martedì 30 maggio 2006

nel corso di una riunione interplanetaria, io e alcune altre forme di vita scettiche* abbiamo dato una svolta alla campagna per l’abolizione del lunedì (non credo che occorra spiegare qui perchè il lunedì andrebbe abolito. nel caso, vi invito a leggere il trattato del professor korbin "lunedì e altre catastrofi" e il successivo "altri buoni motivi per odiare il lunedì" editi da theoria).

da un punto di vista del rigore logico, il lunedì non è altro che, nella classica accezione occidentale in voga sul pianeta terra, il primo giorno della settimana. ora, (tralasciando il fatto che stabilire una priorità e individuare come il primo un giorno della settimana sia palesemente discriminatorio nei confronti degli altri giorni) per abolire il primo giorno della settimana, non basterebbe abolire il lunedì, poichè il martedì prenderebbe il suo posto, alle stesse condizioni. ne consegue che la campagna dovrebbe concentrarsi per ottenere un lungo ininterrotto weekend, almeno finchè non si trovi una valida alternativa al lunedì nel corso della prossima riunione, fissata su alnilak nel 2043.


*non siamo molto sicuri di essere forme di vita. a ben vedere non siamo molto sicuri nemmeno di essere scettici. in effetti non siamo molto sicuri di molte cose, per quanto è abbastanza probabile che ci infileremmo dovunque ci sia un buffet gratis.

giovedì 25 maggio 2006

io e il gatto stiamo cantando “quando quando quando” nella versione di steve winwood, ballando sdraiati sulla moquette dell’ufficio.

non si creda che non stiamo producendo, abbiamo appena finito di disquisire sulla struttura del reale (siamo d’accordo sulla non esistenza della realtà, abbiamo posizioni diverse per quanto riguarda l’esistenza dello stipendio) e, alla fine della mattinata, così, per sfizio, abbiamo creato il claim per una nuova pubblicità di biscotti (il mattino ha loro in bocca) e scritto alcune invettive contro i padroni di un cane chiuso in una subaru targata basel land, firmandoci alternativamente alano di lille, molosso di rodi e san bernardo di clairvaux.

torno verso casa con toledo 1991™ che, come un dirigente paranoico dell’mi5, tiene inspiegabilmente accese tutte le spie: ho il cruscotto in versione albero di natale 2006, con un certo anticipo. ma tanto il clima ricorda vagamente novembre, quindi va anche bene.

arrivo a casa e trovo il germano reale che legge martin millar, seduto sul davanzale della finestra.

questo significa che uno non dovrebbe mai lasciare la finestra aperta mentre è fuori.


- stai sprecando il tuo tempo.

- guarda che il tempo è relativo all’osservatore, lo sanno tutti. è per quello che mandano gli stipendiati onu in giro.

- andiamo. cos'hai ottenuto nella tua vita?

- sto parlando con un germano reale. mi sembra un buon risultato.

- qualcosa di più concreto?

- seguo gli insegnamenti del wu wei e del suo profeta, orzo wei.

- ...

- ...

- dovrai fare qualcosa, prima o poi

- se vieni in ufficio, ti lancio contro il gatto

- ...

- ...


chiudo la finestra e metto sullo stereo la sinfonia n. 7 (la poderosa) di wassilij mirzhinsky, nella partitura per geranio, oboe e ventola del processore, poi mi sdraio a guardare che programma danno sul soffitto.

lunedì 22 maggio 2006

(autoreferenzialità e schizofrenia, ecco i principi sufficienti per una corretta comprensione dell’universo)


il mio consulente commerciale (un lama che è passato dal buddhismo al capitalismo rinnegando la sua vita precedente, anche se continua a sputare in giro per la stanza e ruminare dopo i pasti) mi ha consigliato di sfruttare il numero degli accessi in costante aumento, come potete constatare nei report di shinystat a fondo pagina.

in base al principio della segmentazione del mercato, dunque, segnalo l’apertura di alcuni nuovi utilissimi blog:


- controtarma: l’unico blog che vi aggiornerà sull’annoso problema della conservazione di mobili e tappeti, sponsorizzato da alcuni prodotti dei leader nel settore

- controparma: un’invettiva contro le brutture del capoluogo emiliano, con corrispondenti live dalla via emilia

- controdharma: il primo blog che rifiuta l’uscita dal samsara (dal sottotitolo "almeno qui è chiaro come stanno le cose")

- controbarman: è ora di smetterla con i cocktail annacquati, il montenegro versato con il contagocce, la birra gasata, le chiavi del bagno scomparse. finalmente un blog che fa luce sulle ingiustizie e i favoritismi di chi ha la fortuna di trovarsi dalla parte giusta del bancone.

