mercoledì 20 novembre 2013

stavo sdraiato sul divano cercando di suicidarmi guardando ininterrottamente la metà sinistra della tv* sintonizzata su eurosport in tedesco e precisamente mentre stavano trasmettendo una partita di snooker** con marco fu (siccome immobile) quando la mia voce interiore mi trasmette un messaggio in arrivo da una dimensione parallela in cui un’entità verosimilmente aliena mi suggerisce di alzarmi e bere del calvados*** (in realtà il calvados si può bere anche seduti, ma mica sempre è a portata di divano) ma soprattutto di smetterla di scrivere lunghi periodi illeggibili pieni di note e parentesi abusando di ipotassi e coordinate pure se non bancarie****.
io opto per ascoltare un consiglio su due, che mi sembra già una buona percentuale.
nel frattempo fuori diluvia, il che è piuttosto normale, se si esclude il fatto che il rumore della pioggia sulla grondaia ricorda una melodia di fado che imprime all’ambiente una caratteristica gioiosa atmosfera che mi ricorda perché stavo provando a suicidarmi con lo snooker (il fado è bello ma è limitato, se non si aggiungono anche le altre 5 note).
la sera, mentre guido in cerca di una pizzeria aperta o di un rösti take away sento un rumore strano sulla mia macchina, tipo la cinghia che gratta. poi accorgo che, per la prima volta in sei anni, sto guidando con lo stereo spento. accendo lo stereo e il rumore immediatamente sparisce.
quindi ve lo dico per esperienza, se volete che la vostra auto non abbia problemi meccanici, accendete lo stereo.

* la metà destra è occupata da martinanavratilova
** in realtà lo snooker mi piace abbastanza quindi non è del tutto adatto al suicidio, ma non c’era né il ciclismo né la formula uno
*** lo so che nessuno beve più il calvados. sono tutti passati al calvawindows
**** questa frase concorre al premio martin heidegger 2013 per il periodo più incasinato dopo la rivoluzione francese

martedì 5 novembre 2013

stavo cercando di tornare a casa durante il diluvio universale settimanale.
ho infilato la muta da sub di ordinanza, sono entrato in macchina e messo i tergicristalli sulla modalità decollo immediato, ma quando su un tornante ho superato una trota salmonata che stava risalendo la corrente mi sono convinto a noleggiare un hovercraft.
fra le altre cose devo confessare che questa cosa del diluvio universale mandato come punizione mi sembra una cosa che, va bene tutto, ma sulla scala evolutiva avvantaggia troppo i pesci; ci deve essere lo zampino (pinnina?) di una divinità ittica.
il giorno dopo, inspiegabilmente, non piove. forse le divinità ittiche sono distratte, o forse è stata quella cosa dell’hovercraft.
mentre esco incontro in giardino che guevara che sta insegnando tecniche di guerriglia agli gnomi.
per lo meno è quello che immagino io, visto che tecnicamente gli gnomi sono molto piccoli, ma soprattutto invisibili (ciò li avvantaggia nelle tecniche di guerriglia, ma li svantaggia negli spostamenti sul territorio. è per questo che che guevara* insiste sul fatto che la velocità di un drappello di guerriglia non è data dal soldato più veloce ma dal pilota dell’elicottero).
in ogni caso, che guevara appena mi vede si infratta nella boscaglia e non ho modo di approfondire.
la sera ho una riunione con alcuni membri della chiesa missionaria del kopimismo in una taverna di asgard, stiamo cercando di capire a) come è possibile copiare degli alcolici e b) se invece di moltiplicare il vino si può fare la stessa cosa con la birra, o se è considerato eterodosso.
quando arrivo a casa metto sullo stereo la colonna sonora di let’s get lost nella partitura originale con l’aggiunta di ronzio elettrico e avvio un meccanismo di retroazione negativa in grado di stabilizzarmi sul divano.

* so che sembra un pleonasmo (o almeno, vi sembrerebbe un pleonasmo se conosceste le figure retoriche) ma mi piaceva scritto così. ne approfitto per sottolineare che sarebbe ora la smetteste di scrivere su internet “che culo” e optaste per un più politically correct “ernesto guevara omosessuale”.