente


non abbiate paura degli spifferi


 


john paul eddiemac II

mercoledì 29 ottobre 2003

il poeta è un fingitore (f. pessoa)



 


pronto?



oh, ma buongiorno! (sorride. lo sa che al telefono non si vede, ma sorride lo stesso. mette a proprio agio il cliente)



sì, certo che è tutto a posto. avevamo detto oggi, no?



beh, prima di installartelo e completare il tutto sarebbe bello se tu te lo guardassi, così vedi se funziona, facciamo le prime sgrossature, prendiamo appunti. è inutile installarlo adesso, anche se è pronto (niente domande, prego)



chiaro, puoi venire a vedere quando ti va, siamo a tua disposizione



per te questo ed altro



allora ti aspetto eh? alle 2?


 



© eddiemac o l’arte della menzogna

martedì 28 ottobre 2003

un tapiro urlante, verosimilmente in fuga da kodiak piuttosto incazzosi, disturba la mia quiete mentale.


mi piacerebbe tranquillizzarlo, ma mica posso fare tutto io, e poi sto provando il costume da kaiser guglielmo che oggi mi calza a pennello. oltretutto i tapiri urlanti e idrofobi hanno la tendenza a comunicare in koinè, che io francamente misconosco. ho sempre creduto che bisognasse essere acuti per capire il cuneiforme.


 


freddo, troppo freddo per queste latitudini dell’anima, mi ci perdo, come un granello di sabbia portato dal khamsin, e posato su un campo semantico sbagliato. ho detto freddo, sia ben chiaro. come la lama di un coltello affilato, eccomi.


 


quando uno finisce di mescolare, le particelle restano un attimo in sospensione, prima di tornare a posarsi dolcemente sul fondo. ecco. quell’attimo è poesia.

lunedì 27 ottobre 2003

la palpebra si adegua al tono dello stomaco (un pesante e oscuro si bemolle che si risolve in arditi cromatismi)


in zone chiave del sistema endocrino appaiono cartelli di smobilitazione ed invito alla rivolta, gestiti da un’organizzazione sovversiva denominata “comitato per la liberazione del kefkedes”


i neuroni sono in riunione sindacale, impegnati ad organizzare un corso di orienting avanzato che dovrebbe svolgersi secondo questo programma:



ore 08.00 colazione


ore 08.30 inoltro nel bosco


ore 22.15 ricerca superstiti


ore 23.00 comunicato ufficiale sull’impossibilità di rinvenire superstiti



premiazione ed esequie avranno luogo contemporaneamente il mattino dopo


 



la teoria ortodossa del comitato credo imponga che il raggiungimento del nirvana e l’approdo al nulla avvenga a partire dalla dissoluzione dei neuroni in acido citrico.


eventuali dissidi interni verranno gestiti tramite epurazione immediata

sabato 25 ottobre 2003

protagora si era reso conto del potere della parola. se è l’uomo a dover giudicare del vero e del falso, la parola è lo strumento principe per arrivare ad una decisione. per questo protagora insegnava ai suoi allievi l’arte del parlare, del discutere, di sostenere l’argomentazione più debole contro quella più forte: come tutti i greci dell’epoca era un appassionato di dibattiti.


per i filosofi greci, la filosofia era una questione essenzialmente orale.


abbiamo già visto le differenze che contraddistinguono il pensiero orale da quello scritto (e il diverso approccio al mondo che queste 2 mentalità presuppongono).


quello che vorrei far notare ora, è che il mezzo che si usa per comunicare, (non solo la scelta retorica, ma anche la scelta della dimensione orale) condiziona inevitabilmente il contenuto del messaggio. il medium è il messaggio, direbbe l’amico marshall, che secondo me è la stessa cosa di dire che la forma è sostanza.


la parola scritta può essere letta più volte, analizzata, la dimensione orale, il dialogo, il dibattito, erano ciò con cui avevano a che fare i greci.


tutto ciò che viene comunicato dipende dal mezzo con cui viene comunicato: questo è un blog.


