giovedì 23 febbraio 2006

ho un fastidioso cerchio alla testa. praticamente sono pronto per l’agiografia.

non capisco se è perchè dormo poco o se c’è uno gnomo che da lunedì si ostina a mettermi figure geometriche in testa, la notte.

il problema è che se dormissi di più, nel caso fosse lo gnomo, non riuscirei mai a sorprenderlo.

ad ogni modo non saprei, il cerchio alla testa è fastidioso, ma magari con un triangolo mi troverei bene.

ieri il maestro del corso di auto smaterializzazione ci ha spiegato che per evitare l’etnocentrismo ed allargare i confini della nostra mente dobbiamo studiare a fondo quanti più possibili sistemi di credenze.

questo è uno dei motivi per cui facciamo le lezioni in cucina.

l’altro è che la cucina è l’unica stanza dove si può avere un po’ di pace, sempre che si riesca ad imbavagliare il frullatore (niente, è che avere due velocità è il primo passo verso il libero arbitrio).

il corso di auto smaterializzazione, come ho già spiegato, ha come obiettivo quello di gestire i legami delle molecole del proprio corpo e farle disgregare: in realtà questo non è tanto difficile, il difficile è farle rimetterle insieme quando serve. il corso ha anche tutta una disquisizione filosofica di contorno sul fatto che poi, in fondo, rimetterle insieme non serva mai davvero.

ne parlavo ieri con l’altro allievo del corso, mentre per tentare di prendere confidenza con il mondo molecolare tentavamo di far scongelare una pizza fissandola intensamente (funziona davvero, provate. come tutti gli esseri viventi, se vengono fissate intensamente le molecole si agitano, e il loro movimento provoca il surriscaldamento della pizza. funziona anche meglio se levate la pizza dal freezer, comunque).

l’altro allievo del corso è un lemming che è molto più avanti di me nella tecnica dell’auto smaterializzazione, e questo porta erroneamente le persone che osservano il nostro dialogo dall’esterno a credere che io parli da solo.

ad ogni modo concordavamo che fossimo molto vicini a raggiungere il satori, ma anche raggiungere il forno e infilarci la pizza sarebbe stato comunque un buon risultato.

il problema è scegliersi gli obiettivi, come sa qualsiasi buon fotografo.

20 commenti:

anonimo ha detto...

eddi, in questo mondo tormentato passare di qua è veramente ristorante (nel senso proprio che ristora senza dover prendere la carta di credito, che comunque è a secco). spero che raggiungere il satori (e al limite superarlo senza essere beccati dall'autovelox) non t'impedisca di scrivere qui, ma anzi (pare che la smaterializzazione, un po' come i collegamenti wireless) ti semplifichi l'aggiornamento del blog: perché la saggezza non è mai troppa.

se ti son parso già un po' agiografico non preoccuparti, prima che agio son grafico

marcell_o

manuelcalavera ha detto...

sarebbe più facile se avessi seguito un corso propedeutico di topologia.

ma forse la lingua dei topi non ti interessa, e tanto meno al signor lemming.

davideman ha detto...

Se non ti va la pizza e vieni a pranzo da me ti presento Stefano Tacconi.


p.s.: la storia della pizza non funziona... ho provato

p.p.s.: il resto tutto bene... e tu?

Ubikindred ha detto...

Questo spiega varie cose, tra cui:

- Perchè è bene mettere la pizza in forno, ma è male metterci Satori, chè il forno è già illuminato di suo.

E poi magari Satori fa le scintille come l'alluminio se usi il microonde.

- Brown era chiaramente un timidone.

Ubikindred ha detto...

P.S.

Ma se a uno non piace Excel, viene scomunicato?

minimalblog ha detto...

anche io pratico l'autosmaterializzazione, preferibilimente la sera tardi e davanti a programmi soft porno.

Scrotoclasta ha detto...

