venerdì 31 ottobre 2008

diluvia ininterrottamente da tre giorni, e a tre km da qui, qualche metro più in alto, sta nevicando. ne consegue che il mio umore è garrulo e vivace come doveva essere quello del portiere dell’el salvador dopo la partita con l’ungheria ai mondiali di spagna ’82.

secondo il mio maestro di defibrillazione emotiva (un lemming che vive su un davanzale al quinto piano di un palazzo qui vicino) non è saggio legare il proprio umore agli eventi atmosferici, per lo meno non se vivi alla latitudine sbagliata.

gli spiego che ora non sono dell’umore adatto, ma quando ho tempo da perdere faccio autoanalisi. poi faccio autogeometria, autofisica e sono quasi autoingegnere, con una media del trenta e loden (che va bene adesso che arriva l’inverno).

passo il pomeriggio controllando l’angolazione con cui la pioggia si spalma sull’asfalto (è un passatempo interessante, anche perché la maggior parte del tempo piove in orizzontale, il che mi dà tempo di svagarmi) e nel frattempo controllo la consistenza di alcuni cartoni lasciati a macerare sotto l’acqua (non è che non li ho buttati via, è solo che sto studiando l’allentamento dei legami atomici del cartone in presenza di acqua).

verso sera infilo il mio costume da betamax e mi chiudo nell’armadio mentre fuori il coro dell’armata rossa schierato sul balcone in formazione marziale (ma anche altri poeti latini a caso) intona kalinka de luna, kalinka de sol, in funzione apotropaica.


mercoledì 22 ottobre 2008

il mio maestro di smaterializzazione neuronale, nonché esperto di metempsicosi intelligente (ossia la trasmigrazione delle anime, ma solo verso paesi caldi) sostiene che uno dei modi di scoprire i segreti dell’universo sia osservare la disposizione dei cavedani lungo le foci dei fiumi: pare infatti che i cavedani siano particolarmente sensibili alle correnti geomantiche e tendano a disporsi nel tempo lungo traiettorie particolarmente rivelatrici; per lo meno, ieri alle 13.47, a mio modo di vedere un branco di cavedani stava formando la scritta “enki è stato qui, ma adesso ha da fare quindi levati dalle palle”.

sempre secondo il mio maestro di smaterializzazione neuronale, anche ripetere svariate volte la parola cavedani (anche scritta, voglio sperare) può essere di aiuto nel processo di raggiungimento della consapevolezza (del resto, cos’ho da perdere?).

per completezza dell’informazione occorre anche dire che attualmente il mio maestro di smaterializzazione neuronale è un essiccatore a gettone che sostiene anche, in accordo con la teoria dei mocassini (una variante unificatrice della teoria delle superstringhe), che nell’interpretazione di everett a molti mondi dell’universo l’unico modo di risolvere un’anomalia temporale è quello di avere un ombrello a portata di mano.

io la sera sorseggio monte di colore (detto anche monte diversamente bianco) poi esco sul balcone a guardare il malcantone canticchiando io me ne andrej gromyko.


mercoledì 15 ottobre 2008

mi giungono da più parti richieste di informazioni a proposito di un supposto mancato sbarco di ufi nel pomeriggio di ieri, e forse è arrivato il momento di fare chiarezza.

la notizia dello sbarco era assolutamente esatta, tranne per le coordinate precise in cui avrebbe dovuto aver luogo; e infatti lo sbarco c’è stato, ad ovest delle svalbard, per un meeting segreto da tenersi nei dintorni di tranøy, nella norvegia settentrionale.

ciò che ha generato l’equivoco, era che il messaggio che preannunciava lo sbarco era diretto ad un comitato di accoglienza delle specie più evolute del pianeta terra, composto essenzialmente da lemming (il fatto che qualche appartenente a homo sapiens pensa ancora che la propria specie sia la più intelligente del pianeta lascia ben poche speranze alla sopravvivenza di homo sapiens sul lungo periodo).

invece il motivo del clamore mediatico è che era previsto un contatto anche fra un’unica astronave di ufi piuttosto temerari e alcuni umani, che effettivamente non ha avuto luogo per un motivo assolutamente razionale: gli ufi sabato notte hanno lasciato inavvertitamente accese le luci dell’astronave e gli si è scaricata la batteria. provate voi a trovare dei cavi adatti per la batteria di un’astronave quando il soccorso interplanetario più vicino sta a migliaia di anni luce e nei weekend vuole un supplemento per le chiamate festive.

ad ogni modo noi del comitato di controllo per le attività degli ufi sul pianeta stiamo pattugliando alcuni bar alla ricerca di ufi crudeli in agguato (se ultimamente non avete visto ufi crudeli in giro, vuol dire che stiamo lavorando bene. nel caso vogliate sostenere il nostro prezioso lavoro potete scriverci e vi daremo le nostre coordinate bancarie)


venerdì 10 ottobre 2008

ultim'ora

nell’ottica della devolution, alcuni esponenti della regione lombardia hanno fatto sapere che dall’anno prossimo, in omaggio agli avi celtici della regione insubre, il modello 730 per la dichiarazione dei redditi del 2009 verrà sostituito dal modello runico.


venerdì 3 ottobre 2008

stavo studiando il mio intervento al simposio su “coregone e origine dell’universo” (io vorrei che durasse il meno possibile: meno uno parla, più probabilità ci sono di ottenere un buon posto al buffet), quando un team di gnomi travestiti da ibraimovich irrompe sul balcone dell’ufficio per organizzare una partita tre contro tre e portiere volante (che se uno cade dal balcone in effetti è molto utile).

il gatto, invece, esegue il vecchio trucco della smaterializzazione e scompare in una dimensione parallela più consona.

sarebbe disonesto non ammettere che la partita in corso (no, vabbè, in balcone) incide non poco sulla mia già inesistente voglia di lavorare.

non è colpa mia, io credo che l’uomo non sia ontologicamente fatto per lavorare, e dovrebbe vivere in pace nutrendosi del lavoro di qualcun altro. un po’ come fanno le banche.

comunque la tesi che intendo sostenere è che la teoria del brodo primordiale è un concetto scientifico poco attendibile, perché non prende in considerazione l'esistenza del dado primordiale. invece l'argomento principale contro il creazionismo credo sia il genere umano. cioè, una qualsiasi entità che si prende la briga di creare un universo e poi ci mette il genere umano non può essere intelligente, sarebbe contraddittorio.

verso sera decido che la mia mission per il prossimo mese sarà entrare in un ristorante giapponese e chiedere se servono l’alga seltzer a fine pasto, poi vado in riva al lago a parlare con i germani reali (quello finti non hanno grandi capacità di conversazione).