mercoledì 29 novembre 2006

esercizi di stile

studio # 213

natura morta con fotografia sbiadita



quando sei bambino capisci sempre le cose che ti spiegano. a volte fai finta di non capire, ma solo per far piacere ai grandi, che sono contenti quando pensano che i bambini non capiscono, non so bene perché, forse perché così si sentono ancora più grandi.

quello che non capisci è perché i grandi debbano mentire così spesso, che se solo la smettessero di mentirti, faresti molta meno fatica a crescere, e magari la smetteresti di chiuderti negli armadi. che poi gli armadi sanno di naftalina, che non mi è mai piaciuta, e non so mica come faccia eta beta che se la mangia, e poi finisce che ti devi nascondere nei tombini, che lì è più difficile che ti trovino.

voglio dire, io lo so che uno mente quando ha paura, ma non è mica facile capire di cosa ha paura un grande. magari ha paura delle stesse cose di cui ho paura io, le punture, guardare i film dell’orrore e che le persone non mi vogliano più bene e smettano di tenermi stretto.

poi i tombini sono molto utili anche quando i grandi si arrabbiano con me senza che io abbia fatto niente, che mi viene sempre da piangere, ma non posso perché mica voglio dargli soddisfazione.

nei tombini, quando piangi non ti vede nessuno.

l'unica cosa negativa è che nei tombini è sempre buio e non puoi leggere, ma tanto quando piangi non è che hai tanta voglia di metterti a leggere.


lunedì 27 novembre 2006

stavo cercando di consultare la mia ghiandola pineale a proposito di alcune faccende riguardanti il concetto di equilibrio

quando, esattamente mentre mi trovo sulle spalle di san cristoforo, da qualche parte in mezzo al lago, l’universo all’improvviso collassa.

non che sia una grave perdita, immagino, ma insomma, al momento uno ci rimane male.

poi, in un tempo che poteva essere brevissimo, oppure infinitamente lungo, quasi quanto un’era geologica, o l’attesa per l’attivazione di fastweb, tutto sembra ritornare alla normalità, e io sono di nuovo in mezzo al lago.

non ho capito esattamente cosa sia successo. temo mi toccherà consultare il mio oracolo di fiducia, un anziano signore che vive nel bosco qui di fronte, che si dice si nutra di muscaria, consulti regolarmente una variante europea dell’i-ching chiamata i-ching hiali, e in questa stagione pare si travesta da coro di bambini stonati al fine di assumere l’identità di saggio di fine anno.



ultim’ora

è in preparazione una nuova avvincente serie tv che avrà per protagonisti dei laureati in filosofia che cercano quotidianamente di salvare delle vite umane tramite l’utilizzo di dottrine esoteriche, credenze gnostiche e pratiche alchemiche derivate dalla magia egizia. la nuova serie, che sarà in onda su sky da gennaio, si intitolerà ‘e.rmetic r.ewiew’, ermetici in prima linea

mercoledì 22 novembre 2006

oggi il cielo ha un colore vivace come un’acquaforte di piranesi e io ho una faccia allegra e sorridente tipo quella di martin landau in mission impossible. se pensate che le due cose siano collegate, beh, avete ragione.

tra l’altro, sulle montagne qui intorno è arrivata la neve, a meno che il comitato per la salvaguardia della montagna svizzera non abbia dato corso al progetto di spalmare le vette con panna montata (serve per attirare il turista e ovvia al problema del ritiro dei ghiacciai, alcuni consigli cantonali stavano valutando la proposta con estrema attenzione).

ho protestato con alcune divinità preposte al controllo clima ma pare fossero occupate in una partita di briscola chiamata particolarmente impegnativa e mi hanno chiesto gentilmente di non disturbare fulminandomi il mouse del pc di casa.

poteva andare peggio. il reverendo robert clayton, nel best seller “scopri dio in quattro mosse, ma poi non ti lamentare se ti punisce perchè ha freddo” (ed. il punto d’incontro) parla di terribili maledizioni, come:

- reincarnarsi in arconada alla finale degli europei dell’84.