 


i greci non avevano i blog. parlavano, avevano un uditorio da convincere, ed è con loro che inizia, lentamente, il passaggio dalla mentalità orale a quella scritta, che si concretizza quasi 2000 anni dopo.


 


compito a casa:


osservate un oggetto e provate a descriverlo.


rassegnatevi: le parole sono parole, l’oggetto è un oggetto. 

venerdì 24 ottobre 2003

arrivo a casa in versione lemure depresso per la prima neve che si spalma sulle montagne. maledico latitudini, sgranando madonne come un pittore strabico del tardo rinascimento.


mi perdo in un timido tentativo di imitazione omino michelin, fino a che non mi levo la giacca a vento.


sono in ritardo, come al solito.


dovrei:



  • cucinare

  • mangiare

  • riposarmi

  • finire di leggere un libro

  • telefonare al mio libraio di fiducia

  • riposarmi

  • trovare una soluzione ai mali del mondo

  • mettere a posto la cucina 

non necessariamente in quest’ordine.


in tutto ho 19 minuti a disposizione.


avanzo una mozione per riformare il calendario gregoriano, ma mi viene respinta da un archimandrita dalla barba bianca e fluente che probabilmente viene curata con lo smacchiante.


opto per una visione di 4’22” dei simpson’s


sniffo del glassex per darmi forza, mangio veloce alcune cose a caso, e mi rituffo in macchina, dove miles coppa davis dà il meglio di sé allo stereo.


mentre guido vedo steve austin, l’uomo da sei milioni di dollari che mi urla “performativo!” mentre mi sorpassa a destra.


il mio cervello trasmette le fasi finali del mondiale di spagna ’82, poi una televendita della rotowash che mi spiega come funzionano i miei neuroni.


torno in ufficio dove finalmente mi aspettano asterix e cleopatra.


dovrei smetterla con le pause pranzo…

giovedì 23 ottobre 2003

diciamolo: io che insegno excel, è una cosa al limite della docenza...

mercoledì 22 ottobre 2003

il mio cervello trasmette lezioni notturne di informatica a cura del dipartimento scuola educazione, inframmezzate da televendite porno, che a dire la verità godono di uno share notevolmente superiore. (dati auditel)


la visione è impostata con il filtro “atmosfera: acqua” del media player versione 7 (praticamente preistoria)
ogni tanto si intromette un cercopiteco urlante, che si placa solo al suono dell'inno nazionale ungherese, o, a scelta, con un certamen di sonetti guidato da ussari dotati di mustacchi.


non è bello, a vedersi…


per distrarmi entro in un bar mitzvah a chiedere il solito caffè.


creo disordini mentali gratis, assumetemi, anche sotto forma di pasticche, basta che lo stipendio sia buono.


con il freddo che fa non vorrei essere costretto a passare la notte all’agghiaccio (...)

piccole storie:


8 ore al giorno a fare il jolly online, ore serali dedicate al corso di informatica di base personalizzato per persone ricche (che, incidentalmente, non pagano)  + ricerca materiale altri corsi.


risultato:


ore da dedicare al sottoscritto quelle più notturne, che trasformano il soggetto in questione in un clone di un'upupa (soprattutto per il caratteristico richiamo usato a 'mo di lamento, meno per il rivestimento piumato).


ciò toglie tempo al corso di auto-annientamento a cui il soggetto si applicava da mesi, il docente se ne ha a male.


inoltre gorgia protesta per il ritardo. l’ho automaticamente messo in scadenziario, prima di ricordarmi che io, uno scadenziario, non l’ho mai avuto…


 


programmi per la settimana:


millantare sempre e comunque


 


piccola bacheca


-scambio tessera da esperto di excel con sostanze psicotrope anche mal conservate


-permuto maglione usato quasi nuovo per connessione neuronale decente, versione 3.0. no perditempo e fornitori di alzheimer


 


