la possibilità della non scelta è un paradosso che ha attirato molti filosofi in passato. il tema è più o meno questo: non è possibile non scegliere; la non scelta equivale a scegliere di non scegliere.
questo rivela un atteggiamento piuttosto negativo dei filosofi accademici in generale verso le filosofie scettiche, nonché una particolare passione per gli scioglilingua.
con buona pace dell’arcivescovo di costantinopoli credo che le cose non stiano esattamente così (del resto me lo posso permettere, se siate dei buoni allievi siete tutti più o meno alcolisti) come dimostra il paradosso del ristorante.
un uomo va al ristorante in compagnia di alcuni amici, ma per colpa di un fastidioso mal di stomaco che neppure 3 maalox hanno sedato, si vede costretto a non ordinare.
al momento del conto (fra gentiluomini si paga alla romana, lo sapevate?) il proprietario del locale gli chiede 35 euro.
- ma come - protesta l’uomo - io non ho ordinato.
- beh - risponde il proprietario che si è laureato in filosofia - lei tecnicamente ha ordinato di non ordinare.
questo dovrebbe essere sufficiente per dimostrare che a) i filosofi (tipo me) vorrebbero andare più spesso al ristorante ma non hanno soldi e b) non è saggio andare in un ristrorante gestito da un filosofo
14 commenti:
mettiamola così: se la tua filosofia contemplasse il link ti likerei al volo, visto che non lo contempla mi limito a leggerti e a ghignare. un post su achille e la tartaruga me lo fai prima o poi? è stato proprio quel giorno lì che ho perso fiducia nella metafisica, ma magari tu mi fai cambiare idea :-)
errata corrige: la frase del priprietario temo dovrebbe essere: "lei tecnicamente ha ordinato di non portare nulla". rileggendo, mi sembra più coerente con la dimostrazione
la non-scelta è possibile: basta essere distratti.
livefast: dei post sugli eleati esistono già. ma non ci giurerei. se vuoi controllo e te li giro
PS per i link non è questione di filosofia. se dovessi linkare tutti i blog che amo e leggo ci metterei una vita (e io sono irrimediabilmente pigro). e sospetto che nel gruppo si perderebbero delle perle. ma sono felice anche se ti limiti a leggere e a ghignare (in realtà sono felice a prescindere. sono un filosofo, devo far pubblicità alla categoria, no?)
Immagino che Kierkegaard preferisse pranzare a casa, cucinandosi i 4 salti in padella.
tam: la storia della mia vita...
bandini: certamente. poi picchiava la cameriera (4 salti in padella: quelli buoni, per davvero)
eheheheheh ognuno usa la propria conoscenza per influenzare la sua piccola fetta di mondo eh? Ma che bastardo!!! ^___^
dimostra anche che, visto il conto, è molto più saggio non andare al ristorante.
Credo dimostri anche che per un filosofo l'attività maggiormente remunerativa rimane la ristorazione :-)
Dici? In effetti io credevo non lo avessero scelto perché nessuno avrebbe creduto ad una scena di sesso con Nicole Kidman.....
la non-scelta, in quanto non-informativa e non-discretica, non può essere formulata, ma questo non toglie che la sua esistenza non possa essere postulata per via logica, e infatti la vera risposta al tuo paradosso è l'esistenza di Dio.
In altre parole: l'uomo saggio, afflitto da mal di stomaco, non va a ristorante, ma resta a casa e picchia la cameriera che gli ha lasciato i cubetti di funghi ancora congelati nei 4SaltiinPadella della sera prima
questo mi ricorda molto la storiella del ristorante gestito da un paleografo, ma non ricordo come va a finire...
ho letto solo gli ultimi due post. questo per me è già un panda. saluti.
...quando un ubriaco sceglie...chi sceglie? quello di prima della birra oppure quello di dopo...quando io scelgo...chi sceglie? Quale coscienza ho di quello che mi circonda? Ho difficoltà a credere di scegliere veramente: quando conosco quello su cui esercito la mia capacità di scelta ...effettivamente scelgo...quando CREDO DI conoscere ...sceglie la parte di me "ubriaca"...secondo me potevi non pagare. Ciao.
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