- avere bisogno del servizio tecnico di fastweb

- parlare con marcato accento switzerdütch

- fare il redattore per il tg di italia uno

alla fine mi sono arreso ai rimedi tradizionali, come la cuffia di lana, la giacca a vento modello roald amundsen e il disgelo dei contatti neuronali versandomi il paraflu direttamente nelle orecchie.



ultim’ora

con una conferenza stampa la lavazza ha annunciato che diverrà il nuovo sponsor della a.s. roma calcio. la sponsorizzazione sarà affiancata da una grande campagna pubblicitaria che avrà come claim lo slogan “lavazza, l’unico caffè che tiene l’aroma”.


lunedì 20 novembre 2006

concerto per viola, rosso vivace e motore a reazione, in 4/4


ieri sera, all’aeroporto* c’era il comitato di accoglienza del ‘gruppo studi sulla persona umana’ al gran completo.

mentre mi riportavano a casa disquisivamo sulle domande fondamentali dell'esistenza, tipo: chi sono io? qual è lo scopo della vita, e della vita umana in particolare? ci va la panna nella carbonara? e abbiamo deciso di fermarci nella nostra pizzeria di fiducia per una pizza quattro stagioni all’inferno, con i seguenti ingredienti:

- tonno e cipolle

- melanzane e grana

- salame piccante, peperoni e tabasco

- speck e zola.

la variante cozze e nutella, non ce la siamo sentiti.

i risultati della riunione saranno raccolti in una dispensa per gli iscritti all’associazione ma si possono sintetizzare in:

a) vivere alla latitudine sbagliata può inibire il sistema nervoso centrale

b) mai sottovalutare l’importanza di trovare parcheggio

c) l’idea di imprinting è lampante quando al concerto della bandabardò molti partecipanti non conoscono tutte le canzoni del gruppo ma *tutti* cantano una canzone dei pooh.

d) tutto quello di cui un essere umano ha bisogno, in certi momenti, è un’altra birra.


*alcune cose che ho imparato durante un anno di frequentazioni di aeroporti:


1. dietro alle nuove leggi sulla sicurezza negli aeroporti, e in particolare sui controlli per il trasporto dei liquidi sugli aerei, ci deve essere un disegno per la promozione dell’autostima.

cioè, l’utente medio ha tempo una mezz’ora di coda in attesa di passare i controlli in cui può riflettere sul fatto che se un branco di inutili alienati mentali è a capo degli enti per la sicurezza dei voli, allora anche lui ha qualche speranza per una laurea in fisica nucleare.

2. per evitare che le code ai controlli si estendano fino alle piste di decollo, si creano dei percorsi obbligati per cui ci si trova a passare più volte dalla stessa mattonella della sala controlli: un signore che ha deciso di lasciare a terra la borsa per riprenderla al passaggio successivo ha scatenato un’ondata di panico che, a confronto, wall street nel ’29 sembrava una sala relax.

se questa per voi non è una prova dell’operato degli ufi crudeli sul pianeta, io non so più che dirvi.

3. i viaggiatori di lungo corso, se possono scegliere, si siedono di fianco alle uscite di sicurezza dell’aereo. state pensando che sono consci del pericolo dato dal calcolo delle probabilità ore di volo/numero di incidenti. niente affatto: c’è più spazio per le gambe (del resto non è che uno sano di mente può pensare che se un aereo ha la pessima idea di schiantarsi da qualche parte l’uscita di sicurezza serva a qualcosa).

4. esistono degli aerei a forma di dugongo.

mercoledì 15 novembre 2006

la macchina fotografica digitale funziona di nuovo (credo sia posseduta. non da me, evidentemente. eppure ho lo scontrino*).

l’ho portata con me in ufficio nel tentativo di sorprendere il gatto a fregare l’inchiostro dal plotter (dice che gli serve per costruire opere concettuali surrealiste), ma quello è furbo e non si è fatto vedere. così ho passato la mattinata a meditare sull’economia dell’universo e a giocare a free cell (l’apparente ordine dell’universo non è dissimile dal gioco del free cell, sappiatelo).

comunque forse dovrei presentarmi alle riunioni dei freecellisti anonimi, da quando il mio scopo nella vita è diventato finire tutte le partite di free cell nell’ordine da 1 a 32000 la qualità della mia vita non è migliorata sensibilmente come mi aspettavo (migliorata sì, comunque, ma ci voleva poco), e ormai sono alla partita 5591; del resto l’unica vera motivazione per frequentare le riunioni dei freecellisti anonimi è il buffet gratis alla fine delle riunioni.

solo che il giovedì ho il corso di riprogrammazione neurale e gestione delle realtà alternative che mi tiene molto impegnato, senza contare la responsabilità della difesa contro gli ufi crudeli, per cui alcune sere devo essere reperibile (dovete smetterla di sottovalutare gli ufi, ieri mattina ho trovato un crop circle nel tappetino del bagno).



* albert krawsberg, nel saggio “soluzioni logico-razionali alle sfide dell’informatica: impronta analogica e impronta digitale” (ed. theoria), individua 4 livelli di inconvenienti tecnologici e le operazioni necessarie per la loro eliminazione

1. livello base: riparazione fai da te, detta anche “spegni e riaccendi” perchè prevede l’accensione di ceri e incensi a divinità informatiche.