PS word riconosce online come ondine. questo temo la dica lunga sui progetti a lunga scadenza del signor microsoft (bill gates has not sold his soul to the devil, he’s just licensed it)

lunedì 20 ottobre 2003

entra dalla finestra.


il germano reale, in carne piume e piedi palmati.


prima cauto, poi prende confidenza, come al solito.


ecco, io questa cosa che prima invadi camera mia e poi ti prendi confidenze, non l’ho mai capita.


odio i germani reali saccenti.


fa domande strane, si scrolla la pioggia sulla scrivania, attacca con una tirata su chiasmi in retorica e conclude con un accenno criptico ad un corso di excel.


 


-dovresti finire di leggere la sebold


-non ho tempo


-studi recenti dimostrano che spazio e tempo sono relativi all’osservatore. se non hai tempo hai una buona probabilità di non esistere (op. cit.)


-mi avvio felice verso la non esistenza. magari mi passa il sonno endemico che mi perseguita, non credi?


-perché metti troppa carne al fuoco. fai troppe cose in una volta.


-…


-una corretta autogestione…


-la parola “corretta” non rientra nel mio vocabolario. la parola “autogestione l’ho lasciata al csoa luxemburg, anni fa. la parola “vattene” di dice niente?


-…


-lo sapevo…


 


la prossima volta ti spiumo e ti metto in forno. assumo un’essenza di molto vicina all’enrico V di shakespeare. seguono enrico W , enrico X, Y, Z.

sabato 18 ottobre 2003

scendo nel freddo dell’inverno.


non è ancora inverno, mi dice un pinguino che passa di lì per caso. scanso il pinguino e gli equivoci, in preda a delirium tremens e sindrome di tourette.


metto sullo stereo miles gloriosus davis, per coprire i cigolii della macchina, e quelli dell’anima in sottofondo.


round ‘bout midnight.


 


protagora è stato un geometra singolare.


i discorsi sull’uomo ormai avevano preso piede in città, laddove gli scienziati non si mettevano d’accordo, sulle virtù dell’uomo si poteva ancora discutere.


nasce qui la cultura umanistica come succede quando quella scientifica inizia a venir meno.


e il perno fondamentale di questa cultura è che il metro di giudizio non sta nelle cose, ma nell’uomo che le giudica. l’uomo singolare, empirico,  alle prese con la realtà.


il criterio di verità sta nella persona che pronuncia la cosa (in principio era il verbo), il linguaggio del singolo crea il proprio mondo.


è un relativismo stretto, in cui l’uomo è misura di tutte le cose, e l’unica maniera di venire a contatto con le altre versioni delle cose è la discussione, la critica.


protagora insegna a sorreggere le argomentazioni deboli contro quelle forti, a convincere un uditorio della verità della propria tesi,  lì dove la verità non è assoluta,  è gestita dal consenso che ne dà l’uditorio. protagora insegna a parlare, a dibattere, a far prevalere un punto di vista su un altro, usando la parola (non doveva essere molto avvezzo alla lotta e all’uso del giavellotto, evidentemente).


ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, ogni cosa può essere e insieme non essere.


sembrerà strano a molti, ma questo tipo di conclusione, partita da premesse assolutamente razionali (stiamo pur sempre parlando di filosofia greca) è lontana parente della linea di pensiero che concilia gli opposti e rifiuta il dogmatismo, del pensiero che trova nel non-senso (inteso come negazione della razionalità binaria) la sua ragion d’essere.

venerdì 17 ottobre 2003

colloqui di lavoro (?) 


-ah, bene, vedo dal curriculum che lei è una persona dinamica


-…


-la nostra è un’azienda dinamica, leader nel settore delle comunicazioni, cerchiamo persone attive e dinamiche,  che abbiano voglia di mettersi in gioco. ha domande da fare?


-i responsabili della selezione personale riescono a dire una frase di senso compiuto che non contenga la parola “dinamica”?


