lunedì 24 giugno 2013

chiamatemi ismaele. che non si trova mai quando si ha bisogno di lui.
mi sveglio e il mio cervello sta trasmettendo in loop la prima strofa di seven bridges road nella versione per glockenspiel cantata dal coro dell’armata rossa.
ho avuto dei risvegli migliori, per dire. ma anche peggiori, adesso che ci penso.
alla fine è arrivata la primavera. lo so che tecnicamente nell’emisfero occidentale sarebbe cominciata l’estate, ma da queste parti l’estate arriva intorno a metà luglio e si manifesta con temperature miti ma con l’umidità tipica delle foreste tropicali, temporali giornalieri la sera, con occasionali grandinate e trombe d’aria; questo per lo meno fino a metà agosto, quando inizia ufficialmente l’autunno.
la domanda di spostamento della zona in una fascia climatica più consona è stata presa in gestione dal call center clima, e verrà lavorata entro la fine del millennio. per lo meno così mi hanno garantito, hanno tempi di attesa più brevi del call center telecom.
che sia iniziata la primavera è facilmente evincibile dal fatto che la mia quantità di starnuti al minuto è pericolosamente vicino al record del mondo (ce la giochiamo io e un ragioniere di kyoto) e che le surfinie sul balcone sono resuscitate.
le surfinie servono per comunicare con gli ufi, come le bandiere alfabetiche. alcuni esempi di messaggi tipici da inviare agli ufi sono:

- surfinia bianca = affermativo
- surfinia porpora = ho un gatto a bordo, tenersi bene a distanza e procedere a bassa velocità
- surfinia azzurra = ho il cervello in avaria; non comunicate con me
- surfinia bianca e rossa = state andando verso un pericolo
- surfinia violetto = richiedo un mojito

se vi state chiedendo come comunicare un diniego, basta ritirare le surfinie.
nel frattempo i liquidi presenti nelle mie orecchie hanno deciso di subire l’influenza della gravitazione lunare e il mio equilibrio statico percepito sta raggiungendo velocemente quello psichico.
secondo il team di esperti che ha preso in esame il mio caso (in realtà ognuno aveva una diagnosi diversa, hanno deciso a birra e salsiccia e la diagnosi ufficiale è dell’unico medico che non è svenuto) si tratta di un’evidente sindrome da vertigine parossistica posturale, oppure di un’ipersensibilità acuta ai terremoti di tutto il pianeta. in pratica è come essere ubriachi, ma a mente serena.
quando torno a casa dall'ufficio, mi inietto dell’antistaminico direttamente nella ghiandola pineale, poi mi chiudo in una camera iperbarica a declamare melville.

lunedì 10 giugno 2013

sono sulla tolda ad abbaiare alle stelle (secondo alcuni crittoanalisti pare sia un modo efficace di comunicare con la costellazione del cane) approfittando dell’unica notte in cui non piove, quando all’improvviso avvisto una flotta di invasione di ufi crudeli e contemporaneamente vengo catapultato in un universo parallelo (ma non mi lamento troppo, in un universo perpendicolare sarebbe stato peggio).
la coincidenza è sospetta, come sa benissimo qualsiasi utente di trenitalia.
capisco che qualcosa deve essere andato storto da alcuni dettagli (tipo: siena in finale, nadal che vince per la settordicesima volta il roland garros, manu ginobili che smaterializza il pallone prima di un passaggio*) e ora mi trovo a sostenere infinite varianti di situazioni direttamente riconducibili al test della kobayashi maru.
nel frattempo continuo ad andare in ufficio e cerco soluzioni intelligenti per tornare in una dimensione più consona (finora non ne ho trovata nessuna, ma vabbè. nonostante quello che vi hanno sempre detto, le dimensioni contano. anche se non sempre in base dieci).
verso sera gioco a rialzo** con martinanavratilova (o una versione particolarmente evoluta di martinanavratilova) e perdo, poi mi sdraio sul tappeto mentre il mio cervello trasmette in loop la sigla di miominipony***.
in ogni caso, quando trovo un universo più sensato, vi avverto.

* ho le prove
** se non avete mai giocato a rialzo, siete stati dei bambini fortunati
*** se non avete idea di cosa sia la sigla di miominipony, siete stati dei bambini fortunati

uso privato di mezzo pubblico (pub)
volevo dire alla ragazzina che in un pub lacustre ha visto un tizio squinternato che prima di uscire dal pub cercava di attirare l’attenzione del tastierista tirandogli dei biglietti da visita del pub, e poi sporgendosi sopra il vetro e spolverandogli i capelli con un ombrello tascabile (maledetti air monitor) che il tizio squinternato è stato davvero molto felice che tu non l’abbia guardato male e che alla fine tu gli abbia fatto ciao con la manina