giovedì 31 luglio 2008

verso le dieci una vibrazione della muratura indotta dallo squillare insistente del telefono dell’ufficio (precisamente al settimo squillo) provoca una lacerazione spazio-temporale che, seguendo l’interpretazione della realtà a molti mondi di everett, consente l’accesso a una regione remota del multiverso che gli esperti chiamano anche “zubizarreta”.

contemporaneamente io mi sveglio ma, avendo raggiunto la consapevolezza, faccio rispondere al gatto.

secondo il mio maestro di ikebana per peli di gatto (un forno ventilato modello harmattan) bisognerebbe evitare di passare in un altro universo di prima mattina.

secondo altre scuole di pensiero, invece, bisognerebbe evitare di parlare con un forno ventilato.

io resto in stato ipnagogico fino a quando esco dall’ufficio, poi mi piacerebbe andare al lago, se solo quest’inverno avessi avuto cura di non battere a calcio balilla una divinità della pioggia particolarmente permalosa, che ora per ripicca scatena temporali esclusivamente dalle 18.30 in avanti.

la sera arrivo a casa, metto sullo stereo la sinfonia n. 3 di hector bresinskij (l’elegiaca breve) nella partitura per archi, faretre e bollitore elettrico, poi mi sdraio sul letto a guardare cosa danno sul soffitto.



trailer

vi mancano i piani del colonnello hannibal smith, o la verve di p.e. baracus? dopo l’estate arriverà sugli schermi televisivi il sequel della fortunata serie che ha segnato gli anni ’80, riadattata per gli anni 2000: un gruppo di reduci della prima guerra del golfo insegnano tecniche motivazionali ad aspiranti manager. il titolo del nuovo telefilm, in onda su sky da settembre, sarà “a-team building”



comunicazione disservizio

questo blog si prende un po’ di tempo di pausa per lavori di manutenzione neuronale e per l’organizzazione delle solite riunioni estive del comitato per la salvaguardia ufi - sezione europa (ci saranno sempre tutti i più alti rappresentati del comitato: il capitan lindus, in rappresentanza delle imprese di pulizie galattiche*; il capitano jean luc viacard, per il controllo del traffico ufi; il capitan farlock, dell’ufficio alieni, mindfucking e travestimenti, e il capitano tuttammè dell’ufficio alienati con manie di persecuzione).

non siamo del tutto sicuri di sapere quando questo blog ritornerà attivo, secondo una teoria sull’interconnessione potrebbe succedere in concomitanza con un allineamento planetario, oppure contemporaneamente alla messa in onda di “a-team building”, o anche non appena finiscono i soldi delle ferie (quindi molto presto. per la verità, visto la quantità di soldi che mi avanza, per agosto ho organizzato solo alcune gite fuori porta. così, per vedere come si sta sul pianerottolo).

voi, nel frattempo, non cambiate universo (tanto non ve lo fanno cambiare se non avete lo scontrino).



* è una new entry. come dimostrano i fatti di napoli (ossia uno studio condotto da alcuni universitari tossicodipendenti partenopei), le imprese di pulizie hanno di fatto il controllo del pianeta e conviene invitarle a tutte le riunioni operative.


mercoledì 23 luglio 2008



- sì? è venuto per la siepe? senta, sono davvero spiacente...

- io sono il tristo mietitore.

- chi?

- il tristo mietitore.

- sì, capisco.

- io sono la morte.

- sì, beh, il fatto è che abbiamo degli ospiti americani a cena, stasera, e non…

- chi è, caro?

- pare sia un certo signor la morte, venuto per la mietitura.



(il senso della vita, monty python)



arrivo in ufficio con la faccia di uno che ha sbagliato candeggio, apro la posta elettronica e trovo la mail di un tale che, in preda all’entusiasmo, mi chiede se non mi piacerebbe vivere per 120 anni, o addirittura diventare immortale. certo, poi ci sarebbe quella faccenda che gli dovrei dare dei soldi (non è così esoso, però, vorrebbe 70 euri subito per farmi partecipare a un convegno a milano. ma dico: tu sei immortale, io lo diventerò, te li darò poi con calma, no? abbiamo tutto il tempo. boh).

comunque questa cosa che lui vuole dei soldi da me mi fa intuire che il tizio ha decisamente sbagliato indirizzo. cioè, sono io quello che ha bisogno di soldi, e insomma.

del resto (a parte la noia, voglio dire) l’unico vantaggio che avrei a diventare immortale, o a vivere diciamo intorno ai 250 anni, sarebbe quello di poter aver accesso a un mutuo prima casa.

quindi no, ecco, magari in un’altra vita.

allora pensavo, visto che diventare immortale non rientra nei miei progetti a breve termine (e in ogni caso, non ho progetti a breve termine. neanche a lungo termine, a pensarci bene), potrebbe essere una buona idea fare un elenco delle cose che vorrei qualcuno scrivesse sulla mia lapide.



1. io credo, risorgerò. al solo scopo di rompervi di nuovo le palle.

2. non siate maleducati, è decisamente scortese dire che sono morto. diciamo che sono diversamente vivo.

3. i can’t always get what i want.

4. adesso non rompete con quella cosa del silenzio assenso.

5. beh, potrebbe essere peggio. potrebbe piovere.

6. torno subito.