 

giovedì 16 ottobre 2003

MSN


eddie scrive:


7denari ha aggiornato il template di bla-bla-bla


Sergio scrive:


sì, mi piace più di prima


eddie scrive:


perchè, prima che aveva? (guarda che ho fatto tutto io in una notte, vedi di essere più carino del solito, ok?)


Sergio scrive:


beh, era incredibilmente bello e accattivante, ma questo lo è molto di più. Faccio fatica a trattenere un'erezione...


Sergio scrive:


così può andare?


eddie scrive:


sei bravissimo, quasi quasi ti assumo.


Sergio scrive:


ho paura di chiederlo. ma con che mansione?


eddie scrive:


tu saresti quello che mi precede di qualche metro e tesse le mie lodi (...)


Sergio scrive:


Beh, non male. Stipendio?


eddie scrive:


un bacio con la lingua. uno al giorno, intendo (...)


Sergio scrive:


c'è di peggio. Niente euri?


eddie scrive:


beh, si potrebbe fare una birra il fine settimana...


Sergio scrive:


Ho capito. Espressa in chilometri orari, con che velocità preferisci andare a cagare?


eddie scrive:


dipende dal mezzo di trasporto (dillo con trasporto, ti prego)


Sergio scrive:


vespone 250 va bene?


eddie scrive:


ma c'è il rischio che ti pungano! non si può fare cammelli 3?


Sergio scrive:


sei tutto cretino...


eddie scrive:


no, soltanto un po. e nasco dal monviso.

mercoledì 15 ottobre 2003

ore 8.30


decisamente dormo troppo poco.


ho appena avuto un colloquio riservato con il mio cervello. si è svolto più o meno così:


io- dovresti stare sveglio, sai?


lui- te lo puoi sognare.


 




ore 16.05


mi aggiro stile zombi. schiaccio tasti a caso. il mio cervello dorme, e io devo ancora fare finta di nulla. domani lo querelo.

Clamorosamente off topic


 


25/07/2002


stavo guardando la TSI, uno di questi documentari in lingua originale sottotitolati in italiano che ogni tanto fanno alla tv svizzera, tipo documento-verità  o qualcosa del genere. non chiedetemi perchè li diano, non saprei.


beh, insomma, questo trattava di un paesello sperduto in australia, credo, dove il villaggio più vicino era tipo a 300 km e la gente non sapeva mai cosa fare o dove andare la sera. e nessuno aveva mai visto una città. mi ricordava casa.


l'intervistatore ha chiesto a uno qualsiasi di lì (età stimata 45 anni, senza denti e con un accento incomprensibile. chissenefrega, c'erano i sottotitoli) qual'è stato il più bel giorno della sua vita, e il tizio prima ha tergiversato, poi ha detto che beh, non ce n'era uno in particolare, erano tutti più o meno belli, o brutti, insomma, tutti uguali.


molto triste a pensarci. ma in effetti io non so se su due piedi avrei saputo dare una risposta migliore. ma poi ho deciso che era comunque troppo triste e mi sono messo a pensare a quale poteva essere il più bel giorno della mia vita. me n'è venuto in mente uno.


potevo avere quattro o cinque anni, e andavo di tanto in tanto con mio padre alla stazione a veder partire i treni. una stazione enorme per un bambino di provincia, retaggio dei fasti di quando era passaggio obbligato per le merci dirette in svizzera.


mi piaceva da impazzire guardare i treni e anche viaggiarci sopra (anche adesso, per la verità ) ma più di tutto mi piaceva vedere il capostazione con il berretto rosso uscire dal suo ufficio con la sua palettina verde in mano (è una stazione che fa da capolinea).


vederlo alzare al cielo la paletta, vedere il semaforo che si tramutava in verde (c'era un segnale laser? telepatia? magia? un bottoncino sulla paletta?) e vedere la paletta muoversi a volte da destra a sinistra in un ultimo saluto al locomotore. insomma, quel giorno il capostazione mi chiese se volevo provare.


