mercoledì 3 marzo 2010

il mio collo si ostina a produrre suoni che assomigliano al rumore di grani di caffè macinato manualmente, e io al mattino mi sento come il colonnello steve austin (no, dico, sei milioni di dollari di intervento e poi ti muovi al rallentatore, almeno fai causa al chirurgo).

nel weekend, approfittando di una banale distrazione delle divinità preposte al controllo del clima che si dimenticano di mandare pioggia, gelo e tempesta, cammino nei boschi seguendo un sentiero che si inoltra verso il bosco delle fate (dette “pure” per via del manifestarsi di una certa vena di lassismo nei loro possedimenti) incontrando, nell’ordine: quattro cani (ma non per strada, il che mi fa apprezzare il fatto di trovarsi dalla parte giusta di un cancello), alcune primule, un germano reale, un germano immaginario, un pappagallo (?), uno gnomo, un trattore e un paio di tonnellate di fango (da cui l’espressione: “darsi alla macchia”) che si sono affezionate alle mie scarpe (per lo meno, prima che una tentasse il suidicio per auto affogamento in un torrente).

lunedì, mentre l’universo è in pausa pranzo, io e il gatto giochiamo a star trek (lui fa spock, per via delle orecchie) e cerchiamo nuove civiltà aliene sul balcone dell’ufficio, ma senza avvicinarci troppo per non violare la prima direttiva (mai interferire nello sviluppo naturale di una civiltà che potrebbe morderti).

la sera, le divinità preposte al controllo del clima con tutta evidenza smaltiscono la sbornia e torna a piovere, sui buoni pasto e sui cattivi pensieri.


2 commenti:

e.l.e.n.a. ha detto...

a differenza di quello delle fate carabine (così dette per via del manifestarsi di una certa vena di intolleranza nei loro possedimenti)

anonimo ha detto...

ecco, poi ti lamenti... io prendo il sole in pausa pranzo e faccio l'albero di natale nel weekend, vedi un po' che sta peggio. e non ho neanche un gatto per giocare, solo una barbie fior di loto, ma questa è un'altra storia...
(fede)