martedì 31 agosto 2004

uno se ne sta lì, in vacanza, immerso nel turbitto (secondo alcuni è un’erba diuretica, secondo altri un formaggio che va assai veloce) e all’improvviso scompare.

questa cosa mi lascia alquanto perplesso, mentre assumo la classica espressione da cernia e balbetto afasico, come un monaco shaolin che cerca di spiegare perché non somiglia affatto a david carradine.

billie holiday “on ice” mi sussurra qualcosa da dietro una tenda

piove e fa caldo.

al posto del condizionatore ho impiantato una gabbia di skinner, che costa meno.

torno a scomparire.

venerdì 27 agosto 2004

xp sostiene di avere un problema. ne ha più di uno, secondo il mio modesto parere. del resto pure io, quindi non me la sento di prendermela.

assumo la posizione del lotto (è assai semplice, invece delle gambe, incroci le dita) e spero che mi faccia accedere.

chiaramente xp, in preda a terzana conclamata, mi spiega che se voglio usare il pc devo attivare la mia copia via internet. più o meno, ogni volta che l’accendo.

nell’inutile tentativo di coventrizzare i files di registro ho fuso un paio di spyware e un disco di ripristino.

del resto lo sapevo che i files di registro sono duri a morire. in più il valium con xp non funziona.


explorer ha deciso che internet è troppo impegnativo per un sistema operativo ad agosto, ed è in sciopero fino alla risoluzione di una complessa vertenza sindacale, uno strappo ricucibile, temo, solo con un lungo bastone nodoso (quello che si dice una formattazione a bassissimo livello). solo outlook, crumiro, si ostina a scaricare la posta


xp si è autoinstallato 4 programmi (tre di scommesse clandestine, uno di ricerca su internet, neanche uno di donne nude, incomincio a preoccuparmi) che scrivono hijackers sui files di registro e aprono applicazioni fantasma ogni dieci secondi. se uno prova a eliminarli dal pannello di installazione applicazioni si apre un alert box con scritto “stai scherzando, vero?”

chiaramente, la cartella programmi, omertosa e solidale, sostiene di non averli mai visti.

mcafee se ne lava le mani: “compagni che sbagliano”, commenta, e nulla più.

ogni tanto qualcuno entra in clandestinità e si prende una lunga vacanza nei mari del sud.


l’applicazione non risponde.

è sotto la doccia? è in pausa pranzo? è particolarmente snob?


alle olimpiadi mentali, specialità sistema operativo, xp è in vantaggio su eddie 3 a 2

la prossima volta provo a connettermi con una cafettiera, ottengo i medesimi risultati e se ho voglia di un caffè non mi devo neppure alzare.


terminare il programma adesso?

chiamatemi terminator. o ismaele, a scelta, che tanto piove.


per fortuna c’è un draghetto che mi da una mano…

martedì 24 agosto 2004

tutto quello che ci vuole è un po’ di sale in zucca.


almeno questo è quello che ci hanno sempre ripetuto fino alla nausea, nonostante probabilmente nessuno abbia mai chiesto il parere alla zucca.


tormentato da questo annoso problema, e grazie anche ad una cordiale idiosincrasia ai dessert a fine pasto, ho creato il primo club dei salati di mente.


secondo il mio terapista è un’ottima idea, e mi ha anche consigliato di iniziare a progettare il merchandising.


è anche vero che il mio terapista è un cormorano bretone, che credo non abbia granchè dimestichezza con il mondo dell'economia a livello globale.


