martedì 24 giugno 2003



Un odore di fritto vagamente stantio, continuavava ad aleggiare intorno al tavolo. E non erano le mie patatine. Era tutto il locale che ne era avvolto, e io percepivo quell‘odore come una coltre di nebbia che mi appannava la visione.


Un paio di grupppi di ragazzini vestiti finto alternative mangiavano di gusto, chiaro sintomo di come il quasi punk vada a braccetto con l‘industria planetaria del fast food. Una situazione strana, come entrare in un nuovo discopub del centro di Milano e ordinare con orgoglio un fernet.


Pseudocultura in movimento.


Mi accorgo a volte di essere un po' troppo tagliato fuori, ma non è una questione di latitudine, piuttosto una sensazione... effetto straniamento. Mai provato a mettere una lattina vuota su un piedistallo in un museo e abbinargli un giusto gioco di luci? Avete appena costruito un'opera d'arte. Effetto straniamento. Come uno spectrum 48k sulla scrivania di un architetto. (Quanti anni luce sono passati dallo spectrum ad oggi? E‘ il fattore tempo che ci frega)


Siamo davvero quello che apprezziamo?



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