giovedì 18 settembre 2003

i primi 28 secondi del köln concert sono divini


 


sono arrivato a casa verso le nove, e i piatti da lavare hanno inscenato un sit in di protesta. ieri notte uno ha cercato di strangolarmi nel sonno. mi sono difeso a colpi di svelto™, che sono uso nascondere sotto il letto per i momenti di pericolo.


 


eravamo rimasti al blocco di parmenide,  dove l’essere giaceva immobile, come un qualsiasi bene di lusso, e tutto era racchiuso al suo interno, come una boccia di cristallo per i pesci rossi.


l’essere è.


e non può non essere.


la cosa doveva sembrare piuttosto astrusa, non tanto il fatto che il mondo fosse uno, quello lo diceva pure eraclito, quanto per il fatto che il mondo fosse in realtà fermo.


e alcuni suoi allievi si premurarono di dimostrare che il maestro, contro ogni evidenza fenomenica, aveva ragione. spostando leggermente il tiro: non era più la tematica essere-non essere (ricorda qualcosa?) in questione, quanto quello dell’uno-molti (e se avete seguito le lezioni dovreste capire di quello che parlo)


se esistesse il molteplice (e quindi il non essere,  poiché il due non è l’uno,  come sa bene chi gioca a  dadi al casino) si avrebbero alcune incongruenze logiche. zenone di elea e melisso di samo, inventarono la dimostrazione per assurdo. dunque.


il succo è questo. se esistono 2 cose, dovrà esistere qualcosa che stia a metà fra le due. E qualcosa che a metà fra la prima, e così via, all’infinito.


e quindi:


se uno deve percorrere una certa distanza, diciamo 100 metri, deve prima percorrere la sua metà (50m) e poi la seconda metà, ma prima deve percorrere la metà della metà (25m), ma prima deve percorrere la metà di quest’ultima ecc. (praticamente gli eleati hanno inventato il Cobol…)


e se le metà sono infinite, non si arriverà mai alla meta.


in altre parole, come dice zenone, non si possono percorrere infiniti tratti in un tempo finito.


prima aporia.


 


ma siccome ce ne sono un po’, voi sarete stanchi e io sono curioso di vedere se l’inter riesce a perdere anche trovandosi in vantaggio con 3 goal di scarto a mezz’ora dalla fine (mi chiedo se zenone avrebbe mai ammesso che il pallone potesse arrivare in porta, evidentemente come vedremo, la risposta è no, il che dimostra almeno una cosa certa: doveva essere un pessimo giocatore di calcio) rimandiamo alla prossima puntata.

8 commenti:

tulipani ha detto...

Ti trovo convincente fino a *infinito* (in grassetto, maledizione). Poi introduci il riferimento al tempo e tutto diventa più delicato. Riformulo sintetizzando e tu mi dici se ho capito, ok? Se esistono due entità, allora esistono infinite entità, ma non possono esistere infinite entità (e te lo facciamo vedere noi, Zenone e Melisso) perché sennò si azzererebbe il movimento. [a capo] Ma non dicevamo che l'essere è appunto fermo? O forse il percorritore non appartiene all'essere? E se introducessimo il tempo infinito? e un disegnino no?

eddiemac ha detto...

il concetto è: esiste l'essere ed è fermo. il movimento è un'opinione degli uomini ed è falso, in realtà non esiste. non lo giustifichi in nessuna maniera.
e anche ammettendo per assurdo il molteplice, si dimostra che il movimento è impossibile.
il che vuol dire che quello che noi pensiamo e vediamo non è la verità. che è ferma come l'essere.
stiamo lavorando per raggiungere il soprasensibile, che ancora non è stato inventato

tulipani ha detto...

Secondo me la dimostrazione per assurdo non funziona così. Lo schema, a quanto mi ricordo, dovrebbe essere [a capo]: 1) Voglio dimostrare A. 2) Supponiamo allora Non A. 3) Non A mi porta a una contraddizione. 4) Non si può dare Non A. 5) Sono costretto a negare Non A e quindi ad affermare A. [a capo] Tu stai cercando di incantarmi con la tua capacità dialettica!

eddiemac ha detto...

1 voglio dimostrare che il mondo è fermo e il molteplice e il movimento non esistono
2 supponiamo che il movimento e il molteplice esistano, dunque io mi muovo ed esiste una divisione infinita
3 non potrei raggiungere la fine del campo (nè la palla entrare in porta) perchè dovrei percorrere infiniti spazi ecc. ecc.
4 è impossibile che il movimento e il molteplice siano, solo l'essere è.
5 il mondo è fermo. quello che vediamo è falso.
per incantare ci vogliono le fate, ne conosco anche qualcuna ma non è il mio caso. se hai rimostranze scrivi a zenone@elea.it

tulipani ha detto...

Commento non per pedanteria ma per mostrare come sono brava con l'html.

Voglio dimostrare che l'essere è uno e che è fermo (A and B).
Per assurdo suppongo allora che non sia vero che l'essere è uno e che sia fermo (not (A and B)).
Negare una congiunzione vuol dire affermare una disgiunzione (inclusiva) di due negazioni: o non è uno o non è fermo ((not A) or (not B)). La dimostrazione si spezza quindi in due rami che devono essere falsificati entrambi.

Ramo 1.
Supponiamo che non sia uno (not A), allora, per la faccenda degli spazi divisi, devo negare il movimento (quindi se non è uno, allora è fermo: ma cos'ho contraddetto? Ho solo stabilito che se è molteplice allora è fermo).

Ramo 2.
Supponiamo che non sia fermo... come proseguo?

eddiemac ha detto...

3 brevi commenti
1) la logica formale viene inventata molto dopo. ad ogni modo il problema di zenone credo sia: l'essere è. e questo è evidente. ne consegue che il movimento non è e lo dimostro per assurdo. che l'essere non sia molteplice l'aveva già dimostrato (ma non è una dimostrazione stringente dal p.d.v. formale, visto che ancora non è stato inventato) parmenide. a zenone interessa solo mostrare le conseguenze di questa cosa
2)le dimostrazioni (...) non sono finite, ce ne sono altre, sempre sullo stesso tono, magari aiutano a comprendere meglio quello che voleva dire
3)sei improvvisamente diventata bravissima con l'html, non me ne capacito (...)

tulipani ha detto...

La prima dimostrazione non mi ha convinto. Spero nelle altre.
Non importa se la logica formale non era ancora stata inventata, perché lei ha valore anche retroattivo. C'è sempre stata gran discussione tra i sostenitori di una logica del linguaggio comune e i sostenitori della logica formale. A me pare ragionevole questo punto di vista (che non ho inventato io, comunque): qualunque siano i procedimenti usati da una logica del pensiero comune, se da alcune premesse arrivo a una certa conclusione, il percorso deve essere possibile anche con gli strumenti della logica formale. In altre parole: magari la logica formale non ha verosimiglianza psicologica, ma può essere usata come strumento di verifica per escludere alcuni ragionamenti scorretti.

eddiemac ha detto...

il problema è che un ragionamento può dirsi scorretto solo in rapporto alla logica formale. e invece corretto secondo una non logica. il problema sta in chi ha stabilito che il mondo deve essere logico, non ho capito bene in base a che cosa...