giovedì 31 marzo 2005

da qualche tempo ho un lavoro. uno di quelli veri. insomma, più o meno.
il che vuol dire che per la prima volta in vita mia ho ferie e malattia pagate, e un lavoro idiota per cui devo alzarmi presto tutte le mattine.
una vita grama servita sul piatto d’argento dello stipendio fisso, che mi consentirebbe una vita dignitosa tipo se vivessi in papua nuova guinea.
ogni tanto, mentre sono al lavoro, mi trovo a scrivere su un pc portatile che è un po’ confuso riguardo alla sua identità e ad altre cose ancora. siamo abbastanza in sintonia, se proprio lo devo dire.
il fatto è che su questo pc sono stati installati 2 diversi sistemi operativi. inutile spiegare che non c’è affatto una partizione del disco, i due sistemi operativi sono stati installati uno dentro l’altro, un curioso sistema embedded che credo sia assolutamente originale e innovativo nel panorama informatico italiano. ancora non so come sia successo ma visto chi usava questo computer prima di me, ho qualche idea in proposito.
succede che ogni tanto, senza preavviso, in media due volte al giorno, il computer decide che ne ha un po’ piene le palle e si spegne.  siamo abbastanza in sintonia, se proprio lo devo dire.
insomma, non c’è modo di prevedere quando succederà. semplicemente sai che succederà, prima o poi.
tu sei lì, che stai facendo qualcosa di tutto sommato inutile, e sbreng™, schermo nero.
una cosa che si avvicina di molto alla metafora, per dirla tutta.
salvate dunque, poichè non sapete nè il giorno nè l’ora.

ultim’ora
secondo una recente comunicazione dell’ufficio stampa di un noto partito politico italiano, lo slogan “io c’entro” non sarebbe da intendersi come una precisa ammissione di colpa

martedì 29 marzo 2005

non è che possiamo sempre confondere l’universo con il codice che usiamo per interpretarlo. la realtà non viene mai identificata dal linguaggio, nè dalla logica. questi sono mezzi necessari per permettere la comunicazione, come la zattera è necessaria per attraversare il fiume,ma non dice niente una volta arrivati sull’altra sponda.

venerdì 25 marzo 2005

nei cassetti della mia scrivania esistono buchi neri e porte in grado di comunicare con altre dimensioni.

una volta appoggiata dentro il cassetto una cosa inutile (tipo una polizza di assicurazione auto), può succedere che scompaia per riapparire inspiegabilmente anni dopo in un bar di padova, dove verrà usata come sottobicchiere per uno spritz. in compenso può capitare di trovare forme di vita intelligenti provenienti da sirio o alcuni resti di confezione di tegolino dell’83.

del resto molte scrivanie hanno peculiarità simili, studio scientifici dimostrano come questa proprietà sia da imputarsi alla particolare forma delle scrivanie, detta anche a “cassetto di risonanza” che pare funga da ricettacolo per onde provenienti da altre dimensioni.

nel cassetto della scrivania dell’ufficio ieri ho trovato un gatto iracheno (dài, la persia non esiste più da un pezzo) che ha deciso di stabilirsi sulla mia felpa sostenendo fosse più comoda. a riprova degli strani avvenimenti che succedono all’interno della scrivania, quando finalmente il gatto se n’è andato, con i peli rimasti sulla mia felpa ho riempito due materassi.


ultim’ora

ho avuto la nomination per il premio “cavaliere template xx secolo” per l’utilizzatore di blog che, pur sapendolo fare, non ha mai modificato il template da maggio 2003.

il primo classificato vince una fornitura a vita di penne städtler e un poster gigante di spennacchiotto

mercoledì 23 marzo 2005

oggi, a causa di un banale errore di salvataggio di sistema da parte di alcune divinità minori preposte al funzionamento del clima, l’universo esiste solo in scala di grigio.
il grigio si attacca al lavoro del tuo terapista, diventa il colore dei tuoi pensieri, modifica la percezione del cosmo rendendolo vagamente simile ad una riunione della nomenklatura sovietica degli anni ’70, quando tu non sai una parola di russo.
si avvicina la stagione delle piogge.
per fortuna il mio terapista mi ha spiegato che si tratta solo di un periodo di transizione, per superarlo basta lasciarsi andare e rotolare dolcemente dove ti porta la pendenza, cercando di evitare i canaletti di scolo, che lì ci si bagna sul serio. una questione di equilibrio, in fin dei conti.
una posizione quantomeno chiara, a parte l’allusione ai canaletti che credo dipenda dal fatto che il mio terapista sia una palla da bowling viola, gialla e fucsia. (il mio terapista è molto saggio, non capisco perchè l’associazione nazionale psicologi debba discriminarlo non invitandolo mai alle conferenze. in fondo sono tre colori come tutti gli altri, non c’è niente di cui vergognarsi)

lunedì 21 marzo 2005

il sole si spalma sulle montagne, prima di scomparire definitivamente in un tramonto color pastello e fumo di londra. si avvicina il momento della giornata in cui puoi solo intuire i confini del paesaggio che si sfalda, prima che tutto diventi una macchia scura e indistinta all’orizzonte.
fermo su una panchina in riva al lago discuto con l’altro allievo del corso di armonia cosmica, lo tiene tutti i martedì un lemming anacoreta (invece di migrare si è chiuso volontariamente in una gabbia) che si nutre solo di fieno e pappa reale.
a dire la verità il lemming mica parla, e noi stiamo lì tutta l’ora di lezione ad osservarlo. del resto non c’è scritto da nessuna parte che l’armonia cosmica contempli la parola.
quando usciamo abbiamo una consapevolezza diversa su tutto l’universo ma è buona regola non darlo a vedere, quindi si parla di banalità.