chiaramente ho risposto di no. ero un bambino timido (lo sono ancora, a volte) e vedevo quel gesto come qualcosa di sacro, non lo poteva fare chiunque, poteva solo il capostazione. un po' come se il prete mi avesse fatto celebrare messa.


però lui ha insistito, mio padre anche, e così alla fine ho alzato la paletta con un senso misto di timore, orgoglio e inadeguatezza. come se non avesse veramente avuto valore, non so se mi spiego.


ma è stata una grande giornata.


naturalmente, è anche possibile che queste cose me le sia inventate, io vivo in un mondo tutto mio, mi racconto storie, le vivo un sacco di volte, modifico quelle che mi sono accadute e le cambio a poco a poco finchè non trovo la sceneggiatura giusta, e poi dopo anni non so più cosa ho vissuto e cosa no.


l'altro giorno credo di avere indicato la strada, dalla stazione al campeggio, a dei francesi che neanche esistevano. per essere sicuro che capissero gliel'ho spiegato in francese e in inglese. d'altra parte, ero in camera mia.


però alla stazione con mio padre ci andavo, me lo ricordo…


 


tutto sto casino per dire che ho letto un post (che non ha i permalink, e quindi non riesco a linkarlo, anyway, l'autrice è D&C) che parlava di queste cose, e che sapere qual'è stato il più bel giorno della vostra vita, non è una domanda così stupida come sembra.

martedì 14 ottobre 2003

colloqui di lavoro: il test


i test scritti per i colloqui di assunzione sono uno scoglio da superare per qualsiasi candidato che voglia aspirare ad un qualsivoglia lavoro decente.


un team di psicologi, dopo anni di ricerche presso gli esperti del settore e i selezionatori del personale delle maggiori aziende, ha esaminato per voi 10 domande classiche con alcuni consigli per superare agevolmente il test.


 


 


1-indica i tuoi riferimenti culturali fra personaggi dell'ultimo secolo


qui bisognerebbe aver cura di  NON indicare charles manson né bokassa, o macchia nera. scegliete un profilo basso. madre teresa se siete donne, flavio briatore se uomini.


2-quando guidi, hai mai la tentazione di invadere la corsia opposta e schiantarti contro una macchina che viene in senso inverso?


in linea di massima è sempre meglio rispondere “no” a questa domanda


3-daresti fuoco ai tuoi genitori per futili motivi?


qui è concesso rispondere sì, ma solo per un motivo valido. in ogni caso meglio citare i nirvana che non il complesso di edipo


4-hai mai commesso genocidio?


a questa domanda è consigliabile rispondere “no” a meno che il colloquio non sia per l’assunzione in pubblitalia, o per un posto da segretario presso l’avvocato taormina


5-ti piacciono i fiori?


se maschio, sono possibili entrambe le risposte, se femmina la risposta è sì. questo stabilisce una volta per tutte che le pari opportunità non esistono


6-sei gay?


rispondere sì in un’azienda politically correct potrebbe aiutarti ad avere il lavoro, ma poi avresti dei problemi con il capo del personale che è un uomo alto due metri, di centodieci chili, biondo con i baffi da vichingo che si fa chiamare olga dagli amici intimi


7-faresti mai il metalmeccanico?


questa è una domanda di controllo, è collegata alla 5, rispondi di conseguenza


8-calcola a mente la radice cubica di 45964549


NON rispondere giusto a questa domanda: fa parte del test di Turing, e se rispondi correttamente ti impiantano come software in deep blue


9-senti voci che altri non sentono?


rispondi sì solo a patto che le voci provengano da alieni. se a parlarti è un coniglio o una tazza da caffè nega tutto. gli alieni potrebbero aprire nuovi mercati, i conigli no.


