venerdì 29 gennaio 2010

pare che alcuni fisici abbiano scoperto che la struttura delle cellule cerebrali dell’uomo è praticamente identica alla struttura dell’intero universo.

questo per dire che, con tutta probabilità, anche l’universo potrebbe avere bisogno di un bravo psicologo.

in un recente convegno di cosmologi, qualcuno ha ventilato l’ipotesi che il nostro universo non sia altro che una cellula cerebrale di qualcuno, che a sua volta farebbe parte di un universo che non sarebbe altro che la cellula cerebrale di qualcun altro, che, a sua volta, vabbè, avete capito.

non è una teoria del tutto campata in aria, anche perché ha il vantaggio di permettere di estendere l’argomentazione indefinitamente almeno fino a quando non è ora di servire il buffet a base di brodo primordiale e fritto mistico.

nel frattempo, una riunione interplenetaria per la gestione del sistema solare ha stabilito che la specie che dovrebbe governare la terra per l’anno 2010 è l’opossum. questo per lo meno in linea teorica, visto che la specie homo sapiens si ostina a non partecipare alle riunioni.

credo di aver già spiegato che homo sapiens sia in realtà una delle specie più stupide del pianeta; solo che tende a dimenticarsene, essenzialmente perchè è stupido. inoltre la mia attuale appartenenza a homo sapiens sembra avvalorare questa tesi (in realtà io vorrei essere un ficus benjamin, ma ognuno deve fare i conti con il proprio karma).

ad ogni modo, la sera, prima di addormentarmi, continuo a sentire voci, ma credo dipenda da un problema con i nodi di ranvier e un caricabatterie nokia. però è seccante anche perché a) non dicono mai cose sensate, e b) mi impediscondo di sentire i messaggi degli ufi al cosmo (in effetti non è che ne trasmettano molti; voglio dire, non è che ci sia tutto questo granchè di significativo da dire al cosmo; comunque, nel caso, è meglio essere preparati).


giovedì 21 gennaio 2010

meno quattro.

non è un conto alla rovescia, è una temperatura.

la potentissima lobby delle capre ha nuovamente mobilitato i mezzi spargisale (sparg), e io passo le mie serate a seguire camion che viaggiano a 12 km/h e mi sparano sale direttamente sul parabrezza, mentre sull’autoradio passano alcune lezioni sulle algebre di boole (scopritore di alcune banalissime teorie logiche, dette anche teoremi di boole dell’acqua calda).

il giorno dopo mi sveglio e il lago è stato sostituito da una nuvola rosa, tipo i capelli di poochie.

chiedo lumi alle divinità preposte al controllo del paesaggio ma mi risponde una segreteria telefonica che mi avvisa che sono tutti in settimana bianca (mentre dall’autoradio mi fanno sapere che, secondo le teorie di verità di tarski, la settimana è bianca se e solo se la settimana è bianca. io mi limito a spegnere l’autoradio).

mentre cerco di arrivare in ufficio l’ologramma di edsger wybe dijkstra mi ferma sulle scale cercando di convincermi a prendere una forchetta. lo distraggo chiedendogli di pronunciare il suo nome e lo stordisco con il colpo del drago di mezza età (una mossa terribile che rende ansiosi e immuno-depressi), poi silicono la porta dell’ufficio.

nel pomeriggio io e il gatto decidiamo di rispondere alternativamente al telefono, una telefonata io e una lui, per vedere se si accorgono della differenza. in genere si accorgono, ma preferiscono il gatto.


lunedì 11 gennaio 2010

esco di casa verso le 8 di mattina e trovo un team di esperti che sta eseguendo un carotaggio sul pack del parabrezza della mia auto. poco lontano, due inuit stanno litigando per un problema di parcheggio.

io guardo il cielo alla ricerca di ufi crudeli, ma in questo periodo è molto difficile trovarne qualcuno perché se non ci sono delle temperature accettabili gli ufi stanno a casa loro a bere latte e cognac e a parlare con le specie più evolute del pianeta terra, tipo i lemming.

il fatto è che gli esseri umani credono di essere i più intelligenti del pianeta solo perché ottengono i migliori risultati nei test di intelligenza inventati da loro, il che non è molto significativo, temo. del resto credo siamo l’unica specie che si nutre scambiando del cibo con dei pezzi di carta che perdono o acquistano valore ad insindacabile giudizio di chi li stampa, e che decide in base a previsioni del futuro; è inutile che vi dica che, visto da fuori, è quanto meno bizzarro.

ad ogni modo, bisognerebbe smetterla con homo sapiens, io sono per la teoria che un individuo libero dovrebbe poter scegliere la specie di appartenenza.

comunque, per cercare di renderci utili in qualche modo, in questo periodo io e il mio maestro di smaterializzazione (smaterializzarsi è quasi sempre un’ottima soluzione) stiamo cercando di convincere l’universo a rilassarsi.

io e il mio maestro di smaterializzazione crediamo che vivere in un universo poco rilassato sia un’indiscutibile causa di stress, quindi vorremmo convincerlo a collaborare, o, in ultima istanza, trasferirci in un altro universo.

nel caso non lo sapeste, secondo l’interpretazione di everett (una teoria sconosciuta ai più, ma molto in voga fra gli altri operatori matematici) esistono molteplici universi, quindi il vero problema non sarebbe tanto lasciare il nostro, ma trasferirsi su quello giusto.