-i cani sono meglio dei gatti, il cane è il miglior amico dell’uomo
-per la donna meglio il gatto? il binturong? il tarsiospettro? il rinoceronte?
-intendo dire uomini e donne, cretino.
-...
-ma sì, scusa, il cane dà molto più affetto. ad esempio, tipo se sei single, un gatto è un po’ come il tuo coinquilino che non conosci tanto bene; un cane è più tipo il partner, ti riempie la vita. mica per niente si dice che il cane è il miglior amico del single.
-il miglior amico del single è il freezer


ultim’ora
in una ricerca condotta dall’istituto di biologia di des moines (iowa) sulle peculiarità delle aziende di allevamento bovino, che tiene conto di complessi parametri come le condizioni generali dei capi di bestiame e le loro abitudini, il tipo di mangime utilizzato, la disposizione nelle stalle, la regione di provenienza e l’età degli animali, è stato messo in crisi il concetto di proprietà commutativa: cambiando l’ordine dei fattori le mucche si confondono e il prodotto cambia.

mercoledì 16 marzo 2005

 sempre libero degg’io folleggiare di gioia in gioia

- scusi, il fatto è che io ho chiesto un cambiamento del piano tariffario, da free a flat il primo febbraio. siamo a metà marzo, e da ieri non ho più l’accesso a internet perchè il vostro computer remoto non ha voglia di rispondere, mi sa dire che succede?
- ah, sì, le hanno tolto l’account sul free, perchè dovrà essere attivata la tariffazione flat.
- oh, bene. se ci hanno messo un mese e mezzo a toglierla, quanto ci metteranno a riattivarla?
- ah, beh, ci vorrà qualche giorno.
- pure. in pratica mi sta dicendo che non avrò internet per chissà quanto tempo.
- ma si tratta solo di qualche giorno, e comunque quando gliela attivano le arriverà una mail con la conferma.
- la ringrazio per la fiducia nei miei poteri paranormali, ma se io non ho internet come la vedo la mail?
- di solito uno vede internet da un altra parte
- (?) tipo in frigorifero?
- beh, non ha un modem normale?
- si chiama flat perchè è il tipo di encefalogramma dell’operatore, vero?

giovedì 10 marzo 2005

nell’androne del palazzo del mio ufficio incontro lanfranco di bec travestito da donna delle pulizie che sta cercando di transustanziare dell’acqua in cif ammoniacal. poi mi spiega che è impegnato con un calcolo importante per la verifica delle proposizioni della relatività speciale, e che, beh, wow, questa cosa dei sistemi di riferimento cambia un po’ la prospettiva del pensiero medievale. tradotto per noi profani questo significa che occuperà l’ascensore almeno per i prossimi tre giorni, quindi dovrò farmi cinque piani di scale a piedi.

lo guardo con sospetto. non capisco perchè tutto questo interesse per la fisica, adesso.

verso le undici suona il postino che mi consegna una raccomandata e mi tiene mezz’ora a parlare di come tutto, in genere, oggi, sia pseudocontesto*. ed è abbastanza drammatico che se uno cerca pseudocontesto da zio google, nemmeno lo trova. no, così, per dire

torno in ufficio che ho la vista annebbiata e gli occhi nella classica posizione del fendinebbia.

in lontananza un fax che pulsa ininterrottamente da dieci minuti, e non capisco se è reale oppure è solo nella mia testa. del resto non saprei indicare la differenza.

apro una finestra a caso, e non mi importa se non ho dormito tutta la notte per la febbre terzana che mi tormenta da settimane. fuori c’è la temperatura di gennaio a vladivostock, i rompighiaccio ormeggiati nel porto, e un sole così bello che non si vedeva da mesi, insieme alla scritta ci scusiamo per il disturbo, stiamo effettuando prove tecniche di primavera.

poi io e il mio amico immaginario ci mettiamo a tirare graffette in testa ai turisti che passeggiano in cerca di una bancarella abbordabile, ogni dieci centri di signora con borsa in premio un berretto da cacciatore del canton obwaldo e una confezione di budini confezionati (gusto crème caramel). il passeggino vale doppio.

vinco solo il premio di consolazione, una calcolatrice a cristalli così liquidi che puoi pucciarci i biscotti, anche se poi sanno di mercurio e non si capisce perchè scomodino divinità antiche per nulla.

alla fine decido che tornerò a casa a passare la mia vita a fingermi un lenzuolo.

l’insegnamento di questa giornata credo sia che a breve bisognerà ricordarsi di ordinare delle graffette.