10-vedi cose che altri non vedono?


rispondi no. i canali porno che guardi da solo a notte fonda non contano in questi casi


 


queste sono le indicazioni da seguire.


dopo di che ti assumono se sei del capricorno, indossi una cravatta blu e i tarocchi hanno dato esito favorevole.

lunedì 13 ottobre 2003

versione lobotomia totale o atarassia conclamata.


un vegetale, ma con molta meno clorofilla.


incapace di un qualsiasi sussulto intellettivo, l’ultimo neurone ha traslocato qualche minuto fa lasciando un cartello “affittasi” appeso all’entrata.


sarebbe invece carino avere dei soldi derivanti da reddito fisso, alcuni libri a disposizione, una stanza tutta per sé (…) e tutte queste cose amene che rendono l'universo interessante e abitato da forme di vita paranoiche


ho realizzato che dicembre si avvicina minaccioso, insieme al generale inverno, e ho annotato sul mio quadernino la mia ironia verso tutti quei punkettari anni ‘70 e tutte le loro balle sul no future. adesso il futuro è qui. e non è granchè.


 


compito a casa:


trovate una persona che faccia delle affermazioni: sostenete e argomentate l’esatto opposto. dopo un paio d’ore di discussione accesa chiedete di fare cambio. abbiate l’accortezza di non restare a tiro se il soggetto rifiuta.

domenica 12 ottobre 2003

radiocronaca di giornata inutile.


sveglia fragile fuori tempo (un concetto a cui mi ha avvicinato il mio primo batterista), bevo un caffè ad un bar mitzvah. la mattina presto del sabato ho dei seri problemi di autocontrollo.


gestisco rotta e timone, j. k. o’toole (e suo fratello peter) mi mandano saluti da una banda di idioti.


mi divanizzo e coltivo amabili resti, concedo del riposo ad un neurone ma la svizzera al sant jakob segna contro l’irlanda; kobi kuhn esulta dalla panchina, hop schwitz.


esce il sole, ripongo ombrello e macchina per cucire, l’ufficiale di rotta fa quasi finta di ringraziare, sorrido distimico.


esco anch’io, mangio mentre guardo 4 azeri, rientro mentre brad mehldau mi guarda dallo specchietto retrovisore.


domani sarà una nuova domenica sportiva. dovrei smetterla di bere. solo che poi morirei di sete.

venerdì 10 ottobre 2003

la vita è simile al sogno perché è così maledettamente reale

giovedì 9 ottobre 2003

ci eravamo lasciati con parmenide, e i sotterfugi più o meno ortodossi per sfuggire al suo temibile assunto: l’essere è e non può non essere.


questa affermazione di “protologica” (tra le altre cose palesemente contraddetta dai sensi) diventa un po’ ingombrante e l’interesse degli scienziati per scoprire come va il mondo comincia a sfumare. oltretutto, fra le molte teorie, sembra che sia impossibile trovare un accordo su come vadano realmente le cose nel mondo.


(piccola parentesi: questa cosa di non trovare un accordo sui fondamenti gli scienziati la ritorceranno contro i metafisici più di venti secoli dopo, solo per venire nuovamente accusati dello stesso misfatto dai filosofi della scienza nella metà di questo secolo. da allora gli scienziati hanno perso l’abitudine di occuparsi dei fondamenti.)



nasce una nuova categoria di pensatori, che hanno capito fondamentalmente 3 cose:



  • se il mondo non si può indagare, forse si può avere miglior fortuna con l’uomo

  • quello che è importante è il linguaggio: è la parola che convince, non la realtà dei fatti (che non sappiamo neppure se esista)

  • pensare forse può diventare un mestiere e noi sopravviviamo senza fare troppa fatica fisica

(questo per dire che i greci avevano già inventato praticamente tutto, e il germano reale dell’altro ieri aveva tristemente ragione)



curiosamente però, di questi pensatori (passati alla notorietà come “sofisti” ci danno notizia platone e aristotele, che, come vedremo in seguito, sono invece molto preoccupati di dimostrare che una realtà oggettiva esiste eccome, e che la verità non solo si può, ma si deve, raggiungere. questo fa sì che forse il loro giudizio sui sofisti non fosse particolarmente obiettivo. più o meno sarebbe come se la storia del terrorismo internazionale la scrivessero gli americani.

