venerdì 28 gennaio 2005

il semidio krulm mi ha telefonato per commissionarmi una
breve biografia celebrativa.
krulm non è un cliente facile, è uno di quelli che tende ad
arrabbiarsi facilmente, visto che è il segretario incaricato, e a tutti gli
effetti sostituto, di tutte le divinità della guerra (sez. europa).
così ho deciso di scrivere una cosa del tipo:
“il potente krulm fu il primo ad affrontare una battaglia
con creta, ribattezzò i fenici (che prima venivano chiamati annegri perché
erano amabili e sorridenti ma avevano la pelle scura), allitterò gli hittiti,
assoggettò i persiani, le cui mogli vennero usate per permettere evitare che i
nobili subissero l’onta del sole che entra dalla finestra al mattino; e il mondo
conobbe un’epoca di pace finchè krulm non intraprese un’azione decisa contro i
medi (mostrare il medio, già allora era considerato offensivo) e i parti (un
intervento illuminato per contenere l’incremento demografico) e la sua forza si
abbattè non solo su celti, ma su tutti i popoli del pianeta allora conosciuto.
tagliò la gola agli albani e debellò i galli (per la
disperazione delle galline), spiumò i germani e per riportare la pace fece
tacere i pannoni.
ricacciò i sassoni nelle cave, arrestò i vandali, e
sconfisse gli unni e gli altri; cacciò i turpi turchi (le cui mogli venero
confinate nei bagni), accumulò franchi ed altre ricchezze rubando il grano ai
saraceni.
in epoche a noi più vicine si dedicò ad opere di civiltà,
marciò in danimarca e mise la museruola ai danesi, ripulì le strade dai
borboni, fu l’ideatore della campagna politica sforza-milano.”
quando gli ho consegnato la biografia ero abbastanza
soddisfatto, ma lui mi ha spiegato queneau, faceva schifo, e non mi ha neanche
pagato.



disclaimer: se questo fosse un weblog serio e curato (anche
se di campagna) avrebbe delle sezioni o categorie in cui inserire i post.
questo andrebbe nella sezione “cose di cui mi vergogno e che espierò in una
vita futura reincarnandomi in un assicuratore”. la sezione “cose di cui mi
vergogno e che espierò in una vita futura reincarnandomi in un assicuratore”
sarebbe piena di post, e forse sarebbe il caso di darle un nome più corto onde
evitare di intasare la rete, vergognarsene, e creare un pericoloso corto circuito
(tipo brands hatch).


 

martedì 25 gennaio 2005

tira un vento gelido che ti alesa le orecchie, e ti cartavetra tutte le estremità disponibili ad una velocità non inferiore agli 80 km/h in centro urbano, tanto che la gente del luogo ha ormai iniziato a pregare sedicenti divinità eoliche per mettere fine al tormento.
come dicono a trieste, ora et la bora.
qualche giorno fa il mio corpo ha deciso che aveva sonno. il mio cervello non ha gradito, e come nelle migliori famiglie di terroristi, si è dissociato.
per un po’ ha aleggiato indolente intorno alla scrivania, osservandomi scrivere al computer. poi si è rotto i coglioni, è entrato da un rivenditore autorizzato e ha comprato un biglietto per un viaggio astrale, tasse incluse.
mi sento insopportabilmente vivo. devo ricordarmi di fare causa alla società che mi aveva garantito una innocua morte cerebrale.
oggi il mio cervello mi ha mandato una cartolina da nassau, non si può dire che non abbia il senso dell’umorismo

ho chiuso il germano reale in un cassetto della scrivania, ogni tre settimane lo apro e intavoliamo discussioni sul senso della vita
-come stai?
-come in un’opera di bellini (l’aperitivo). nella norma
-com’è là fuori?
-freddo. ieri un tricheco mi ha schiaffeggiato con una carpa perché gli ho parcheggiato di fianco alla tana
-e tu?
-lascia perdere baglioni, che ho già chi me lo canta

metto driven wheels nella versione di bernard allison sullo stereo e continuo i miei esercizi di estasi mistica

ultim’ora
scandalo in israele. la figlia del capo dei servizi segreti, nonostante i suoi pessimi voti a scuola, è stata promossad

venerdì 21 gennaio 2005

 