2. livello avanzato: contattare un tecnico specializzato, il cui numero di telefono sarà invariabilmente occupato.

3. livello esperto: contattare un esorcista.

4. livello programmatore: contattare un metalmeccanico che possiede una chiave inglese del 24.



lunedì 13 novembre 2006

tecnologia batte eddie 4 a 0 (dalla gazzetta dello sport di oggi)


campionato chiuso? è ancora presto per dirlo. il torneo è ancora lungo, ma certamente una disfatta del genere pesa sul morale e potrà lasciare dei segni indelebili alla ripresa del campionato.

è una partita che si è giocata sugli episodi, fa sapere l’allenatore di eddie, “una punizione che non meritavamo, al di là del risultato sono contento per come abbiamo giocato”. ma in sede di cronaca, è inevitabile notare come la crisi della squadra sia ormai evidente.

che la giornata non fosse delle migliori si è capito subito, al decimo del primo tempo, quando il pc portatile dell’ufficio

decideva di non riconoscere più l’alimentatore collegato alla presa di corrente. vibranti le proteste di eddie che fa notare come l’alimentatore, alla prova dei fatti non sia rotto. l’arbitro però convalida, e il pc si spegne dopo cinque minuti, con un sibilo soffisfatto.

mentre cerca di recuperare, eddie viene colpito nel suo momento migliore, con il più classico dei contropiede. tagliando in due la difesa avversaria, una tazza instabile indirizza un improvviso diagonale di earl grey tea con aggiunta di latte e zucchero sul tavolo della cucina, il liquido lambisce il bordo del tavolo e si infila nel telefono cellulare lasciato colpevolmente solo.

sul due a zero eddie reagisce bene e riprende a macinare gioco, ma nei primi minuti della ripresa, l’episodio chiave che chiude la partita: la macchina fotografica digitale acquistata da tre giorni, dopo la sesta foto decide autonomamente di bloccarsi: il display si spegne, lo zoom rimane in fuori, il software implode e disattiva qualsiasi tasto. nessun tentativo di rianimarla dà esito positivo.

scossa nel morale, sul finire del secondo tempo la difesa incassa anche la quarta rete, quando il pc di casa va in crash con conseguente perdita di dati.

il quadro della situazione non è roseo, come si intuisce dalle dichiarazioni della società a fine partita: “la bruciante sconfitta in campionato non preclude niente, ma ormai recuperare sarà dura. adesso dobbiamo accantonare il campionato e privilegiare la coppa delle bestemmie, dove invece siamo in ottima posizione”.

mercoledì 8 novembre 2006

oggi è la festa di arvlaad il terribile. nella mitologia nordica, arvlaad il terribile era il padre di tutti i mal di testa e si divertiva ad aggiungere tequila nei cocktail analcolici delle feste (forse per quello, in seguito è diventato il patrono della polizia stradale).

la festa di arvlaad il terribile si festeggiava sul divano in assoluto silenzio, tranne che per le lamentazioni sul freddo e sulla mancanza di luce, ed era proibito fare qualsiasi lavoro manuale. in effetti era esattamente quello che intendevo fare oggi.

sfortunatamente la religione ha perso sempre più importanza nella vita moderna, io sono in ufficio a lavorare e, essendo mercoledì, non c’è un parcheggio disponibile fino ad alpha centauri. tra l’altro pare che anche su alpha centauri stiano prevedendo di mettere il disco orario, oppure un comodo tagliandino prepagato acquistabile presso qualsiasi cartoleria di un sistema solare diverso.

io e il gatto stiamo facendo la conta dei dialetti switzerdütch udibili nel vicolo sotto l’ufficio, solo che fa freddo, e stare sul balcone a cercare di sentire gente che parla pianissimo non ci fa tanto bene. allora tiriamo dei bicchieri d’acqua sui turisti (solo l’acqua, che il bicchiere ci serve) così quelli gridano e noi possiamo metterli nel database.

il progetto sarebbe quello di costruire un manuale consultabile, una cosa simile alla guida essenziale agli ufi e specie aliene di alexander pernenbrod che trovate in tutte le librerie serie.

poi lui si addormenta sulla mia sedia e io per non svegliarlo mi siedo su quella di fianco; solo che quella di fianco non è esattamente allineata con il computer, e adesso stando dritto vedo solo la metà sinistra dello schermo, e mi verrà il mal di schiena (stupido gatto. non poteva andare ad addormentarsi da un altra parte?).

dopo un paio d’ore faccio un paio di telefonate e arriva un’inserviente che lo sradica dalla sedia mentre io lo guardo con aria innocente, e lo deposita sul divano di casa sua.