mercoledì 8 ottobre 2003

il lago ha assunto una tonalità esasperatamente blu.


forse ho bisogno di dormire, altrimenti non mi spiego il grillotalpa che con insistenza me l’ha fatto notare. dice che sta arrivando l’inverno, io spero che stia mentendo...

sistema di connessione neuronale disattivato.

recupero del cestino in corso.

i dati saranno forniti mischiati e in contemporanea, il sistema operativo tiene a precisare che non si assume nessuna responsabilità per il riaffiorare disordinato di materiale altamente pericoloso.


 


non può essere del tutto cattiva una forma di vita che ha creato birra e bretzel

un letto adibito a ripostiglio campeggia in camera. l’elenco delle cose che vi trovano pace è direttamente proporzionale all’elenco telefonico di tokio. trovo che rappresenti egregiamente lo stato di confusione mentale.


riconosco immediatamente se qualcuno ci mette mano, e di norma la prendo male: odio chi tenta di ristrutturare anni di sacrificio passati a strizzare l’occhio al caos


 


-libera quel copriletto, che ci sono su 2 dita di terra


-provo a coltivarci qualcosa

martedì 7 ottobre 2003

respiro attimi improvvisi di irrimediabile smarrimento.


rifletto ansie sulle carote di turno, i neuroni non gradiscono e si prendono una vacanza.


wo darf ich heimish sein (maledizione, di nuovo il tedesco, devo smetterla….)


offuscamento di sinapsi, eteronimi che tentano di assaltare il ponte di comando.


incontro un toro con l’anello al naso. il toro si chiama uri geller e sostiene che tutto ciò sia l’esemplificazione dell’eterno problema di non avere una casa, del resto lo diceva anche renè: rogito ergo sum.


sono tornato. ma dove?


controllo spazio e tempo, poi mi rituffo nel bretzel.


qualcuno nell’universo, tiene un corso di autodecomposizione?



 


lezione del giorno: mai fare domande a una scarpa se non si vogliono risposte stringate. chiedete alle lampadine se volete risposte illuminanti. per le battute fulminanti ci stiamo attrezzando (finale con luminosità in fade out, sipario)

ho capito che sarei tornato quando ho visto una mucca blu che mi augurava buon viaggio in tedesco.


sono cose che ti segnano.

sabato 4 ottobre 2003

vado. bevo. torno.


forse.


 


-aber kann ich Deutsch sprechen? ünmoglich glaube ich, leider. aber es ist nicht so wichtig


-du muss nicht sprechen, du muss nur Bier trinken.


-stimmt.


-ein prosit ein prosit Gemütlichkeit (ad libitum...)

venerdì 3 ottobre 2003

in un infimo barlume di lucidità mentale che ancora mi rimaneva ho intavolato una discussione sulla storia della filosofia con un germano reale. mi faceva notare che tutto quello che si è detto in occidente fino ad oggi, parlando di filosofia, l’hanno inventato i greci, in meno di 200 anni. a parte, forse la creazione dal nulla…


mi ha anche fatto delle domande molto pedanti a cui non sapevo rispondere (odio non saper rispondere) e se n’è andato senza pagare il conto.


ho abbozzato una timida reazione, poi, mentre leggevo un trattato sulla non proliferazione di lingue morte e listate a lutto sono di nuovo sprofondato nell’oblio (come sensazione ricorda una casa che deve essere molto simile al nirvana, ma manca totalmente di illuminazione).


domani parto. partirò in questo stato di assoluta inconsapevolezza, e in un certo senso, partirò avvantaggiato.


resta il fatto che queste sono cose che fanno pensare, e il mio stato neuronale attuale non lo permette. me lo dice anche l’istruttore del corso di catatonia applicata che frequento tutti i giovedì sera.


me ne sono andato anch’io senza pagare il conto.


il gestore del bar lume non ha gradito.