soffia violento il favonio, detto anche föhn dalle
popolazioni locali.
studi clinici hanno già dimostrato come il favonio possa
provocare anomalie in soggetti particolarmente sensibili, ma qui si sta davvero
esagerando.
alle nove del mattino ci sono 11 gradi centigradi,
esattamente dieci in più del giorno precedente, a causa dell’inversione
termica.
alle nove e ventuno l’ingegner bernasconi decide di
abbandonare la sua toyota sulla piazza di locarno e recarsi a baveno in
windsurf. attracca tredici minuti dopo nel porto di baveno asserendo di essere
stato assalito da un branco di cavedani.
alle 10 e 37 il negozio di abbigliamento della signora
sironi di porto ceresio viene preso d’assalto da sette casalinghe che vogliono
acquistare dei soprabiti beige a trequarti, capo purtroppo esaurito in quel
negozio dal 1978. 
alle 12.30 esatte il centro di controllo operativo della bmw
italia va in tilt. tre minuti dopo, ¾ delle turbine montate su bmw x5 smettono
di funzionare.
alle 13 e 10 la tangenziale est è bloccata, isoradio sceglie
di ignorare la situazione classificandola come normale.
alle 13 e 42 la copertura dei tre operatori di telefonia
mobile funziona a singhiozzo con gran dispendio di segreterie telefoniche, e le
connessioni adsl cominciano ad andare a 14k.
intorno alle 14 due convogli passeggeri trenitalia sulla
linea milano-luino arrivano in orario, dagli altoparlanti della stazione di camnago-lentate si
diffonde misteriosamente una danza caratteristica irlandese in ¾.
alle 14 e ¾ tutte le auto parcheggiate nel concessionario
jaguar di tarcisio pasta a quartino (ch) emettono insistenti colpi di clacson,
per lo sgomento di reto pandiscia, di pattuglia con la vettura di ordinanza
della polizia cantonale appostatosi sul rondò di fronte al concessionario dopo
aver elevato una contravvenzione di 62 franchi ad una macchina in divieto di
sosta sulla piazza di locarno.
si addensano alcune nuvole, e si materializza una voce che
sostiene che splinder e mozilla non potranno mai funzionare insieme.
i cani ululano insieme al vento, e quasi tutti sono concordi
nell’affermare che hanno rotto ¾.
è la fine del mondo, mi dico.
vabbè, pazienza.
mica avevo progetti il futuro.

mercoledì 19 gennaio 2005

valutando attentamente costi e benefici nella mia vita a gennaio, ho infranto circa 27 divieti imposti dalla mia religione, che vieta espressamente, fra le altre cose, di compiere azioni che abbiano un senso durante il periodo di kaynu - nel calendario gregoriano kaynu va da metà settembre a fine luglio, con una breve pausa per la festa del raccolto il 3 aprile (si festeggia il rinvenimento di diecimila lire da parte del semidio haki sul marciapiede sotto casa) e la settimana del bradipo (ossia il periodo che un enorme bradipo impiega ad attraversare la costellazione di orione) che si può svolgere da febbraio a marzo, a seconda delle congiunzioni astrali e le comunicazioni dirette del dio won-ton, che è uso comunicare il suo risentimento agli umani via fax ad un numero di wichita (kansas merid.) - e altre prescrizioni minori.
la mia religione vieta anche l’uso di maiuscole su schermo ma, stranamente, non vieta l’uso di periodi lunghi e sconnessi durante kaynu. (è una religione complicata, e allora? pensate alle vostre)

vantaggi
1. ho un nuovo lavoro fisso
2. ne consegue che ho uno stipendio
3. il posto di lavoro è a 5 minuti dalla casa in cui abito
4. dovrò imparare ad usare un software che non conosco, e quindi a volte lavorerò su computer

svantaggi
1. il nuovo lavoro ha a che fare con alcune cose che odio (fra cui, tra l’altro, il disegno tecnico e l’alzarmi presto la mattina)
2. il mio stipendio basterebbe per sopravvivere se abitassi nel burkina faso
3. vorrei poter abitare da solo, possibilmente a 100 km da qui
4. il software è odioso, e il computer non ha un collegamento a internet
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matematica e materie prime
ho impiegato ¾ della mattinata (diconsi 3 ore) a scrivere 2 (due) fax che sono stati stampati e vieppiù corretti 5 volte.
la mia prossima mission è deforestare l’austria.

lunedì 17 gennaio 2005

 il rumore del traffico mi suona famigliare come la macchina
che mi precede, ferma e in attesa di accodarsi alle altre macchine nella
strettoia che dall’autostrada immette in città. una specie di collo di
bottiglia dannata.
proseguo a passo d’uomo per i seguenti 40 minuti, augurando
flagelli e calamità come dermatosi pruriginose a chiunque abbia inventato il
posto di lavoro da raggiungere al mattino.
alla fine arriva il momento in cui scendo dalla macchina, e
allora iniziano i problemi.
camminare senza una meta precisa per le vie del centro di
milano non è un’idea geniale. almeno non quando la temperatura esterna
percepita si aggira intorno alle minime di novosibirsk.
immagino che questo succeda perché non vivo nel meraviglioso
mondo di peter coniglio.
cerco di muovermi cercando di sciogliere le incrostazioni di
ghiaccio che si sono formate sulle sinapsi, prima che mi ritrovi qualche
archeologo del xxii secolo, ibernato come lucy a san siro. dribblo con una
finta (sono il garrincha di porta romana) un senegalese che cerca di vendermi
alcune stampe, e non capisco se è arte contemporanea o il test di rorschach,
poi mi infilo in un bar e ordino un paraflu.
e provo a capire quali possono essere i vantaggi di questa
situazione in cui mi sono cacciato. perché so che devono esistere, ogni cosa ha vantaggi e svantaggi.
est modus in rebus, come sanno tutti i solutori della
settimana enigmistica