- contropharma: le multinazionali del farmaco stanno distruggendo il pianeta. un blog che report al confronto è una puntata di porta a porta.

- controcarpa: finalmente un blog dalla parte delle alborelle.

- controcaria: sponsorizzato dall’associazione medici dentisti, il primo blog che vi ricorderà gli accorgimenti per una corretta igiene orale e il numero di telefono del vostro dentista di fiducia (ovviamente il sottotitolo sarà "l’igiene orale per iscritto")

- controcarla: vi ricordate il mitico cheers? la scorbutica cameriera di sam malone (nel telefilm interpretata da rhea perlman) offre lo spunto per una serie di esilaranti avventure ambientate nei pub italiani.

- controcarta: un blog nello spericolato mondo del black jack e della telesina

mercoledì 17 maggio 2006

esco di casa con la rassicurante espressione di anthony perkins dipinta in volto: ovviamente significa che ho dormito bene e sono in pace con il mondo.

sulle scale incrocio due cartomanti che mi trattengono per discutere su alcuni riferimenti esoterici del libro di toth. provo a stenderle con un doppio mawashi tsuki, ma sono più forti di me (non è che ci voglia poi molto, ma vabbè) e se ne vanno solo quando le interrompo e chiedo se oltre al libro di toth non abbiano qualche citazione anche dal libro di puskas e hideguti.

nel frattempo il mio cervello trasmette l’edizione dell’84 dei giochi senza frontiere, il mio stomaco ha preparato una bozza di accordo per un prossimo divorzio e io realizzo che, da un punto di vista olistico, io e i miei organi interni abbiamo qualche problema di comprensione.

per migliorarmi la giornata, un ambulante cerca di vendermi un kit-suicidio con annesso l’accendino che jan palach avrebbe voluto avere ma non ha mai osato chiedere, è mercoledì e quindi il parcheggio più vicino all’ufficio è di fianco ai bastioni di orione, ma in divieto di sosta, e il pc dell’ufficio decide che ha problemi di linea credo per l’imminenza della prova costume.

chiamo il call center ufi per chiedere se mi possono rapire, ma risponde sempre la segreteria telefonica con la voce di un turista dell’oberland bernese che dice "gioco il jolly".



teoria e tecnica della spiritualità occidentale


- maestro, ho capito che i menhir, così come gli obelischi e i totem, sono un simbolo dell’innalzamento dell’anima che, ancorata alla divinità madre, si protende verso un’altra divinità identificata, grazie agli studi astronomici dei sacerdoti, con il cielo; un collegamento, per così dire. quello che mi sfugge è la funzione del dolmen.

- ah, beh. mettere due menihr vicini aveva un preciso significato rituale. ma per mettere fine alle liti dottrinali, qualcuno doveva pur inventare la traversa, prima o poi

lunedì 15 maggio 2006

scusate, sono impegnato a sedare alcune fastidiose rivolte interne ad opera di minoranze insurrezionaliste.

probabilmente il mio corpo sta cercando di dirmi qualcosa, però, cazzo, potrebbe mandarmi una mail.


(tra le altre cose, ogni volta che splinder aggiorna la piattaforma, i browser vecchi smettono di visualizzare alcune funzionalità accessorie e particolarmente inutili, tipo il bottone "pubblica post")

martedì 9 maggio 2006

arrivo in ufficio mentre il gatto manifesta l’irrinuniciabile desiderio di fotocopiarsi; lo attiro fuori con la scusa di una conferenza sul de trinitate di boezio organizzata sul balcone, e richiudo la porta finestra. questo mi permette di avere un po’ di pace, almeno fino a quando il moderatore della conferenza non la interromperà per la pausa pranzo e si riverseranno tutti qui in cerca del buffet.
poi io e il lago maggiore steve austin (texas) ci immergiamo in una fitta conversazione su performativo e teoria del complotto (il problema è che dissentiamo profondamente da aristotele sull’origine del pensiero filosofico; a nostro modo di vedere, la filosofia non nasce dallo stupore, la filosofia nasce, molto più semplicemente, dalla paranoia).
tra le altre cose, stavo constatando che con l’avvento della telefonia mobile, sono ormai del tutto scomparse le cabine telefoniche.
no, dico, ma clark kent adesso come cazzo fa?

venerdì 5 maggio 2006

stavo galleggiando sdraiato vicino al soffitto cercando di considerare la situazione storica (in realtà la situazione storica si può considerare un po’ ovunque, non è necessario galleggiare vicino al soffitto. nel caso decideste di farlo, però, fate attenzione a non alzarvi di scatto. a meno che non abbiate già seguito il corso di psicologia della materia*, in tal caso l’unico problema è che il vicino del piano di sopra se la prenda a male).