le mie connessioni neuronali sono andate a ragazze facili tempo fa.


si sono trovate bene.


di tanto in tanto ricevo cartoline da posti esotici.

uno svedese (?) in grecia


 


ci eravamo lasciati con la paralisi di elea. l’essere uno,  immobile, che non ammette il mutamento. eppure a noi le cose appaiono in movimento: se zenone non era un ottimo sportivo, molti suoi contemporanei lo erano, e vedevano come achille di solito vince in corsa con la tartaruga e gli uomini per lo meno, camminano.


come risolvere questo annoso problema? possibile che i sensi ci ingannano così profondamente?


un tizio di nome leucippo (e in seguito il suo allievo democrito) si proposero di risolvere il problema, sfruttando le stesse dimostrazioni degli eleati, che avevano sostenuto, per assurdo,  che se esistessero i molti, dovrebbero essere tali e quali all’uno, cosa che gli eleati reputavano contraddittoria.


leucippo, che forse non era così pignolo, e a cui premeva salvare il mutamento, non si pone il problema. se l’essere è il tutto, questo essere è però formato da un numero infinito di corpi in movimento che unendosi e dividendosi danno luogo ai mutamenti. qui nasce una teoria che avrà alterne fortune nei secoli e che adesso pare sia ancora in voga anche se ha avuto detrattori illustri (uno che non era del tutto convinto era einstein, per fare un nome): stiamo parlando dell’atomismo.


l’atomo è l’essere (con tutte le sue caratteristiche) fatto materia, gli atomi-forma, idee dell’essere visibili, sono qualitativamente identici, ma differiscono per quantità. essi si aggregano e disgregano, sono in perenne movimento, e tutto è spiegato in termine di atomi in movimento.


ricapitoliamo. l’essere è composto da atomi, che sono identici all’essere e quindi qualitativamente identici fra di loro. formano degli aggregati che però non sono stabili. differiscono solo per forma geometrica e quantità.

leucippo e democrito hanno inventato i lego™.

mercoledì 1 ottobre 2003

domani, se le divinità ciclotimiche che mi perseguitano sono d'accordo, ricominciamo le lezioni...


ho ricevuto la nomination per l'uso più gratuito dei puntini di sospensione in un blog... adoro le feste di consegna dei premi, specialmente gli alcolici del buffet (...)

dopo un accurato studio ho appurato che la mia corrente di pensiero si avvicina ai 220 volt


 



piccola bacheca


- inizia il corso per gimnosofisti versione base (si paga prima di cominciare a discutere)


- Doppelzimmer mit Dusche, inkl. Frühstück. Löschen, am bahnhof (De). Preis 34.00 EUR / Nacht


 



MSN


Sergio scrive:


certo che sei veramente acida!


eddie scrive:


non sono acida, ho fatto i gargarismi con lo svelto


Sergio scrive:


lo svelto è un tuo amico cronicamente affetto da eiaculatio praecox?


Sergio scrive:


fate i gargarismi in coro?


eddie scrive:


il coro dei gargarismi prova il mercoledì dalle 21.30 in parrocchia. lo svelto è un malavitoso di buenos aires che gira armato di coltello e un amico di nome gordo


Sergio scrive:


gordo bleu?


eddie scrive:


in gordo


eddie scrive:


diminutivo di gene gordo


Sergio scrive:


flash gordo


eddie scrive:


quando corre veloce. quando beve è gordon gene


Sergio scrive:


Buenos Aires: due parti di gordon gene, una di svelto, guarnire con un babà


eddie scrive:


fico. ne voglio uno.


Sergio scrive:


ho problemi a reperire il babà


Sergio scrive:


e anche gordon gene, da quando si è dato al contrabbando


eddie scrive:


e anche lo svelto quando si è dato al contrabbasso.


eddie scrive:


meglio di pastorius


Sergio scrive:


immagino, un virtuoso...


eddie scrive:


sì, non beve e non ha mai tradito la moglie


Sergio scrive:


certo...