 

sabato 21 agosto 2004

piove. e le nuvole sono così basse sulla collina che sembra di stare a novembre sulle brughiere inglesi.


le divinità preposte al corretto funzionamento del sole sono ad un importante convegno sul clima a port au prince. la questione atmosferica è dunque momentaneamente gestita da divinità isteriche (a cui sto particolarmente antipatico) che si divertono a scatenare tempeste.


io e toledo 1991™ abbiamo indetto alcuni sit in di protesta, ma nel frattempo ci stiamo anche attrezzando per diventare anfibi


 



giro in macchina mentre ascolto la sinfonia n°7 (la quebecoise) di jacques cartier, nella partitura per viola, rosso scuro e lampadario tremulo.


ogni tanto mi fermo, entro in qualche pub e riprendo contatto con la fauna locale: la radio passa besame mucho per le coppiette, alcune single in canottiera si esibiscono in varianti, tipo besame macho. le più dolci e romantiche ripiegano su besame micio.


cerco di passare inosservato indossando il mio costume da trovatore e ostento indifferenza mentre mangio una gustosa merendina a forma di trono ludovisi.


rientro a casa augurando neotenie agli astanti.


la polvere nella mia stanza ha raggiunto il iv livello della scala kolupchov (da fare, visibile, antico maniero, coperta di lana, colonizzazione ambientale)


apro un cassetto della scrivania e riesumo il germano reale (in realtà ha ben poco di teutonico. anche sul fatto del reale potremmo stere a parlarne, ma non ho voglia di indulgere in discorsi metafisici)


 



-finalmente sei tornato. come farei senza di te?


-potresti starnazzare liberamente, ma sono sicuro che troveresti qualcun altro a cui rompere le palle


-fra le altre cose, sei di nuovo senza un lavoro.


-…


-non avrai più un sacco di cose, tipo internet gratis otto ore al giorno.


-ne farò a meno.


-davvero pensi di cavartela così? davvero pensi di poter fare a meno di ogni cosa?


-farò a meno di pensarci.


-…


 



richiudo il cassetto e mi sdraio sul letto sperando di trovare dei crop circle sul soffitto

martedì 17 agosto 2004

il mio orecchio sinistro ha deciso che ne ha abbastanza del mondo esterno e si è chiuso in se stesso. adesso trasmette un rumore di ventola ad ogni battito cardiaco. sto pensando di produrmi in un’aritmia improvvisa per spiazzarlo.


 


la prima notte che dormo sulla nuda terra avverto sempre un vago senso di disagio.


dopo alcune notti passate a stretto contatto con il terreno, tornare nel mio letto mi provoca un sentimento analogo. ciò dimostra che a) l’uomo è un essere abitudinario e basta assai poco a creare l’abitudine e b) il mio letto non dev’essere sto granchè.


 


alcune cose che ho imparato in questi giorni:



  • la pietra pomice non è necessaria per pomiciare

  • la cosa bella di guidare nella stessa giornata in 4 nazioni differenti è poter disporre di un parterre internazionale di insetti spiaccicati sul parabrezza.

  • l’acqua purifica, ma la pioggia quotidiana, alla lunga, rompe le palle. non per niente l’acqua è il simbolo della femminilità

lunedì 2 agosto 2004

route 66 mental tools ha programmato un tour di 3500 km, al fine di garantire una corretta manutenzione e disintossicazione neuronale, nonché verificare le scommesse sulla tenuta di macchina e tenda.


questo significa che non sarò online, per qualche tempo (almeno fino a quando non finiscono i soldi)


se vedete passare toledo 1991™, fate ciao con la manina

domenica 1 agosto 2004

mi stavo gustando attimi di mancamento che alternavo a periodi di astenia conclamata, quando alcuni individui in preda ad eccitazione da nightglow mi propongono un’uscita automobilistica notturna.


non posso far altro che accettare, la mia religione stigmatizza come blasfemo un rifiuto a qualsivoglia progetto idiota.


 



ricordo stralci di una curiosa conversazione a quattro sui discorsi che si fanno da ragazzini sul petting, fra cui brillavano affermazioni intelligenti come: “petting? tom petting & the heartbreakers?” oppure “lui non conosce il petting, non ha i capelli”, e dove l’inevitabile conclusione che ho tratto è stata, come dice il proverbio, che tutti i nudi vengono al petting.


 



arrivo a casa barcollando, come un ovino che demontica dagli alpeggi.


mi infilo il mio costume da demiurgo e mi proietto in multiscreenslideshow prima di smaterializzarmi definitivamente