martedì 29 dicembre 2009

sentendo i telegiornali pare che metà degli italiani siano sotto la neve. questione di gusti, immagino, io comunque preferisco stare sopra, anche perché non ho molte esigenze di frollatura.

il comitato per la salvaguardia del pianeta dagli ufi crudeli ha annullato alcuni incontri a causa del freddo e della scarsa disponibilità di gnocchi al ragù, anche se un team di esperti sta cercando redigere una relazione in grado di spiegare le attività svolte nel corso degli anni. per ora siamo arrivati a questo sillogismo:

-non tutti gli ufi sono crudeli

-non tutti i crudeli sono ufi

-socrate è mortale.

vabbè, forse è ancora un po’ da migliorare, ma ci stiamo lavorando.

nel frattempo sto seguendo un corso avanzato (infatti il corso si tiene nel mio frigorifero, il docente è una confezione di camembert che staziona lì stabilmente da qualche tempo) di smaterializzazione.

nel caso siate interessati, un buon punto di partenza è che secondo gli insegnamenti del wu wei e del suo più illustre profeta (orzo wei), l’assioma di base per una buona smaterializzazione è che siamo fatti della stessa sostanza dell’olio motore.


mercoledì 16 dicembre 2009

verso le sette e trenta del mattino mi sveglio perché il permafrost sta bussando alle finestre. maleducato.

comunque mi sarei dovuto svegliare lo stesso per andare in ufficio perché la cabina teletrasporto che ho ordinato non è ancora arrivata.

fuori due inuit stanno inscenando un sit-in di solidarietà ai compagni di copenhagen davanti al cancello di casa mia e una commissione di esperti sta valutando la possibilità di disputare la finale della coppa spengler direttamente sulla mia auto. quando esco travestito da omino michelin munito di raschietto si disperdono simulando indifferenza.

nel pomeriggio ho un appuntamento con un esperto in predizione del futuro e rapporti con divinità irose ma quando arrivo è impegnato a brucare e non può ricevermi.

verso sera provo a infilarmi del bronchenolo direttamente nella ghiandola pineale e contemporaneamente cerco di versarmi del paraflu nelle orecchie. funziona, se si ha a disposizione una superficie morbida su cui svenire.


affinità/divergenze fra il compagno editor e noi, del conseguimento della centrifuga neuronale


xx scrive:

devo caricare la lavatrice

eddie scrive:

hai la lavatrice a molla?

xx scrive:

tu. sei. completamente. scemo.

eddie scrive:

non si era detto cretino?

giovedì 10 dicembre 2009

secondo alcune scuole di pensiero ma soprattutto secondo il mio attuale maestro (non è un circuito di carte di credito. quella è una cosa tipo che ci sono delle carte di credito che fanno le gare all'autodromo) di riorientamento gestaltico* l’universo viene distrutto e ricreato ogni lunedì mattina, intorno alle 7.

questo spiegherebbe il senso di disturbo che si prova il lunedì mattina, anche se va notato che fra gli aspetti positivi della faccenda c’è il fatto che per creare un nuovo universo non ci sia bisogno della d.i.a. in variante**. non c'è neanche bisogno del collaudo entro 30 giorni perché l'universo finisce prima.

i teorici si dividono però su un problema, ossia se ogni lunedì l’universo venga ricreato esattamente uguale a come era prima, o leggermente differente, per approssimazione. questo richiama alcune teorie sull’identità, che per i soggetti autocoscienti si identifica essenzialmente con la narrazione; il che significa che la maggior parte degli studiosi del problema è convinta che l’universo sia diverso a seconda di come lo si racconta.

sempre secondo gli stessi studiosi, il problema di chi si preoccupi di ricreare l’universo è assolutamente marginale, a patto che gli funzioni sempre la sveglia al lunedì e si ricordi delle tartine al salmone.

io, in attesa del prossimo lunedì, disquisisco di teoria dei giochi con la caldaia: in pratica da qualche giorno abbiamo raggiunto un equilibrio di nash (esposto per la prima volta in un carteggio fra nash e il suo tascapane) ossia un gioco cooperativo in cui lei non mi lascia al freddo e io non chiamo un esorcista.


* non fatevi spaventare dal nome: tutto quello di cui avete bisogno è una bussola gestaltica

** basta offrire un bianco al sindaco dell’universo, e spiegare al barista che lo si paga il lunedì successivo

mercoledì 2 dicembre 2009

è tornato il freddo.

me ne accorgo perché da qualche giorno, ogni volta che torno a casa, trovo la caldaia in blocco. a me a volte piacerebbe trovarla in pezzi, e invece no, sempre in blocco.

l’unico modo di farla ripartire è aprire il contatore di casa e invertire il filo nero con quello blu.

questo vuol dire che per evitare di prendere il 220 (che non è l’autobus per pieve emanuele; anche perché, uno che ci va a fare a pieve emanuele?), tutte le sere bisogna litigare con i pinguini per capire chi può scendere in strada (io ci manderei il gatto nano femmina, ma è ancora troppo nano per arrivare al contatore) disarmare il contatore (io un giorno gli sparo e basta, come ciac norris), poi tornare a casa, invertire i cavi lavorando in braille (lo dice anche la pubblicità: toccatemi tutto, è il mio braille), poi ritornare giù e riarmare il contatore (lo diceva anche kissinger che riarmare è sempre utile).

a questo punto può essere che la caldaia riparta. ma può essere anche che esploda tutto. comunque di solito riparte.

il tecnico della caldaia dice che la caldaia è a posto, è solo un problema elettrico, e lui non ci può fare niente. l’unica cosa è continuare a invertire i fili tutte le volte che va in blocco. dice anche che può dipendere da qualcuno che lavora in strada e poi inverte i fili (ma ho controllato, non credo esistano prostitute con cacciavite e tester), un elettrodomestico di qualche vicino che va a massa e inverte le fasi (qui ce lo vedo, un frullatore che sverna in toscana ma prima cerca di sabotare l’impianto elettrico), oppure gli ufi (che è anche l’ipotesi più probabile).

ho chiesto al gatto nano femmina di controllare se passano degli ufi quando c’è solo lui in casa, ma è troppo impegnato a pisciare dappertutto per fare la guardia, che poi rischi anche che ti facciano sindaco di new york.

l’elettricista invece si è mostrato incuriosito da tutta la faccenda: dice che probabilmente è un problema di caldaia e lui non può farci niente. l’unica cosa è continuare a invertire eccetera eccetera (rimango sempre stupefatto nel constatare che come sui problemi tecnici i professionisti siano sempre d’accordo). dice anche di dargli il tempo di radunare un’equipe di esperti europei e poi passa a vedere, con tutta probabilità verso marzo.

io la sera mi metto sul balcone con una torcia elettrica e faccio segnali luminosi per tenere lontane le astronavi degli ufi crudeli che con le loro emissioni elettromagnetiche interferiscono con la caldaia.


(questo post è candidato al premio zloty per l’uso più gratuito di parentesi in un inutile testo scritto. il vincitore ha diritto a una confezione di bactrim e una gigantografia di marc hottiger. nessuna parentesi è stata molestata per scrivere questo post)