sto assumendo prodotti farmaceutici nella vana speranza di acquietare alcuni focolai di rivolta che francamente sarebbe ora di sedare (per quanto io non abbia mai la febbre. in effetti non avere mai la febbre è piuttosto semplice, basta non possedere un termometro). tra le altre cose devo ricordarmi di non andare in farmacia quando ci sono le partite di calcio. io stavo male e mi hanno dato un fluidificante. se mi fossi tagliato immagino mi avrebbero dato un terzino di fascia o un attaccante, nel caso di iniezione, invece, una mezza punta.

ad ogni modo piove, fa freddo, è buio.

non capisco perchè il calendario si ostini a dire che è maggio.

ho provato a chiedere alla polvere, ma non mi ha risposto.


*in sintesi: la materia è fatta di vuoto, sono solo un po’ di elettroni volanti tenuti insieme da legami non del tutto stabili. se si convincono gli elettroni a usare il loro libero arbitrio, è anche possibile passare attraverso la materia; il fatto è che gli elettroni hanno un carattere piuttosto ostinato

mercoledì 3 maggio 2006

il paese è spaccato, ma trenitalia è peggio


primo maggio, roma termini, intercity 586 delle 12.47.

il treno è a prenotazione obbligatoria, ma ovviamente ci sono i numeri sbagliati fuori dalle carrozze, quindi la gente sale a caso e si parte con venti minuti di ritardo.

un chilometro fuori dalla stazione, al primo scambio utile, le prime sei carrozze, conscie del risultato elettorale, prendono il binario di sinistra. la carrozza ristorante, che evidentemente risente della mentalità borghese e inconsciamente rifiuta una svolta in senso proletario, prende il binario di destra.

la motrice barcolla, tossisce, poi si ferma. in gergo tecnico pare si chiami ‘deragliamento’.

il capotreno sviene oppure si smaterializza e nessuno lo vede più, leggende raccontano di un capotreno fantasma che fa l’autostop sulla a1 all’altezza di roncobilaccio.

qualche minuto dopo il macchinista sblocca le porte del treno ed iniziano a pecerpirsi alcuni dialoghi surreali, che beckett è un cretino al confronto.


scompartimento treno, interno giorno. sei personaggi in cerca di ferroviere

passeggero 1: - il treno è deragliato

passeggero 2: - e adesso?

passeggero 6: - adesso sono tutti cazzi nostri

passeggero 1: - ci sono un sacco di curiosi che scendono per andare a vedere

passeggero 3: - sì, ma perchè?

passeggero 1: - hanno detto di scendere

passeggero 2: - chi l’ha detto?

passeggero 1: - ma che ne so, ciampi, il papa, qualcuno l’avrà detto

passeggero 2: - eh, ma se non me lo dice un ferroviere io resto su

passeggero 1: - sì, ma sta su fino a settimana prossima, però

passeggero 3: - ma siamo in mezzo ai binari, passano i treni

passeggero 4: - le porte sono aperte, la gente scende, dobbiamo scendere anche noi

passeggero 2: - chi l’ha detto?

passeggero 3: - io ho 15 valigie, qualcuno mi aiuta?

passeggero 6: - scusate, ho lasciato la macchina da scrivere sulla pentola a pressione, il gatto parcheggiato in terza fila...

passeggero 3: - no, è che ho i tacchi a spillo, e mi si rovinano sui sassi del binario. specie con 15 valigie

passeggero 2: - ma non c’è un ferroviere?

passeggero 5: - mah, in stazione ce ne saranno, basta farsi 2 chilometri a piedi sui binari

passeggero 1: - allora si scende?

passeggero 2: - chi l’ha detto?

passeggero 1: - cos’è, una rubrica della settimana enigmistica?

passeggero 4: - ci sono i poliziotti in coda al treno, sembra che stiano facendo scendere la gente

passeggero 1: - hanno arrestato qualcuno? (exit passeggero 1)

passeggero 3: - sì, ma così, al sole mi si rovinano le mozzarelle. mi porterebbe giù quel pianoforte per favore?

passeggero 5: - se ci travolge l’espresso per albano, a chi devo fare testamento?

passeggeri (in coro): - trenitalia di merda



una lenta processione di circa duemila persone risale i binari per approdare un quarto d’ora dopo all’inizio del binario 1 dove c’è una signorina con la giacchettina arancione con scritto sopra customer care che si trova nel posto sbagliato al momento sbagliato, e che grosso modo riesce ad esprimere questo concetto: ‘guardatevi il tabellone delle partenze, imbucatevi dove cazzo volete, io adesso mi metto a piangere, ok?’