7. se è per quell’invito a cena, temo che farò tardi.

8. pensavo che una risata mi avrebbe seppellito. invece ci voleva proprio la cassa.

9. fate pure con comodo, mica ho fretta.

10. non siate tristi, su. è comunque sicuramente meglio che lavorare nel marketing.


disclaimer: questo post viene pubblicato in questa forma a causa di uno sciopero degli editors (un gatto, una simo e quattro musicisti spostati inglesi). se i temi di questo post vi disturbano, parlatene con la maestra, o al massimo con il mio avvocato (il mio avvocato attualmente è un picchio esperto di bricolage, non per niente lo chiamano il principe del foro. quindi prima di contattarlo assicuratevi di avere uno spirito ornitologico).

d’accordo, probabilmente questo disclaimer andava messo all’inizio, ma nella pratica non ho mai avuto molta dimestichezza con gli algoritmi. consideratelo un hysteron proteron



mercoledì 16 luglio 2008

ufficio comitato centrale di controllo ufi (uficio), interno notte


xx: quando c’è stato il g8 a genova?

io: boh, io so che è stato a firenze, seconda metà del 1200, a bottega dal cimabue

xx: …

io: …

xx: sei un cretino integrale

io: no, sono un cretino ai cinque cereali


lunedì 14 luglio 2008

verranno a chiedermi del nostro amore. ma con tutta probabilità sarò in doccia.


no, dico. anche se piove ininterrottamente da settimane, è due giorni che ci sono almeno 15 gradi.

per essere novembre fa decisamente caldo.

in una concezione olistica la si potrebbe considerare una metafora dell'universo. più che altro è che non reggo il lunedì mattina. ho inoltrato protesta formale agli dei del calendario per sostituirlo con un più consono sabato pomeriggio

io giro per stanze di ospedale, accompagno persone in stazione e ogni tanto guardo il lago incazzato.

per tranquillizzarlo pensavo di regalargli l’astuccio di poochie.

in tutto questo, sono dell’idea che un’altra pressione sanguigna è possibile



ultim’ora

arrestata una gang di rapinatori musicisti che derubavano banche la mattina dopo i loro concerti nelle feste di paese.

per tutti l’accusa è di banda armata

mercoledì 9 luglio 2008

il professor klinksberg, docente di meditazione orientale alla libera università di riazzino (ti) nel suo libro sulla ricerca del nirvana intitolato “missione impassibile” (ed. theoria) sostiene che l’illuminazione è soprattutto una questione di tempo. infatti piove.

altre scuole di pensiero sostengono invece che la ricerca del nirvana è di per sé utopica, perché è inutile ricercare il nirvana se non lo si è perso.

questo ha dato da riflettere al professor klinksberg che in seguito pare abbia lasciato l’insegnamento per provare a convincere delle tende da sole a socializzare.

qui, ora, il dato positivo è che per essere novembre fa decisamente caldo.

in riva al lago una famiglia di germani reali (due genitori e tre piccoli, ribattezzati ‘qui, quo e cuius’, da non confondere con i tre gatti che vivono sui tetti davanti a casa mia, il cui nome è ispirato alla favola dei tre porcellini blues e che si chiamano ‘gimmi, sam e lovin’) mi guarda perplessa, come se la pioggia dipendesse da me e non dal fatto che la divinità climatica addetta alla gestione territoriale della zona in questo periodo sta provando a battere il record di temporali quotidiani dal pleistocene ad oggi, con il solo scopo di vantarsi al bar con gli amici.

giovedì 3 luglio 2008

chiamatemi ismaele. ma anche eddie, va bene uguale.

un’equipe di esperti sta cercando di capire perché nella mia macchina c’è un tasso di umidità pari a quello del golfo del tonchino prima della stagione delle piogge.

dopo qualche ora di consulto arrivano alla conclusione che il microclima del golfo del tonchino ha semplicemente deciso di prendersi una vacanza da queste parti (adesso i microclimi sono molto più indipendenti di una volta, e disponendo di tempo libero girano amabilmente per il pianeta con dei pantaloni corti a righe e una macchina fotografica al collo).

per rendere meglio il concetto dopo qualche ora va in scena il diluvio universale parte seconda, con la sola differenza dal primo che, per questioni di bilancio, invece di una grande arca si è preferito organizzare dei corsi di nuoto.

io arrivo a casa, metto sullo stereo la sinfonia n. 5 di alexander morbinskij (detta la stocastica, perché non è altro che la messa in musica del test di kolmogorov-smirnov) nella partitura per archi, fionde e balestre, e mi ritiro nelle mie stanze a lucidare l’arpione.

il giorno dopo io e il gatto decidiamo che il pomeriggio va passato essenzialmente sotto il divano (sbaglierebbe chi vedesse in tutto ciò uno spirito di indolenza o inedia. il mio maestro spirituale sostiene che il contatto con la terra è essenziale per una vita equilibrata anche se, effettivamente, da sotto il divano è più difficile rispondere al telefono), oppure sul balcone a tirare graffette a chiunque parli in schwitzerdütch.

verso sera l’universo si assenta per qualche minuto, ma almeno ha la cortesia di lasciare un biglietto sulla scrivania per avvertire.

quando torna, mi infilo in una unità di misura della pressione e ci rimango fino a notte fonda.