lunedì 19 settembre 2011


nel pomeriggio di venerdì io, un germano reale, un germano immaginario e cinque cavedani del gruppo di controllo assistiamo a un esperimento scientifico sulla prevedibilità del futuro.
l’esperimento consisteva nel prendere una cavia, pregarla di sbattere la testa contro il muro e verificarne le reazioni. il fatto che su 10 cavie 9 hanno rifiutato secondo alcuni significava che la maggio parte delle persone può, in condizioni ideali, prevedere il futuro (se state pensando che forse l’esperimento non era del tutto conclusivo, sono abbastanza d’accordo con voi).
comunque a seguire c’era dibattito sulla divinazione, alla presenza di un fautore della metempsicosi, un fautore della psicosi tout court (è una psicosi che però dura poco), una medium, due xl e un nano da giardino.
quello che mi ha impressionato maggiormente (a parte il buffet, dico) è stato l’intervento di un prestigioso esponente del dadismo.
il dadismo è una religione che crede che gli eventi della vita siano determinati dal lancio di dadi di un dio (chiamato nerd) e quindi, in una certa misura, casuali.
la teoria è identica a quella della meccanica quantistica, solo applicata al macrocosmo.
supponiamo che abbiate un incidente in auto: l’incidente non è stato provocato da una causa particolare (la forte velocità, una distrazione, ecc.) ma dai sacri dadi del dio nerd.
nell’esempio precedente, mentre voi guidate a forte velocità su una strada di campagna il dio nerd lancia i dadi e può venire fuori ad esempio: “vai tranquillo”, “foratura”, “fuori strada”, “ribaltamento”, “mucca” (è tuttora oggetto di dibattito, nel dadismo ortodosso, la possibilità che nerd lanci i dadi anche per la mucca) con la conseguente eventuale perdita di punti vita.
i dadisti rifiutano quindi la causalità della fisica classica e il determinismo in generale e propendono per una realtà casuale o per lo meno probabilistica ma, allo stesso modo, rifiutano la dottrina del libero arbitrio, se non nel senso riassunto dal mantra “mettere nerd in condizione di tirare i dadi”.
il dadismo ortodosso ha generato alcune eresie come il dadismo radicale (per il quale il dio nerd non è necessario, ma sono i sacri dadi a governare il mondo attivandosi autonomamente ad ogni evento fisico) il dadismo cinico (per il quale nerd a volte può decidere di barare) o il dadismo estremo (per il quale nerd a volte lancia i dadi in un posto dove non riesce a vederli, e tutto succede un po’ a cazzo).

lunedì 12 settembre 2011

secondo alcune scuole di pensiero, il tempo non esiste.
secondo altre scuole di pensiero, il tempo stringe, come il limone, oppure a volte stinge, come la candeggina.
qui invece piove, a testimonianza di come il tempo esiste e fa schifo, come al solito.
il mio cervello è ancora in vacanza alle vanuatu con un algoritmo di palo alto e un rasoio bislama (il vantaggio è che i cervelli non pagano il biglietto aereo, come dimostra putnam nel celebre saggio “cervelli in una vasca di mojito”) e pare non abbia nessuna intenzione di tornare.
la cosa positiva è che nel frattempo è iniziato il mondiale di rubgy. quella negativa è che sport1 trasmette una partita al giorno, ma solo se ne hanno voglia (di solito non ne hanno).
io adoro il rugby.
adoro soprattutto quella cosa che la palla si può passare solo indietro: un giocatore prende la palla e va a sbattere contro gli avversari; a quel punto deve lasciare la palla e qualcuno la passa all’indietro a un altro che va a sbattere contro i difensori nello stesso punto in cui avevi sbattuto il primo. poi il tutto si ripete, ad libitum.
mi sembra una buona metafora della vita.
poi il rugby ha un sacco di influenze non dichiarate, come la computer grafica, la musica, la filosofia (quando un giocatore calcia il pallone in mezzo ai pali mentre gli avversari lo trascinano a terra si può parlare di drag and drop; quando una squadra entra in meta con la maul si può parlare di heavy meta, o anche di meta fisica) e la birra non è considerata sostanza dopante.