lunedì 28 febbraio 2011

io e il gatto, quando abbiamo tempo, disquisiamo sulle dimensioni dell’universo.
il problema di fondo è che se l’universo fosse infinito, potremmo mai verificarlo? se invece fosse finito, e si arrivasse, mettiamo, alla muro che delimita la fine dell’universo, cosa ci sarebbe dall’altra parte?
secondo alcune scuole di pensiero, lo spazio e il tempo hanno avuto origine con l’universo, quindi chiedersi cosa c’era prima non ha molto senso. ma se il nostro universo fosse stato generato da un altro universo (voi non volete sapere come si riproducono gli universi), la domanda avrebbe senso?
secondo altre scuole di pensiero, invece, per sapere se l’universo è finito, basta aprire il frigorifero e nel caso comprare un universo nuovo.
queste e altre questioni fondamentali sono allo studio nell’lhc di ginevra, un posto dove si cerca di accelerare delle particelle che, da parte loro, non hanno nessuna fretta (chi può dar loro torto?). è invece da sfatare l’idea del tutto balzana che l’lhc potrebbe dare origine ad un buco nero (se si evita di considerare quanto l’lhc abbia inciso sul bilancio degli stati, intendo).
non pensiate siano questioni senza importanza: capire come funziona l’universo è la rivincita dell’uomo che non sa programmare un videoregistratore. senza contare i vantaggi in termini di tecnologia a cui ha portato lo studio della materia, tipo, che so, la bomba atomica (occhei, forse ho sbagliato esempio. però dovete ammettere che è una questione di razionalità: annientare il pianeta prima che lo facciano le guerre di religione, o il pianeta stesso. si risparmia tempo).
secondo alcune interessanti teorie, la risposta agli interrogativi sull’universo sarebbe contenuta in alcuni manufatti lasciatici da civiltà superiori che avrebbero abitato la terra in un tempo remoto.
il problema di fondo di queste teorie è: se queste civiltà erano tanto superiori, perché si sono estinte?
quindi è un dato di fatto che attualmente la civiltà superiore di homo sapiens, dal punto di vista evolutivo, siamo noi. vi lascio immaginare come dovevano essere le altre.

lunedì 14 febbraio 2011

quelli come noi che credono nella fisica sanno che la distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’ostinata illusione (albert einstein)

potete usarla se arrivate tardi in ufficio, ma non è detto che i vostri datori di lavoro credano nella fisica.
in questo periodo io e il mio maestro di meditazione extracorporea stiamo sperimentando nuove tecniche di rilassamento emotivo colpendo ritmicamente la tastiera del computer con la testa e cercando di scovare delle indicazioni sapienziali nei testi che vengono composti.
attualmente il mio maestro di meditazione è un criceto che sta cercando di riorganizzare la sua vita dopo aver teorizzato il fallimento del progetto seti.
la domanda che l’ha portato alla formulazione della teoria si può riassumere così: “una forma di vita intelligente manderebbe dei segnali al pianeta terra?” evidentemente sarebbe una contraddizione in termini (un treno che arriva puntuale alla stazione di roma).
quindi, secondo il criceto, si potrebbe sperimentare una nuova linea di ricerca, basata sul tentativo di reperire forme di vita intelligenti direttamente sul pianeta terra, ma sia lui, sia i tecnici di laboratorio al momento sono molto scoraggiati.
secondo altre scuole di pensiero, infatti, il principio di mediocrità* confermerebbe l’impossibilità di trovare vita intelligente nell’universo.
ad ogni modo, io mi sento abbastanza rilassato, almeno fino a quando in ufficio non mi viene affidato il compito di far ripartire un ipod che si accende ma poi rimane bloccato su una schermata che raffigura un cavo usb o un tostapane (ancora non ho deciso) e non c’è verso di sbloccarlo.
io non ho un ipod e le mie conoscenze sull’ipod sono seconde solo alla mia capacità di scrivere relazioni di verifica statica in lineare b, e probabilmente l’hanno chiesto a me perché sanno che so usare un computer, un po’ come quando uno deve cambiare la tv e chiede consiglio allo zio perché da giovane ha lavorato come costumista in rai.
ho trovato su un forum che devo installare l'fw 3.0 o il 3.1 o il 3.2, ma non ho capito bene per cosa sta fw; le opzioni più plausibili finora sono: a) forward, b) frank wild years, c) fashion week milano.
poi dicono anche che devo salvare l'ecid.
io manco sapevo che fosse in pericolo, l'ecid, figuriamoci.
quindi alla fine decido di spiegare nel modo più diplomatico possibile che la soluzione migliore è portarlo alla dannata assistenza, o, al limite, ad un esorcista.
nel caso aveste suggerimenti su come su come sbloccare un ipod, teneteveli per voi.


* il principio di mediocrità afferma che non c'è nulla di speciale, su scala cosmologica, nella terra e nell'umanità e fu introdotto da alcuni scienziati riuniti un sabato sera in un disco pub del canton ticino.

martedì 1 febbraio 2011

mi sveglio e nel cielo c’è una cosa strana che non vedevo da un sacco di tempo e mi ricorda qualcosa ma non so bene cosa. alla fine capisco che non è un’astronave aliena, ma è il sole.
per una mattina esco di casa di buon umore, almeno fino a quando non litigo con due pinguini che stanno cercando di rappresentare una coreografia di holiday on ice sul parabrezza della mia auto.
qualche ora dopo sono in ufficio a cercare di trasformare una chiave in un toro (nel caso ve lo stiate chiedendo: non solo è possibile, ma è anche discretamente facile) quando squilla il telefono dell’ufficio.
la cosa in sé sarebbe anche normale, non fosse che a) non posso più far rispondere il gatto perché è stato rapito dagli ufi e b) ho una vaga idea di chi possa essere.
da un paio di settimane, infatti, mi chiamano giornalmente operatori di alcune compagnie telefoniche (nel caso ve lo stiate chiedendo: tutte, compresa quella che già fornisce il servizio) per offrirmi vantaggiose offerte, che in genere si riducono a “se passa alla nostra compagnia pagherà meno. sono comunque obbligato ad avvertirla che questa affermazione non necessariamente corrisponde a verità”.
no, dico, chiamano praticamente ogni ora. roba che uno non può più stare concentrato a giocare a hearts perché deve continuamente declinare offerte inutili (ma comunque è facile, viene: condiciones, condicionum, condicionĭbus, condiciones, condiciones, condicionĭbus).
ho organizzato un team di esperti e stiamo valutando se questa campagna sia il risultato di secoli di endogamia nei call center o un grave caso di amnesia retrograda che colpisce i dipendenti di compagnie telefoniche. ma c’è anche la possibilità che, più semplicemente, ce l’abbiano con me per motivi che ora mi sfuggono.
potrebbe anche essere uno degli effetti della teoria del caos, una farfalla batte le ali a tokyo e le compagnie telefoniche ti bombardano di telefonate. almeno fino a quando non trovi un giapponese disposto a uccidere quella maledetta farfalla.
la sera io e martina navratilova ci prepariamo per il nostro intervento alla conferenza sul ruolo nefasto che la metafisica esercita nella vita quotidiana (attualmente abbiamo deciso di dare la nostra preferenza alla realtà sensibile, perché quella insensibile tende ad essere anche maleducata) mentre stiamo sdraiati sul divano a guardare i blues brothers (nel caso ve lo stiate chiedendo: piace molto ad entrambi).