lunedì 6 novembre 2006

nel portone dell’ufficio trovo la signora delle pulizie travestita da leonid brežnev che mi sussurra qualcosa a proposito della nuova politica economica del vetril, solo che io ho un debito di sonno che tradotto in euri farebbe immediatamente crollare tutta l’economia di mercato occidentale e non voglio darle soddisfazione.

entro in ascensore e solo al secondo piano mi accorgo che all’interno dell’ascensore sono state immagazzinate tutte le riserve nato per il centro europa di secchi di candeggina, gusto pino marittimo.

al terzo piano ho già gli occhi che sembrano disegnati da roy lichtenstein in overdose per notizie incontrollate sulle armi di distruzioni di massa (sia detto una volta per tutte, da notizie in possesso del sismi sappiamo che le armi di distruzione di massa esistono, e per precauzione è già stata allertata anche carrara e tutta la versilia); al quarto piano ho una teofania completa e vengo messo al corrente che tutto va per il meglio dell’universo, a parte una lieve mancanza respiratoria; al quinto piano, poco prima che le porte si aprano, parte il ritornello di de que callada manera ma contemporaneamente ricevo un biglietto dal governatore dell’universo con scritto “guarda che prima si scherzava, eh”.

arrivo in ufficio e disquisisco con il gatto sulla liceità della dimostrazione della creazione ex nihilo.

prima che mi batta sul piano dialettico lo stordisco insufflandogli dell’alito vitale nelle narici così come prescritto dal genesi, approfitto del suo momentaneo smarrimento e lo chiudo sul balcone uscendo dalla sfida palesemente vincitore.

poi stacco il telefono, accendo il computer, e mi addormento sulla tastiera.

siate bravi, non fate troppo rumore, grazie.

giovedì 2 novembre 2006

a lisbona parlano tutti inglese, si vestono di verde e bianco e tifano tutti il celtic glasgow.

ad ogni modo, ecco un test che vi fornirà il vostro grado di adattabilità ad un paese lusitano, o, in alternativa, una tessera sconto in tutte le case di fado dell’alfama.


il fado è un canto popolare malinconico che deve il suo nome:

a) all’espressione latina fatum

b) alla crasi dell’espressione inglese fade out

c) al fatto che nelle melodie si usano solo due note


coimbra è:

a) una cittadina universitaria fra porto e lisbona

b) una marca di sigari cubani

c) arthur antunes, detto zico


chiedere la ‘conta’ al ristorante significa:

a) chiedere di pagare il pasto appena consumato

b) chiedere che il conto venga saldato da una persona influente della città

c) far recitare una conta al cameriere per decidere chi pagherà il corrispettivo dovuto


le cifre 17 e 55 vi ricordano:

a) l’anno del terribile terremoto che distrusse lisbona

b) i numeri che giocate al lotto regolarmente e che non escono mai

c) l’ora in cui vorreste uscire dall’ufficio


lo stemma al centro della bandiera del portogallo rappresenta:

a) uno scudo

b) un porto

c) un gallo


la costa do sol è:

a) la spiaggia ad est di lisbona

b) l’accordo di sol maggiore

c) la linea esterna della corolla solare, su cui il portogallo avanza pretese territoriali


l’espressione ‘vinho do porto’ sta per:

a) un vino liquoroso prodotto dalle uve impiantate dagli inglesi sulle rive del douro

b) un vino da viaggio, conservato nelle caratteristiche fiaschette

c) il vino a basso costo bevuto nei locali dei bassifondi che circondano la zona fluviale di lisbona


la rivoluzione dei garofani è:

a) l’evento del 1974 che mise fine alla dittatura instaurata da salazaar

b) il cambio di front man da parte di un famoso gruppo musicale degli anni ‘60

c) l’abitudine portoghese di capovolgere i garofani nei cimiteri per la festa del 2 novembre


il ‘gotico manuelino’ è:

a) uno stile architettonico di gotico flamboyant del xvi secolo

b) un palazzo di lisbona del xvii secolo

c) un bambino di nome manuel protagonista di un fumetto dark


cascais è:

a) la località balneare più famosa della costa de estoril

b) la variante portoghese del cous cous, l’alimento base di molte regioni dell’africa

c) l’esclamazione di re joao i durante un corteo reale, dopo che fu disarcionato dal cavallo


risposte:

- maggioranza di risposte c: abbiamo delle cose in comune (io ho lasciato una cartelletta all’edilizia privata, ad esempio)

- maggioranza di risposte b: ah, se solo vi applicaste di più (sareste probabilmente un adesivo)

- maggioranza di risposte a: siete dei portoghesi. il che significa che dovreste pagare i biglietti, immagino