sabato 18 ottobre 2003

scendo nel freddo dell’inverno.


non è ancora inverno, mi dice un pinguino che passa di lì per caso. scanso il pinguino e gli equivoci, in preda a delirium tremens e sindrome di tourette.


metto sullo stereo miles gloriosus davis, per coprire i cigolii della macchina, e quelli dell’anima in sottofondo.


round ‘bout midnight.


 


protagora è stato un geometra singolare.


i discorsi sull’uomo ormai avevano preso piede in città, laddove gli scienziati non si mettevano d’accordo, sulle virtù dell’uomo si poteva ancora discutere.


nasce qui la cultura umanistica come succede quando quella scientifica inizia a venir meno.


e il perno fondamentale di questa cultura è che il metro di giudizio non sta nelle cose, ma nell’uomo che le giudica. l’uomo singolare, empirico,  alle prese con la realtà.


il criterio di verità sta nella persona che pronuncia la cosa (in principio era il verbo), il linguaggio del singolo crea il proprio mondo.


è un relativismo stretto, in cui l’uomo è misura di tutte le cose, e l’unica maniera di venire a contatto con le altre versioni delle cose è la discussione, la critica.


protagora insegna a sorreggere le argomentazioni deboli contro quelle forti, a convincere un uditorio della verità della propria tesi,  lì dove la verità non è assoluta,  è gestita dal consenso che ne dà l’uditorio. protagora insegna a parlare, a dibattere, a far prevalere un punto di vista su un altro, usando la parola (non doveva essere molto avvezzo alla lotta e all’uso del giavellotto, evidentemente).


ogni cosa ha i suoi pro e i suoi contro, ogni cosa può essere e insieme non essere.


sembrerà strano a molti, ma questo tipo di conclusione, partita da premesse assolutamente razionali (stiamo pur sempre parlando di filosofia greca) è lontana parente della linea di pensiero che concilia gli opposti e rifiuta il dogmatismo, del pensiero che trova nel non-senso (inteso come negazione della razionalità binaria) la sua ragion d’essere.

5 commenti:

Ekatherine ha detto...

che avrebbe detto plauto di tutto ciò... probabilmente qualcosa tipo "plautinisches", anche se non era tedesco plauto il tedesco lo sapeva bene... poco importa che all'epoca non esistesse ancora il tedesco, lui precorreva i tempi.

falcoincantato ha detto...

magari avrebbe creato i plaunt kake.....ahahahahah.....mamma mia....

Climacus ha detto...

Fingi che sia una mail: hey, Eddie, anch'io sono un tuo lettore affezionato. Detto tra noi, il tuo blog è più efficace di qualsiasi substantia psicotropa (e non nuoce alla salute dei miei neuroni migratori). Ciao

anonimo ha detto...

La sai la storiella di Tisia e Corace?

eddiemac ha detto...

eka: plauto aveva un non so che...
scurbat: ...
clim: secondo me nuoce assai...
tulipani: il primo ottobre (vedi blog) bandivo il primo corso per gimnosofisti. se vedi la clausola allegata scopri la risposta...