lunedì 9 maggio 2016

uno dei problemi più sentiti nell’epoca contemporanea dalle persone colte e sensibili ai drammi dei pianeta (dove per “persone colte sensibili ai drammi del pianeta” si intende ovviamente “io”), è il furto dei bidoncini dell’umido.
in genere funziona così: tu hai un bidoncino dell’umido (dove per “tu” si intende ovviamente “io”) e vivi felice e contento nel tuo universo dimenticato da dio e da tutte le altre divinità sane di mente, mentre i simpatici signori della raccolta differenziata vengono a ritirare l’umido due volte a settimana nei pressi del cancello di casa.
poi arriva la stagione turistica (dove per “stagione turistica” si intende “un paio di giorni di vacanza in cui non piove”) e migliaia di turisti di linguaggio e usanze più o meno compatibili con i tuoi si riversano nelle strade, e improvvisamente il bidoncino dell’umido sparisce.
la prima sparizione è durata una due giorni, e ho pensato che forse i bidoncini dell’umido hanno un festival, un raduno, un evento dedicato, o semplicemente a volte hanno bisogno di un po' di ferie.
la seconda sparizione, in concomitanza con un nuovo periodo turistico (una coincidenza? noi di voyager pensiamo di no) è durata una settimana.
solo che nel frattempo, a meno di non stare io al posto del bidoncino dell’umido (ci ho provato, ma è scomodo, specie quando piove), ho dovuto comprare un altro bidoncino dell’umido che, dannazione, viene 7 euri e 50 (occhei che vivo in posti dimenticati da dio, ma i supermercati esistono pure qui; e comunque ne era rimasto solo uno, rotto. ma l’ho preso lo stesso, per i motivi di cui sopra).
una settimana dopo il bidoncino dell’umido è ritornato dov’era, ligio al dovere come solo i bidoncini dell’umido sanno essere.
qualche tempo dopo, con l’avvento di una nuova stagione turistica, il bidoncino dell’umido sparisce per la terza  volta.
ora, come dicevo prima, nell’economia di una persona colta e sensibile ai drammi del pianeta, questo è un evento che tende a contrariarti (occhei, mai come trenitalia o poste italiane, ma insomma).
specie se ti era venuto in mente di scriverci sopra "non rubare mai mai mai mai, che poi muori, ho detto mai, no, neanche adesso, no, mai, insomma, come te lo devo dire maimaimai neanche per emergenza, neanche per sbaglio, che se lo rubi esplode il pianeta, immanentizzi l'eschaton, l'ecpirosi, il vaso di pandora, hai presente MAI, sennò ti cade in testa un pianoforte, sette anni di sfiga, le cavallette, milioni di cavallette? ecco. quello", ma poi non l’hai scritto, perché in fondo hai fiducia nel genere umano. e poi, diciamocelo, chi prenderebbe ordini da un bidoncino dell’umido?
lunedì scorso, dopo tre mesi di segregazione e isolamento in un posto sconosciuto (che potrebbe essere anche l’india, per quello che ne so io) quando il ponte del primo maggio è ormai volto al termine, ecco che finalmente il bidoncino dell’umido torna a casa.
quindi ho deciso di correre ai ripari.

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