* dài, facciamo che avete qualche ora di tempo per scrivere qui la definizione


lunedì 7 marzo 2005

filosofia per alcolisti reprise


(è solo perchè mi stressate, mica ho intenzione di iniziare un nuovo corso)

i filosofi non fanno altro che dare giudizi. questo, in effetti, è piuttosto seccante.


un filosofo non dovrebbe dare giudizi, dovrebbe limitarsi alla contemplazione ed evitare giudizi basati su conoscenze giocoforza incomplete.


naturalmente questo è un mio giudizio. ho pur sempre studiato filosofia.


ciò probabilmente significa che un filosofo dovrebbe abituarsi a contemplare la contraddizione

un utile giochino da bar


descrizione


il gioco migliora le abilità mnemoniche, linguistiche e di ragionamento utili per la risposta alle domande, le attitudini al dibattito ed alla dialettica nonchè il lavoro di gruppo (il consulto fra partecipanti dopo una risposta sbagliata è parte fondamentale del gioco), sviluppa la riflessione e il distacco da certezze non guadagnate dialetticamente, insegna un approccio filosofico invece dell’ansia da prestazione tipica del mondo occidentale (ad esempio è sconsigliabile rispondere correttamente ad una domanda al primo tentativo)


occorrente:


1. un bar o una adeguata una scorta di alcolici (personalizzabile sulle esigenze dei singoli, ma non inferiore ai 18°)


2. una garzantina di filosofia (o in alternativa un manuale di storia della filosofia dalle origini ad oggi)


operazioni preliminari


si tira a sorte per chi tiene il banco: la stretegia corretta per questo gioco in genere suggerisce che sia svantaggioso tenere il banco. comunque sia, se siete al bar, il banco vorrà tenerlo il barista.


istruzioni


chi conduce il gioco fa una domanda al primo giocatore, che ha cinque tentativi per rispondere.


alcuni esempi di domande:


-elenca cinque appartenenti alla scuola di chartres ed alcuni dei temi trattati


-chiarisci il concetto di kerygma in bultmann e cita almeno una sua opera


-elenca le 12 categorie kantiane


-l’anno della pubblicazione della “struttura delle rivoluzioni scientifiche” di kuhn e temi principali dell’opera


-il discorso pubblico dalla retorica degli antichi all’era della televisione con riferimenti a perelmann, huxley e postman


se il giocatore di turno sbaglia la prima volta, si intavola una breve discussione con gli altri giocatori sulla risposta da dare; poi il giocatore cui è stata posta la domanda risponde nuovamente, e così via finchè non indovina o non esaurisce i cinque tentativi e il banco fa una nuova domanda al partecipante successivo.


ad ogni risposta sbagliata il giocatore deve bere.


chi indovina al primo tentativo si prende il banco (il barista cercherà di opporsi, ma se lo fate bere adeguatamente cambierà idea)


vale sbagliare apposta.

 

giovedì 3 marzo 2005

resto dell’idea che il montenegro dovrebbe rimanere in
serbia, invece di rivoltarsi contro il mio stomaco e contro la mia volontà. non
ho più il fisico per fare certe cose, come diceva l’ex fidanzata di rubbia.
oggi ho passato metà della mia giornata a giocare a carte
con un roditore. ho quasi sempre perso.
a mia discolpa posso dire che avevo messo il cervello in
modalità risparmio energetico.


 


martedì 1 marzo 2005

essere presenti a se stessi non sempre è una soluzione ragionevole. voglio dire, esiste un tempo per tutto, lo dice anche la bibbia. stamattina nevica, qualcosa vorrà dire.

a volte entro in stato catatonico solo per difendermi dal mondo: ieri sono stato 20 minuti immobile a fissare un rubinetto che perdeva.

poi ha pareggiato.

fra le altre cose ho scoperto che l’unico modo per non avere la febbre è non trovare il termometro.

giro con aria da zombie lasciando fazzoletti in offerta agli dei e assumendo zerbinol (si chiama così perchè è un medicinale che ti riduce a uno zerbino) contro gli attacchi influenzali, che la propoli di atene l’ho finita settimana scorsa. mi lacrimano li occhi come una madonna qualsiasi, ho un cerchio alla testa come nelle migliori tradizioni iconografiche, sono praticamente pronto per l'agiografia.

nel pomeriggio esce il sole, ma la temperatura esterna rimane inversamente proporzionale alla mia interna. il cortile di casa mia è stato scelto dal capitan findus in persona come location di uno spot ambientato in un freezer.

stiamo raccogliendo un largo fronte di protesta contro le divinità del clima, la nostra vecchia proposta di spostare l’italia in una fascia climatica sub tropicale sta suscitando consensi da più parti.

abbiamo raccolto l’adesione del sindacato mostri ed affini, - non si capisce se tremano per noi, per il freddo o per la febbre - ha affermato il segretario generale, oltre a quello degli spargisale (qui però c’è da registrare l’opposizione dei cobas delle capre).