martedì 23 agosto 2011

guardare un aereo dall’alto, mentre sta atterrando, è un’esperienza straniante. per lo meno per chi non abita su una montagna sopra un aeroporto.
qualche ora più tardi, mentre sto camminando in montagna, dopo 700 metri di dislivello, tutto quello che mi ricordo è che il giorno prima, all’imbarco del traghetto, avevo preso accordi con secret squirrel su qualcosa che riguardava il senso dell’universo e una fornitura di noci americane.
dopo altri 150 metri di dislivello, all’interno di una nuvola (da queste parti, avere la testa fra le nuvole non è quasi mai un eufemismo), sto ragionando sul fatto che ci deve essere un motivo se la scienza medica ha deciso di non concentrarsi troppo sui diaforetici.
quando torno a casa decido di reintegrare con magnesio, potassio e franziskaner dunkel.
poi metto sullo stereo nella partitura per viola, rosso spento e tostapane elettrico e mi infilo nella lavastoviglie; finito il ciclo di risciacquo, per raggiungere satori decido di prendere a testate un bokken (nel caso ve lo stiate chiedendo: non funziona granché).


pardo subito (affinità/divergenze fra me e il mio fornitore unico di mandonguillas, dal conseguimento del festival del cinema di locarno)

xx: prima che arrivaste stavamo vedendo i sette semurai
io: kurosawa. uhm, mi sa che mi fa paura, muore un sacco di gente.
xx: non fa paura, ne abbiamo visto metà
io: quindi tre samurai e mezzo
xx: cretino

5 commenti:

estate-indiana ha detto...

che cos'è un bokken?

anonimo ha detto...

Ciao siemo

anonimo ha detto...

un bokken. Estate, essù, dai,  lo sanno tutti.
Cc

pep. ha detto...

io conoscevo solo il bokeh.
(ciao estate indiana ciao)

eddiemac ha detto...

esistono varie interpretazioni del concetto di bokken, in realtà.
puoi usarlo nell'accezione orientale di arma di faggio (da non confondere con arma di taggia, ad esempio), oppure nella versione switzerdutch di bokken da sfamaren, o anche nell'accezione giovanile come diminutivo di "bokkeneso?".