mercoledì 15 ottobre 2003

Clamorosamente off topic


 


25/07/2002


stavo guardando la TSI, uno di questi documentari in lingua originale sottotitolati in italiano che ogni tanto fanno alla tv svizzera, tipo documento-verità  o qualcosa del genere. non chiedetemi perchè li diano, non saprei.


beh, insomma, questo trattava di un paesello sperduto in australia, credo, dove il villaggio più vicino era tipo a 300 km e la gente non sapeva mai cosa fare o dove andare la sera. e nessuno aveva mai visto una città. mi ricordava casa.


l'intervistatore ha chiesto a uno qualsiasi di lì (età stimata 45 anni, senza denti e con un accento incomprensibile. chissenefrega, c'erano i sottotitoli) qual'è stato il più bel giorno della sua vita, e il tizio prima ha tergiversato, poi ha detto che beh, non ce n'era uno in particolare, erano tutti più o meno belli, o brutti, insomma, tutti uguali.


molto triste a pensarci. ma in effetti io non so se su due piedi avrei saputo dare una risposta migliore. ma poi ho deciso che era comunque troppo triste e mi sono messo a pensare a quale poteva essere il più bel giorno della mia vita. me n'è venuto in mente uno.


potevo avere quattro o cinque anni, e andavo di tanto in tanto con mio padre alla stazione a veder partire i treni. una stazione enorme per un bambino di provincia, retaggio dei fasti di quando era passaggio obbligato per le merci dirette in svizzera.


mi piaceva da impazzire guardare i treni e anche viaggiarci sopra (anche adesso, per la verità ) ma più di tutto mi piaceva vedere il capostazione con il berretto rosso uscire dal suo ufficio con la sua palettina verde in mano (è una stazione che fa da capolinea).


vederlo alzare al cielo la paletta, vedere il semaforo che si tramutava in verde (c'era un segnale laser? telepatia? magia? un bottoncino sulla paletta?) e vedere la paletta muoversi a volte da destra a sinistra in un ultimo saluto al locomotore. insomma, quel giorno il capostazione mi chiese se volevo provare.


chiaramente ho risposto di no. ero un bambino timido (lo sono ancora, a volte) e vedevo quel gesto come qualcosa di sacro, non lo poteva fare chiunque, poteva solo il capostazione. un po' come se il prete mi avesse fatto celebrare messa.


però lui ha insistito, mio padre anche, e così alla fine ho alzato la paletta con un senso misto di timore, orgoglio e inadeguatezza. come se non avesse veramente avuto valore, non so se mi spiego.


ma è stata una grande giornata.


naturalmente, è anche possibile che queste cose me le sia inventate, io vivo in un mondo tutto mio, mi racconto storie, le vivo un sacco di volte, modifico quelle che mi sono accadute e le cambio a poco a poco finchè non trovo la sceneggiatura giusta, e poi dopo anni non so più cosa ho vissuto e cosa no.


l'altro giorno credo di avere indicato la strada, dalla stazione al campeggio, a dei francesi che neanche esistevano. per essere sicuro che capissero gliel'ho spiegato in francese e in inglese. d'altra parte, ero in camera mia.


però alla stazione con mio padre ci andavo, me lo ricordo…


 


tutto sto casino per dire che ho letto un post (che non ha i permalink, e quindi non riesco a linkarlo, anyway, l'autrice è D&C) che parlava di queste cose, e che sapere qual'è stato il più bel giorno della vostra vita, non è una domanda così stupida come sembra.

8 commenti:

tulipani ha detto...

Se insistete tutti col giorno più bello della vita, mi toccherà inventarne uno anch'io.

eddiemac ha detto...

lo trovo comunque più interessante dell'amico immaginario.
in ogni caso avevo avvertito che era off topic (...)

all ha detto...

il giorno piu' bello? fa un po' paura ricordarselo. paura che non si possa averne ancora uno cosi'

Ziocy ha detto...

il giorno più bello è sempre domani!

Ekatherine ha detto...

Che angoscia il giorno più bello, è come se mi chiedessero se voglio più bene alla mamma o al papà.

riccardococco ha detto...

mi hai fatto pensare che forse il giorno più bello lo devo ancora vivere...in effetti,pensandoci bene,si vive con le speranza che non sia ancora arrivato,che lo si debba ancora vivere.un pensiero ovvio,il mio.grazie per la riflessione,come sempre.

eddiemac ha detto...

ok, forse il giorno più bello non esiste, siamo d'accordo.
ma non è una domanda stupida.
ti costringe a guardarti addosso...

anonimo ha detto...

Guardarsi addosso SEMPRE a proprio rischio e pericolo. Capisco che possa sembrare una scappatoia elegante, ma vale rispondere "Passo" per il semplice motivo che non potrei mai indicare un giorno a scapito di altri, non perchè tutti mediamente felici o tristi, ma perchè tutti in diversa maniera indimenticabili? Insomma, è un po' come quando ti chiedono qual è il tuo film preferito o quale canzone porteresti sull'isola deserta, o chi butteresti giù dalla leggendaria torre... d'accordo, ci sono momenti nella vita di un uomo (...turnè mi ossessiona...ma non è il mio film preferito...) in cui devi prendere una cazzo di decisione. Ma perchè obbligarsi a farlo quando puoi evitare?
E soprattutto perchè costringere il proprio passato in una cristallizzazione che, proprio perchè fatta a posteriori, non può che essere inadeguata?
Ad ogni buon conto, la mia canzona preferita hic et nunc è "Imitation of life" con Max che tiene il tempo stile Olmo&friends, Silvia che canta stonata, Eddie che sbaglia gli attacchi, Ciccino che pignoleggia e Abram che inserisce intermezzi alternativi sul ritornello. Vale? (P.S.: io osservavo la scena compiaciuta, abbozzando che tutto sommato vale sempre la pena...) Peace... Fra