martedì 11 gennaio 2005

so what?
(thanks to miles gloriosus davis)













il mio cervello trasmette rumore bianco (nel senso del
suono, con buona pace di de lillo).
la neve si è accumulata ai bordi della strada, e copre
ancora i prati che circondano la zona più fredda della provinciale. io guido
rilassato, dialogando distrattamente con il navigatore satellitare, che però
non è granchè come conversatore: ogni tanto faccio lo spiritoso, ma lui non
ride. a cosa serve un navigatore satellitare se poi non ride alle tue battute?
quando mi fermo ad un semaforo, vengo assalito da
baudrillard che mi bussa al finestrino e mi urla di sparire. fortunatamente,
prima che possa urlare altro, viene investito da un ford transit (gloria
mundi). scendo dalla macchina e lo finisco con un fendente di claymore.
verso sera arrivo a casa e metto sullo stereo il lamento
funebre per neurone in sol minore di yari paasanen, nella partitura per
stendipanni e chiave inglese, interpretato dal coro dell’armata rossa.
dopo cena passo un paio d’ore davanti al pc. poi lo accendo e scrivo qualche mail.





mail to
stewie: update













io, la mia vita lavorativa è un po’ strana (non è un
problema sintattico, è un anacoluto. gli intellettuali, quando scrivono frasi
con la sintassi incasinata, dicono che sono anacoluti e nessuno può più dire
niente. è un po’ come quando uno dice arimo a nascondino)

per dire, adesso per un po’ faccio l’autista, poi potrei
darmi al disegno tecnico e imparare archicad (che credo sia la versione
avanzata di archibald).

devo avere un problema di algoritmi nel cervello. non riesco
a fare qualcosa che abbia più o meno un senso, tipo trovare un lavoro come si
deve. ormai non so più neanche da che parte cominciare.


non riesco ad organizzare una mail decente, figuriamoci la mia vita.


una volta disegnavo crepe nei muri.


poi provavo a entrarci, nelle crepe che avevo disegnato: a volte ci riuscivo,
ma il più delle volte sbattevo la testa.


però quando riesci a infilarti fra l'intonaco e i mattoni, e tutto intorno a te
è caldo e buio, allora sì che ti senti al sicuro, e pensi che a nessuno verrà
in mente di cercarti nelle crepe disegnate sui muri.


per dire, nei tombini non è la stessa cosa. c'è sempre qualcuno che ci guarda,
nei tombini.


io se potessi scegliere farei il gatto. altrimenti sarei anche molto felice
come banca dati.

nel frattempo dal primo gennaio non ho più l’adsl gratis e
passo molto tempo fuori casa, quindi perdonami se ogni tanto scompaio dalla
rete.

intanto ti mando un bacio dal freddo di qui

giovedì 6 gennaio 2005

per tutta la notte ho cercato di inserire una tavoletta di vape nell’apposito scomparto del cervello per liberare i neuroni da un ronzio diffuso. non è servito a granchè.

credo sia l’influenza di mercurio (il signore di tutti i termometri) in seconda casa (quella al mare).

mi sveglio e il sole si spalma sul lago increspato dal föhn, ma fa freddo lo stesso.

mi sdraio sul letto a fissare le ombre sul soffitto, mentre di fianco a me cassandra wilson canta you don’t know what love is, fino a che decido che sarebbe proprio il caso di usare un biglietto per il treno e venti euro che conservo nel portafoglio.

saluto la wilson ed esco, mentre al telefono cerco di farmi inserire fra le specie protette in via di estinzione


ultim’ora

michael pugliese, un imprenditore italo americano, ha lanciato la catena di alberghi waldorf ageografia, un ambiente etnico dove in ogni camera è riprodotto l’ambiente climatico e culturale di una nazione.

è già pronto, in collaborazione con la banca vaticana, il progetto waldorf agiografia, alberghi in cui ogni è stanza dedicata alla biografia di un santo

martedì 4 gennaio 2005

il commento è la continuazione del post con altri mezzi (von clausewitz)