Ho provato: funziona meglio se la pizza è timida.

eddiemac ha detto...

marcello: hanno già inventato la carta di credito in umido? (quella cosa del blog, non saprei. il blog si aggiorna nonostante me, credo)

manuel: la topologia mi mancava. e sì che conoscere le lingue è importante, al giorno d'oggi. il signor lemming non so, è avanti anni luce.

davide: un giorno ci vengo a pranzo, sì. la cosa della pizza funziona, è solo che come al solito ti sei stufato prima (come il coniglio). io, è davvero un periodo del cazzo, per usare un giro di parole. boh, mi sa che mi sento solo.

ubik: ma satori non era quello che suonava nei behive? brown era un timido, come quasi tutti i personaggi di schultz, a parte lucy, ovviamente. (e andava in moto, suppongo). magari a uno non piace excel, ma a due sì.

minimalblog: per te ogni scusa è buona per guardare programmi soft porno (ho qui una cosa per te, una cosa che ti commuoverà, davvero).


eddie

Ubikindred ha detto...

Intanto proverei ad aumentare il contrasto, se ti senti solo (argh!).

Non è un cavillo ma un pelo di cammello uscito dal Mostro Gila?

eddiemac ha detto...

scrotoclasta: sì, ma funziona anche con la margherita

ubik: se aumento il contrasto l'arbitro mi ammonisce (questa cosa dei commenti incrociati è deleteria)

e comunque mica sempre puoi sentirti skywalker, ecco.

GabHippo ha detto...

io devo assolutamente ottimizzare sto processo di smaterializzazione.

riesco a diventare trasparente ma rimango un pò molle e gelatinosa, mi prendono tutti per un poltergeist.

vabbè, alla fine cmq spavento di meno la gente rispetto a quando sono in carne e ossa (soprattutto in ossa pare che io faccia un pò impressione).


dammi una randellata.

nellacoloniapenale ha detto...

Ti correggo, il cerchio alla testa non è un'aureola, ma un modo vezzoso di tenere i capelli a posto, come quello di liz taylor bambina. Per esserne sicuro, specchiati negli occhi dell'armadillo, lo troverai nell'armadio.

larrymullenfan ha detto...

il triangolo no, non l'avevo considerato. figuriamoci in testa, poi. mai provato col pentagono? lì è pieno di cervelloni, magari qualcuno sa come si può eludere la sorveglianza dello gnomo e dormire senza rappresaglie.


che poi le rappresaglie sembrano i guanti per non ustionarsi con le rappentolaglie, tanto per rimanere in cucina.

Scrotoclasta ha detto...

a pensarci bene, sei fortunato a stare lassù. Qui a Torino di cerchi alla testa ne abbiamo 5.

boxroom ha detto...

..e i filtri, come sa qualsiasi buon cannaiolo.

Ubikindred ha detto...

Ma non erano le rappresine?

Quella di Skywalker non l'ho capita...

nino44 ha detto...

porca putt...sono le 3.10 e sto ancora qui a leggere blog... mi vado ad autosmaterializzare sperando che lo gnomo non abbia triangoli

martyna77 ha detto...

bella eddie..è da un pò che non passo..

un besito!

viridian ha detto...

Il triangolo in testa ce l'ho spesso io, e non è per niente comodo. Oltre a premere sulle tempie, ha il fastidioso effetto di tintinnare a sproposito.

eddiemac ha detto...

gabhippo: il poltergeist non è così male. a parte la gelatina, intendo. (randellare gelatina non ha mai dato soddisfazione, sappilo)

nellacolonia: liz taylor non è mai stata bambina, quando è nata aveva 34 anni

larry: forse provo con un poligono in generale, e sparo allo gnomo

boxroom: filtro? cos'è un filtro?

nino44: comunque pare che leggere blog sia il primo passo verso l'auto smaterializzazione

martyna: bella martì, tibbacio assai

vì: mi hanno testè spiegato che avere il triangolo in testa solitamente è una prerogativa dei maschietti (io non ci credo, no. era solo per usare una parola insulsa come 'testè').