mercoledì 6 aprile 2005

mi sono svegliato che mi stavano assalendo delle formiche. le ho convinte a desistere minacciando di cannoneggiarle con la graffettatrice, sono un buon negoziatore quando mi ci metto.

non dovrei svegliarmi in ufficio, fa male alla salute. del resto non ci dovrebbero neanche essere le formiche, in ufficio, ma si sa, la vita mica sempre è come uno se l’aspetta.

per uno strano scherzo del destino, da queste parti il tessuto spazio temporale viene deformato da una serie di eventi che accadono solo di mercoledì: al posto della solita prateria dove far pascolare garrule le automobili in sosta, il mercoledì non si trova parcheggio nel raggio di 7 km; in compenso dovrei essere da solo in ufficio, invece sto parlando con un gatto che fa domande stupide.


-se ti dicessero “ti do un lavoro da giornalista a vita, 2000 euro al mese più buoni pasto, basta che tu scriva bene di me in qualsiasi caso”, cosa risponderesti?

-cosa fai, ti metti a giocare con i controfattuali?

-...

-ma secondo te io mi farei incastrare così?

-non mi hai detto cosa risponderesti

-risponderei “scusa, me lo metti per iscritto?”

-...

-vabbè, uno deve pur mangiare, no?

-...

-perchè non la smetti con le domande idiote? e non ti provare a salire sulla scrivania

-a parte che se ci mettiamo a contarle, io di domanda idiota ne ho fatta una, e tu cinque. e poi sono un gatto, faccio un po’ quello che mi pare

-guarda che sei un gatto immaginario, mica te le puoi permettere certe cose. e sulla scrivania non ci sali.

-vabbè, aspetto quando ti distrai. e comunque non sono un gatto immaginario, sono un gatto vero

-no che non lo sei

-allora come si spiegano tutti quei peli che hai sulla felpa?

-per quel che ne so io, le felpe molte volte sono già fornite di pelo. voglio dire, ne saprò più io di un gatto, no?

-l’argomento di autorità è una delle fallacie più semplici, nevvero? (io qui sospetto che in realtà lui abbia detto “miao”, e la mia paranoia abbia fatto il resto. però vabbè, chi può dirlo. ndr)

-allora mettiamola così, se io non ti guardo, tu non esisti (teorema di berkeley)

-se tu non mi guardi, io salto sulla scrivania (teorema del gatto)

-se ti do in pasto un germano reale tu la smetti? (sei)

-...


provo a rimettermi a dormire ma il rumore dei turisti per la strada mi dà noia.

6 commenti:

estate-indiana ha detto...

gli unici gatti che sopporto sono quelli delle nevi.

RUNNINGSTILL ha detto...

l'importante eddie, è che le formiche non ti escano dal palmo delle mani...e poi che i gatti pensino lo sapevo. comunque facci un pensierino, cosa costa parlare bene di un felide?

inpoleposition ha detto...

il teorema del gatto mi piace tanto.

boxroom ha detto...

io ho un amico immaginario, si chiama moreno. sarebbe bello se fosse un gatto anche lui però.

nellacoloniapenale ha detto...

L`anatide più comune in Ticino è il germano reale. In questa specie il dimorfismo sessuale è molto evidente: il maschio è infatti riconoscibile per un piumaggio molto più variato, in particolare il collo verde, mentre la femmina è di un colore bruno uniforme e il becco è giallastro. La femmina depone le uova (da 7 a 16) fra marzo e giugno e le cova per circa 4 settimane. In generale si ha una sola nidificazione e i piccoli alla nascita sono subito in grado di seguire la madre alla ricerca del cibo. La predazione sulle uova e la mortalità giovanile sono assai elevate.

Due domande:

1. gli hai dato un germano maschio o uno femmina?

2. Era un germano reale o anch'esso immaginario? (secondo me, un gatto immaginario mangiando un germano immaginario ingrassa di più).

eddiemac ha detto...

estate-indiana: sono quelli bianchi che si mimetizzano, immagino
runningstill: se mi offrono pizza e birra e parlo bene di chiunque
pole: anche a me
box: io ho un po' di amici immaginari ma non li vedo spesso perchè va a finire che ci litigo
nellacolonia: il germano reale è un vecchio amico, lo conservo in un cassetto della scrivania. ogni tanto parliamo di filosofia, ma mi uccide sul piano dialettico.